“Non è in gioco la democrazia, ma la salute”. La “sveglia” di Tajani alla politica.

Il numero due di Forza Italia interviene sui lavori parlamentari e dice: “Qui non si tratta di una guerra contro il terrorismo, qui siamo di fronte a un virus, che corre veloce ed è invisibile. E' giusto avere gente al comando disponibile, ma se poi si ammalano tutti i parlamentari, che facciamo?”.

Questa è una guerra contro un nemico invisibile”: Antonio Tajani, europarlamentare e vicepresidente del Ppe, ha risposto così ad una domanda dell’AdnKronos. In questo momento si parla molto dell’opportunità o meno di ridurre anche le sedute parlamentari. C’è chi è contrario, richiamandosi a principi costituzionali. Ma Antonio Tajani, numero due di Silvio Berlusconi in Forza Italia, fa un ragionamento pratico. Non escludendo neppure la chiusura dei Palazzi e il lavoro a distanza.

Spiega all’AdnKronos: “Qui non si tratta di una guerra contro il terrorismo, qui siamo di fronte a un virus, che corre veloce ed è invisibile. È giusto avere gente al comando disponibile, ma se poi si ammalano tutti i parlamentari, che facciamo? Così non garantiamo certo la democrazia. Vediamo cosa succede nei prossimi giorni. Io sono per chiudere tutto. Non sappiamo cosa succederà a Roma. Si combatte contro un nemico invisibile. Se non c’è bisogno di fare assemblee in questo momento, il Parlamento può pure continuare a lavorare a distanza. Ma sono contrario al voto a distanza. Oppure possiamo pensare di fare come in Gran Bretagna affidando ai capigruppo il voto“.

Antonio Tajani

Tajani invita a trovare soluzioni alternative: ”I decreti del governo con le misure anti Covid-19 basta reiterarli. Se mandiamo in giro i parlamentari che possono essere inconsapevolmente portatori sani del virus e si ammalano poco alla volta tutti, che succede? Dove e come la garantiamo la democrazia? Vedo a Roma ancora troppi negozi aperti, troppa gente in strada. Per non parlare poi della necessità di sanificare le strade. Io ridurrei drasticamente anche le presenze nei ministeri: deve lavorare solo chi è indispensabile, per ridurre la possibilità che arrivi il virus nei gangli vitali dello Stato. Serve una strategia anche nella pubblica amministrazione. Se si bloccano anche i ministeri che si fa?“.

Un ragionamento forse impopolare, ma sicuramente di buon senso. In gioco non c’è la tenuta o il valore della democrazia, ma l’esigenza di salvaguardare la salute degli italiani e la tenuta sanitaria del Paese. La politica non può essere un mondo a parte.