Non bisogna avere paura di sbagliare… e nemmeno di amare (di P. Alviti)

Anche Pietro, la 'roccia' rinnegò Cristo: non dobbiamo disperarci di fronte alle nostre debolezze Dobbiamo imparare che il nostro amore ha bisogno di cura.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce

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Cosa c’è di più bello che dire ad una persona “ti amo”? È dimensione fondamentale della vita: viviamo per essere amati, per sentirci amati. Se siamo amati, sappiamo anche amare.  

Al contrario, la solitudine è la cosa che ci spaventa di più. Il rimanere soli, abbandonati, ci terrorizza tanto che alcuni non ce la fanno a reggere e sprofondano nella depressione, urlo disperato contro la solitudine cui gli altri ci condannano, o crediamo ci abbiano condannati. E la paura ci assale perché ci conosciamo, perché  sappiamo che siamo deboli, che appunto il nostro amore può liquefarsi perché siamo deboli, come uomini.

Mi sono sempre chiesto perché nel centro della narrazione evangelica, il racconto della passione, morte e resurrezione di Gesù, sia dato tanto spazio alla paura di Pietro, al suo tradimento, al rinnegare il suo maestro, quello per il quale aveva lasciato tutto, quello che gli aveva cambiato nome, chiamandolo “pietra”, la roccia su cui fondare la comunità.

Addirittura, il racconto evangelico è tanto impietoso da presentare il rinnegamento di Pietro come avvenuto di fronte ad una donna, ad una serva: nella cultura degli ebrei di allora una tale narrazione evidenzia ancor di più il terrore di Pietro, la paura per la sua vita, la paura del fallimento, la sua mancanza di coraggio, la sua codardia, tale addirittura da arrivare al rinnegamento del suo amatissimo maestro.

È un insegnamento inequivocabile: anche Pietro, la roccia, è capace di tradire, di rinnegare il maestro, di venir meno all’amore più grande.

Non dobbiamo perciò disperarci di fronte alle nostre debolezze, non dobbiamo cedere alla tentazione di considerarci incapaci di amare… dobbiamo fare come Pietro: piangere, cambiare, riprovarci, riprendere il cammino, rialzarci.

La debolezza del nostro amore dipende dai nostri difetti, dalle nostre debolezze nella certezza però che c’è un amore più grande, quello del Padre che è nei cieli, appunto, che non è limitato come noi. Ci amerà sempre, non verrà mai meno, nonostante tutti i nostri tradimenti.

Da lui dobbiamo imparare però che il nostro amore ha bisogno di cura, di impegno, di continuo rinnovamento. Altrimenti si esaurirà velocemente e ci troveremo da soli…