L’agenda di Polito: «Le imprese non sfruttano né rubano, siano al centro dello sviluppo»

"Fino a prova contraria, l'imprenditore non sfrutta i lavoratori, paga le tasse, non viola le leggi. Insomma produce ricchezza. Per questo la politica dovrebbe mettere l'impresa al centro”. L'agenda del nuovo presidente di Federlazio. L'appello sui fondi Ue: presto, mirati, con poca burocrazia. Il territorio. Ed i suoi limiti. Da superare

Quando sono stati chiamati a scegliere la guida che li dovrà traghettare fuori dalla tempesta del Covid-19, gli industriali di Federlazio non hanno avuto dubbi. Hanno fatto in massa il nome di Nino Polito. È l’uomo che meglio di tutti conosce la loro organizzazione. E l’economia della provincia di Frosinone. Perché è in associazione da sempre. Ed è in fabbrica da prima ancora. Ha cominciato con i legnami, ha diversificato puntando sul wireless. (leggi qui Federlazio punta al futuro affidandosi all’esperienza di Nino Polito)

Presidente la pandemia ha messo in ginocchio il tessuto industriale del Lazio: gli strumenti messi in campo da Regione e Governo si stanno rivelando efficaci per accompagnare la ripartenza?
CARRELLISTA IN FABBRICA. Foto © ELEVATE / PEXELS

«La cassa integrazione in deroga, assieme alle altre misure pubbliche hanno molto marginalmente attutito il colpo, di una crisi lunghissima, mai subita prima, dal dopo guerra ed esasperata dal covid 19. Con tutte le criticità ed i ritardi, qualcosa è stato fatto su scala regionale e nazionale».

Il coronavirus ha solo esasperato una crisi che era già in atto?

«I numeri che annualmente il nostro ufficio Studi raccoglie ed elabora parlano in maniera chiara».

Occorre più del ‘qualcosa’ al quale ha fatto cenno.

«Il vero intervento sarà quello che l’Unione Europea metterà in campo per la nostra Italia. Ma soprattutto i fondi che dovranno davvero arrivare alle aziende, ma prestissimo, con criteri inequivocabili e burocrazia zero. Insomma, finalmente fiducia negli imprenditori da parte del Pubblico. Solo così riusciremo a salvare, sia pure in parte, il nostro tessuto produttivo».

Nelle ore scorse la Regione Lazio ha annunciato la più grande campagna di infrastrutture degli ultimi decenni. Addirittura parla di una Raccordo Anulare del Lazio. La provincia di Frosinone viene da una storia di gravi ritardi nelle infrastrutture, l’ultima è stata la superstrada Sora – Frosinone fino a Ferentino. (leggi qui LazioVeloce, miliardi per strade e ferrovie: in tutta la Regione e non solo a Roma)
IL GRANDE RACCORDO DEL LAZIO

«L’elenco dei fabbisogni della nostra provincia sarebbe lungo. Privilegiare le infrastrutture materiali ed immateriali resta una priorità per facilitare gli scambi, così come il rilascio delle autorizzazioni ambientali. La nostra provincia ha delle infrastrutture stradali ed un sistema di collegamenti ferroviari davvero inadeguati, che hanno contribuito alla sofferenza della nostra Ciociaria dal punto di vista economico. Fortunatamente stiamo assistendo alla messa in campo di alcuni interventi sull’aspetto viario da parte del Consorzio Asi nonché all’arrivo dell’Alta Velocità. Potrebbe essere un buon inizio».

Il consorzio industriale unico è utile o allungherà ancora di più la catena delle decisioni per lo sviluppo dei territori?

«Un consorzio industriale unico ritengo marci nella giusta direzione. Entrare in un contesto regionale dovrà però incrementare lo sviluppo, accelerare la crescita ed essere ridondante per la nostra economia locale».

L’Economia Circolare può rappresentare un’opportunità anche per la provincia di Frosinone?

«Le imprese della provincia di Frosinone continueranno ad investire in una economia che ponga al centro la salute e la sicurezza. In alcuni casi purtroppo si continuerà con l’utilizzo di prodotti inquinanti che i nostri figli potrebbero ritrovarsi nell’ambiente in quantità non più sostenibile. Sono certo che crescerà la nostra sensibilità e con essa sapremo trovare ulteriori opportunità economiche» .

IL PRESIDENTE COSILAM MARCO DELLE CESE
Nel Cassinate il Cosilam pensa ad una Green valley con cui bonfiicare l’area di Roccasecca usata da anni per la lavorazione dei rifiuti: è un progetto capace di portare sviluppo?

Dobbiamo promuovere una iniziativa che tenda a migliorare l’ambiente e quando poi essa comportasse anche sviluppo e fosse foriera di impiego di risorse umane, dobbiamo assolutamente accoglierla a braccia aperte».

Mancano le professionalità, ci si qualifica sempre meno ed è più difficile trovare lavoro: il problema sono i redditi di Cittadinanza o un sistema che non premia il merito?

«Le università, i centri evoluti di formazione e specializzazione devono ancora maggiormente affiancare ed interagire con le imprese, creando figure orientate ai mutevoli obiettivi produttivi, marketing, programmazione ed informatizzazione. Questa premessa potrebbe limitare il ricorso al Reddito di Cittadinanza, che a mio avviso deve rispondere al requisito di provvisorietà e di mero soccorso».

NINO POLITO
Cosa vorrebbe nell’agenda della Regione e del Governo per imprimere un rilancio definitivo?

«I nostri Governanti devono porre le imprese produttive al centro dello sviluppo. Fino a prova contraria, l’imprenditore non sfrutta i lavoratori, paga le tasse, non viola le leggi. Insomma produce ricchezza, già tale cambio culturale potrebbe essere un passo avanti. Il resto deve incidere su più leve, da quella fiscale a quella della semplificazione, delle infrastrutture come abbiamo già detto e della rapidità. Anzi della immediatezza dei contributi relativi alla emergenza in atto.