Non in my name, consigliere Barillari

Foto © Stefano Carofei, Imagoeconomica

Il No del M5S alle minacce del consigliere regionale Davide Barillari. Che prospettava abbandoni in massa in caso di accordo nazionale con il Pd. La sua collega Francesca De Vito: "Noi siamo coerenti sulle idee, non sui partner"

«Non ho prove per poterlo dimostrare, ma quello che penso lo ho scritto. Se avessi prove per dire che B, come lo chiama Travaglio, sta forzando la Lega, scriverei il nome per intero. Ma non posso. Mi auguro però fortemente che all’interno del Carroccio ci sia un confronto serio con Salvini»: Francesca De Vito è consigliere regionale del Lazio. Fa parte di quella pattuglia del Movimento 5 Stelle che un anno e mezzo fa ha tentato di conquistare la Pisana strappandola a Nicola Zingaretti. Non ci sono riusciti. ma con il governatore di centrosinistra hanno saputo costruire un dialogo: grazie alla capacità politica della loro capogruppo Roberta Lombardi, quella resa immortale dalla celebre e unica diretta streaming in cui Pier Luigi Bersani finiva nel tritacarne grillino.

Francesca De Vito © Stefano Carofei, Imagoeconomica

Francesca De Vito finisce sotto i suoi riflettori per via di un lungo post pubblicato sulla sua bacheca Facebook. In cui insinua il sospetto che Matteo Salvini si sia fatto fregare da Silvio Berlusconi, che lo avrebbe invogliato a generare le crisi. E in cambio ora punterebbe alla presidenza della Repubblica come successore di Sergio Mattarella.

A raggiungerla è l’agenzia Adnkronos, alla quale il consigliere regionale del Lazio Francesca De Vito spiega il senso del suo post. In cui scrive

“Salvini per un delirio di onnipotenza o invogliato da chi nel 2022 vuole diventare presidente della Repubblica, ha deciso di calcare la mano per avere di più e oggi si lamenta del nostro tradimento”. 

Chi è B.? “L’unico nome che del centro-destra tira le redini da sempre – risponde –  E io dico che entrare nella politica significa essere responsabili“. 

Not in my name

Davide Barillari

Poi, la consigliera regionale, si sposta sul fronte Lazio e affronta la questione del suo collega Davide Barillari. Ha minacciato l’uscita dai Cinque Stelle. Ha prospettato dimissioni in massa e fughe dai paradisi pentastellati. (leggi qui Barillari al M5S: «Niente accordi con Zingaretti, ho visto le sue porcate»). Una sofferenza antica quella del Consigliere: cominciata nello stesso momento in cui un anno fa il M5S ha allacciato una linea di dialogo con Nicola Zingaretti in Regione Lazio, ottenendo la realizzazione di vari punti del suo programma elettorale a 5 Stelle. (leggi qui Barillari in crisi con il M5S: «Voglio uscire dalla gabbia dorata»). Poi però, al momento di rinunciare allo stipendio ed uscire da quella che lui stesso aveva chiamato la Gabbia Dorata, Davide Barillari non se l’era sentita di venire meno ai doveri assunti con gli elettori. Ed allo stipendio che per questo gli viene riconosciuto. (leggi qui Barillari si tiene le coliche e non lascia il Movimento 5 Stelle).

Ora è tornato alla carica, minacciando ondate di dimissioni. (leggi qui L’ultimo Barillari nella foresta: «Pd peggiore della Lega»). Francesca De Vito mette in chiaro che il suo collega parla per se stesso. E basta. Non per il resto del Gruppo presente in Regione Lazio.

Dissento da Davide

«Le dichiarazioni di Davide – afferma con decisione – non mi sono piaciute. Dissento. Per quanto mi riguarda io sarò sempre all’opposizione rispetto a chi non segue i nostri programmi. Noi siamo coerenti sulle idee, non sui partner».

Roberta Lombardi © Stefano Carofei / Imagoeconomica

La sconfessione è piena e totale. «Perché Barillari si è fatto venire il mal di pancia adesso e non 14 mesi fa? – domanda la De Vito – Davide non doveva esprimersi in modo così perentorio mettendo in mezzo i consiglieri regionali. Non è stato prudente».

Indica quelli che sono i problemi concreti dei cittadini, ai quali si aspettano che i Consiglieri Regionali M5S diano una risposta. «Nel nostro Paese – spiega –  in questo momento, i problemi fondamentali sono l’elaborazione di una legge di stabilità che miri ad evitare l’aumento dell’Iva; e una seria legge elettorale, che dia finalmente stabilità all’Italia attraverso un premio di maggioranza al partito vincente. Per il resto non appoggio i personalismi di chi è pro e contro le alleanze politiche. Sono d’accordo solo con Beppe Grillo – conclude – che ci disse di non seguire le persone ma le idee».