Non c’è due senza tre per i ricorsi dell’anatra zoppa (che zoppa non è più)

Cosa c'è dietro al terzo ricorso presentato dopo le elezioni Comunali a Latina. Prese di mira le Commissioni. Ed il criterio per arrivare alla loro composizione

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Alla fine, hanno firmato. Quasi tre mesi dopo averlo annunciato, i Partiti di centrodestra all’opposizione hanno siglato il ricorso contro la formazione delle Commissioni Consiliari. (Leggi qui: Commissioni finalmente al via. Ma il centrodestra prepara il ricorso).

A firmarlo materialmente sono stati i due consiglieri comunali immolatisi, restando fuori dalle commissioni: Gianluca Di Cocco di Fratelli d’Italia e Renzo Scalco di Latina nel cuore. Fuori, perché non avrebbero potuto ricorrere contro le Commissioni, stando dentro.

Il percorso complesso

L’Aula del Consiglio

Ma non è stato un percorso facile: voci narrano di quanti – tra tutti i Consiglieri comunali di FdI, Lega e Lnc – non avrebbero voluto accollarsi la quota per i costi di deposito.

Eppure il ricorso sarà ora depositato: l’atto contesta il metodo di calcolo applicato per l’attribuzione dei 110 seggi disponibili. Alla formazione delle Commissioni si arrivò dopo mesi: prima l’anatra zoppa che uscì dalle urne, con un Consiglio a maggioranza centrodestra e un sindaco di parte opposta; poi l’anatra che cominciò, timidamente, a zampettare, grazie al sostegno di Forza Italia. Infine, lo scontro sul metodo di calcolo, con la maggioranza programmatica che proponeva di calcolare i resti decimali in base alla coalizione, ottenendo un’attribuzione 55 a 55 per parte dei seggi, e l’opposizione di centrodestra che chiedeva invece il calcolo dei resti decimali per gruppo consiliare, ottenendo un’attribuzione 56 a 54.

Fu scontro, tirando in ballo anche pareri di Avvocatura e Segreteria generale, per capire chi avesse ragione nell’interpretare un giovane regolamento di funzionamento delle commissioni. (Leggi qui Non c’è pace per le Commissioni: la ‘modalità mista’ è un fallimento).

Alla fine, vinse la maggioranza programmatica: 17 voti a 16, e le commissioni il 28 gennaio passarono. Non senza minacce di ricorso al Tar.

Alla fine venne il ricorso

Vincenzo Zaccheo

Ricorso che puntualmente è arrivato. Il terzo di queste elezioni, dopo i due elettorali. Il primo lo ha presentato Latina nel cuore per il risultato del candidato sindaco Vincenzo Zaccheo; il secondo è di Antimo Di Biasio (candidato consigliere) per il proprio. Ora questo terzo ricorso: contro le Commissioni, che chiede l’annullamento della delibera con cui le commissioni furono approvate.

Tre i punti contestati: nel primo, si obietta la violazione del regolamento delle commissioni, che «stabilisce la loro composizione numerica ed assegna alle singole commissioni la presenza numerica dei gruppi consiliari in misura proporzionale alla loro consistenza e al numero complessivo dei seggi da attribuire».

Nel secondo, si parla di «Eccesso di potere per contraddittorietà infraprocedimentale e sviamento di potere», in quanto «in maniera del tutto contraddittoria e non supportata da alcuna ragione o motivazione, il Consiglio Comunale ha prima adottato il criterio di proporzionale distribuzione dei seggi ai gruppi consiliari mutando poi indirizzo quando era necessario attribuire i resti decimali ottenuti proprio dall’applicazione di tale principio».

Infine, si contesta un «eccesso di potere per difetto di istruttoria, per travisamento e contraddittorietà», dato che, a proposito dei pareri di Avvocatura e Segreteria generale, «nessuno dei due consentiva una attribuzione quale quella effettuata dalla delibera impugnata».

Se per i primi due ricorsi, quelli elettorali, appare ormai chiaro che si sarebbe trattato solo di verbali finali di seggio mal vergati, per dirimere questo i giudici amministrativi saranno chiamati a interpretare il regolamento delle commissioni. Con l’eventualità di riportarle a zero.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright