Non c’è spazio per la nostalgia: il futuro è davanti (di P. Alviti)

Perdiamo tempo a cullarci nella nostalgia del passato. Dimenticando che il futuro è davanti a noi. È in quella direzione che bisogna guardare. Ecco cosa significa "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti"

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Lascia che i morti seppelliscano i loro morti

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Una frase lapidaria, un tweet, diremmo oggi,  entrata negli aforismi di tutte le culture, l’invito di Gesù a non farsi distrarre dal compianto del passato ma a pensare invece alle scelte del futuro.

La nostalgia del passato è una delle cose che maggiormente emerge nella nostra vita quando c’è qualcosa che non va, quando ci sono cambiamenti che ci si pongono dinanzi e che non possiamo evitare. Ci viene spontaneo dire “come si stava bene prima”, “allora sì che si stava meglio”, “allora sì che tutto funzionava e i treni arrivavano in orario”, “potevamo lasciare la chiave nella toppa”  come sentivo sempre dire da mia madre, che però ricordava tempi in cui lei aveva 15 anni e sicuramente stava molto meglio del momento in cui pronunciava queste frasi e di anni invece ne aveva 70, tempi in cui le porte non venivano chiuse anche perché non c’era poi granché da rubare…

L’insegnamento di Gesù  è invece indicativo di uno stile di comportamento che è tipico del cristiano, che ha nella speranza una delle virtù teologali, una qualità personale che lo collega a Dio. La speranza ci fa guardare al futuro con ottimismo, fidando nella provvidenza divina che ordina ogni cosa, anche se non non ce ne rendiamo conto, a conformarsi al disegno di Dio ma non attraverso la violenza, la costrizione, quanto invece con la disponibilità ad essere le mani, i piedi, la voce, l’intelligenza del progetto di Dio sugli uomini. E invece la tentazione che abbiamo è quella della sfiducia, di pensare che i nostri grandi ideali, i valori  a cui educhiamo le giovani generazioni, i nostri bambini, siano invece della grandi illusioni per cui la speranza, come pensavano gli antichi Greci, non sia una virtù quanto l’ultimo dei mali, il più pericoloso, emerso da quel vaso che Pandora volle sconsideratamente aprire.

Il lasciare ai morti il compito di seppellire i morti è un invito potente a non farci schiacciare dalla abitudini, dal “si è sempre fatto così”, dalla paura dell’inconsueto, del nuovo.

Gesù annuncia una nuova alleanza… noi preferiamo cullarci su quella antica, sulle nostre certezze, senza rischiare nulla… permettimi che io seppellisca mio padre… e invece, lascia che i morti seppelliscano i morti.