Nino Gargano, il centravanti della politica che preferiva giocare da mediano

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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In ogni grande battaglia c’è un condottiero che firma la vittoria, in ogni grande partita c’è un goleador che ne diventa il simbolo. Poi, calato appena un po’ il clamore del successo, ci si accorge che alle spalle di ogni generale c’è uno Stato Maggiore strategico, senza il quale nemmeno una scaramuccia poteva essere conquistata; ci si rende conto che dietro al bomber che ha messo la palla in rete c’è un’ala a smistare palloni, un mediano a macinare gioco… Nino Gargano, direttore generale del Consorzio di Sviluppo Industriale di Cassino era uno di quei generali che non amavano apparire, uno di quei calciatori anomali che una volta segnato non corre sotto la tribuna ma, al limite, davanti alla panchina.

Ha iniziato la politica da quando aveva i calzoni corti. La sua scuola è stata la sezione della Democrazia Cristiana: le nuove leve della politica che per decenni ha tenuto a galla il Paese si sono formate lì. A notarlo è comprenderne subito il talento è uno dei più influenti uomini politici di quel tempo in provincia di Frosinone: Franco Costanzo, il leader della ‘Sinistra di Base’ della Dc che poi diventerà segretario provinciale dello Scudo Crociato.

E’ proprio Franco Costanzo a spianargli la strada e seguirne la formazione politica, introducendolo in quel pensatoio che tra gli anni Settanta ed i Novanta è stato uno dei più prolifici generatori di nuove idee; ne facevano parte personaggi come lo stesso Costanzo (papà dell’attuale segretario Pd, Simone), Lino Diana, Angelo Picano, Rita Padovano, Ettore Urbano, Cesare Fardelli e in ultimo Francesco Scalia.

In quel clima ed a quella scuola politica si forma Nino Gargano. Che diventa sindaco di Coreno Ausonio per dieci anni e per altri quindici è stato vice sindaco. La sua voce e la sua esperienza sono presenti dietro ogni strategia elettorale per almeno vent’anni, durante i quali non gli piace recitare il ruolo del condottiero: preferisce lo Stato Maggiore, muovere da dietro le linee del fronte. E’ così che maturano molte strategie decisive e tante candidature si trasformano in voti e successi elettorali: Lino Diana diviene senatore della Repubblica, Angelo Picano arriva alla carica di Sottosegretario di Stato e solo un complotto dell’ultimo minuto gli impedisce di diventare Ministro della Repubblica, Rita Padovano arriva a ricoprire il ruolo di capogruppo dei Popolari in Regione, Ettore Urbano diviene consigliere regionale del Lazio e provinciale di Frosinone, Cesare Fardelli rimette in funzione il Consorzio di Campo Catino e poi trasforma la Saf da un carrozzone di periferia nell’azienda che finora ha evitato le crisi dei rifiuti viste a Roma e Napoli. C’è la sua mano pure dietro l’ascesa di Francesco Scalia, nella incredibile cavalcata che lo ha portato ad un passo dal diventare segretario regionale della Margherita e solo il diktat di Francesco Rutelli con Francesco Marini sventò la strategia facendo accomodare l’allora presidente della provincia di Frosinone alla presidenza del Partito per traghettarlo nel Pd.

Ma Nino Gargano è stato un eccezionale stratega anche con i numeri e le politiche aziendali. E’ stato l’uomo che ha revisionato i conti di enti regionali come l’Agenzia di Sanità Pubblica, di istituti come la Banca Popolare del Frusinate, l’Istituto Autonomo Case Popolari; a ricoprire l’incarico di vice presidente della Banca di Credito Cooperativo del Garigliano. La sua competenza lo ha portato a diventare il direttore nazionale dell’associazione che riunisce i Revisori Legali di tutta l’Italia, a presiedere il Collegio Sindacale della Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione. E’stato fondamentale nel Consorzio Asi di Frosinone e poi nel Cosilam di Cassino.

Proprio il Cosilam è stata la sua ultima creatura. Se il condottiero che ha firmato la vittoria politica, il bomber che ha firmato il goal, si chiama Anna Teresa Formisano, il vero stratega ed uomo dello Stato Maggiore, il mediano che ha creato l’operazione, pochi sanno che fosse proprio Nino Gargano: fu lui a fare in modo che i cavatori del marmo di Coreno avessero il riconoscimento di Distretto Industriale che dava accesso a politiche e finanziamenti di sistema; fu il Distretto del Marmo, insieme alla presenza del polo metalmeccanico della allora Fiat Auto, il presupposto intorno al quale creare l’attuale Consorzio Industriale del Lazio Meridionale.

Nino Gargano aveva visto tutto questo prima degli altri, lo aveva pianificato politicamente ed avviato alla realizzazione, lasciando che ci fosse un altro sotto i riflettori.

L’infarto che questa mattina lo ha portato via all’età d 61 anni mentre si preparava a raggiungere il suo ufficio non sarà sufficiente a fermare i grandi progetti che aveva già avviati per i prossimi anni di questo territorio. Nasceranno a testimonianza della sua grandezza.

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