“Non nominare Casinelli”: il Pd nel nome dell’ex sindaco

Le nuove tensioni tra il Pd di Sora ed il sindaco De Donatis fanno emergere i retroscena sui tentativi di accordo per risolvere la crisi di maggioranza. L’annuncio della nascitura coalizione di centrosinistra con tanto di Movimento 5 Stelle a bordo fa irritare il primo cittadino. E suscita l’intervento del commissario Pantano.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

La tregua è già finita fra il Partito Democratico di Sora e il sindaco Roberto De Donatis. Sono passati soltanto pochi giorni dai messaggi di solidarietà inviati al sindaco dopo le dimissioni. Meno ancora ne sono trascorsi da quelli altrettanto diretti nei quali si ipotizzava un’apertura Dem ad un possibile governo di emergenza. Salvo poi una brusca retromarcia imposta dal dibattito interno: la Direzione ha preso in maniera netta le distanze dal primo cittadino. Perché l’obiettivo adesso è fare una coalizione di centrosinistra alternativa ed elettoralmente competitiva.  

Una manciata di ore fa c’è stato l’annuncio dell’apertura di un dialogo fra Pd e Movimento 5 Stelle per verificare la possibilità di un accordo elettorale. Un annuncio in cui si parla di discontinuità con le passate Amministrazioni, di trasparenza e di legalità.

A stretto giro c’è stata la risposta del primo cittadino: descrive un Pd Pinocchio che rinnega il proprio passato. Perché? Ha amministrato sia con il centrodestra di Ernesto Tersigni (facendo da stampella al sindaco uscente) sia con il compianto ulivista Cesidio Casinelli (Leggi qui Elezioni a Sora: Pd e M5S coalizione per il ballottaggio).

Casinelli, un valore aggiunto

Adamo Pantano e Roberto De Donatis

Ora nel dibattito interviene direttamente il sub commissario Pd di Sora, Adamo Pantano. Che accusa il primo cittadino di aver distorto la storia recente del Pd sorano. E di avere piegato a suo uso la figura di un simbolo del centrosinistra cittadino: il sindaco Cesidio Casinelli prematuramente scomparso nell’agosto del 2015.

«È paradossale come il sindaco Roberto De Donatis distorca un semplice comunicato congiunto con il M5S in cui è scritto che abbiamo avviato degli incontri. Vogliamo costruire una proposta politica che fornisca all’elettorato sorano un segnale di discontinuità inequivocabile. Sia rispetto alle passate Amministrazioni che, ancor prima, verso il modo abituale di fare politica a livello locale».

C’è una cosa su tutte che Adamo Pantano però vuole difendere. È il ricordo politico di colui che fu il simbolo dell’Ulivo a Sora. «Quando fu eletto Cesidio Casinelli il Pd non esisteva ancora. C’erano i Ds e la Margherita che dialogavano e diedero un grande esempio di maturità politica confluendo poi nel Pd. Quelle forze hanno sostenuto con convinzione l’amministrazione ulivista di Sora. Ed oggi quella Amministrazione è riconosciuta come un valore da parte del Pd. Per questo non è neanche opportuno che a nominarla sia oggi un sindaco sostenuto dal centrodestra e che ad un certo punto della sua storia politica si è proposto come aggregatore delle forze cittadine delle destre”.

“Sei il sindaco del centrodestra”

Lino Caschera

Poi la stoccata politica. Con l’accusa, fra le righe, di trasformismo: “Cesidio non avrebbe mai governato con Lega, FdI e Forza Italia”.

Adamo Pantano si riferisce alla Piattaforma civica, il progetto politico che ha aggregato forze molto distanti tra loro e che cinque anni fa ha consentito a Roberto De Donatis di essere eletto. In quella formula nel 2016 De Donatis riuscì a farsi sostenere da Fratelli d’Italia e Forza Italia, insieme a Patto Democratico, senza la presenza dei simboli di Partito.

Oggi Forza Italia è all’opposizione con Serena Petricca ma molti che vennero eletti nella lista azzurra sono ancora in Amministrazione, seppur fra tanti distinguo: da Lino Caschera ad Alessandro Mosticone. Mentre la Lega che era in opposizione è entrata in maggioranza con il delegato alle Manutenzioni e l’assessore al Welfare Veronica Di Ruscio.  

Con Tersigni un fallimento

Il sostegno dato dai Dem all’Amministrazione di centrodestra guidata da Ernesto Tersigni? Ha una risposta anche per questo, il sub commissario Pantano. L’allora sindaco, nel settembre del 2014, venne abbandonato da una sostanziosa parte della sua maggioranza: era passata in opposizione costringendolo a gettare la spugna. Gli fu possibile evitare il commissariamento grazie ad un accordo ufficiale con il Pd nelle persone del senatore Francesco Scalia, della segretaria cittadina Tiziana Tucci e del consigliere comunale Enzo Petricca.

Adamo Pantano ed Enzo Petricca

Fu proprio  Petricca che, passando in maggioranza durante il Consiglio del 26 settembre 2014, permise a Tersigni di portare a termine il suo mandato, fino alla primavera del 2016. E quella – ribadisce Pantano – non era un’amministrazione di Destra: infatti Ernesto Tersigni aveva lasciato Berlusconi ed il suo PdL per fondare il partito centrista Ncd con Angelino Alfano.

A proposito di quella stampella fornita dal Pd a Tersigni, Pantano evidenzia che “subito dopo, quel fronte si è sfaldato. Ma oggi gran parte dei soggetti protagonisti di quell’Amministrazione sono al governo della città insieme a De Donatis. Non gli conviene criticare quell’amministrazione: criticherebbe una parte della sua”.

Il Pinocchio della piattaforma civica

Adamo Pantano mira sulla linea di galleggiamento. “A proposito di Pinocchio: ma nel 2016 l’allora candidato a sindaco non ha fatto un patto con i suoi elettori per la Piattaforma civica, promettendo di tenere i Partiti fuori dal Comune? Oggi i fatti sono altri, in Consiglio esiste il gruppo di Fratelli d’Italia e per diversi mesi il sindaco si è reso protagonista come federatore del centrodestra”.

Evidente l’allusione di Pantano alla conferenza stampa di fine anno 2020 che il sindaco tenne il 5 dicembre, appena quattro mesi fa. Si riproponeva come candidato della stessa sua maggioranza stavolta concedendo l’uso dei simboli: quindi Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. (Leggi qui De Donatis vuole fare il bis: federando il centrodestra).

Serena Petricca con Luca Di Stefano e Alessandro Mosticone

Ed è sicuramente questo il motivo alla base del No ad un appoggio al progetto di giunta istituzionale deciso dal Pd dopo le dimissioni protocollate da De Donatis il mese scorso. E poi ritirate. Con una crisi di maggioranza ancora tutta da risolvere perché i consiglieri Francesco De Gasperis e Alessandro Mosticone non hanno ufficialmente sciolto alcuna riserva. (leggi qui Dimissioni ritirate: De Donatis passa la patata bollente ai consiglieri).

I retroscena della crisi

Adamo pantano ribadisce la posizione del Pd di Sora: non a qualunque forma di collaborazione con Roberto De Donatis. “Non avanziamo alcuna accusa di illegalità, il Pd non si accoda a nessuno. Soprattutto il Pd non partecipa ai suoi giochetti di continuo mercanteggiamento per trovare numeri che sostengano la sua maggioranza”.

Cosa vuol dire Pantano? Cosa c’è dietro questo veleno? Nessuno si sbottona. Ma col passare dei giorni emergono retroscena su quanto accaduto nelle ore della crisi che hanno portato il sindaco alle dimissioni.

Venerdì 19 marzo. Dopo la mancanza del numero legale (assenti Mosticone, De Gasperis e Floriana De Donatis) il primo cittadino annuncia le dimissioni che protocollerà il lunedì seguente. Arrivano nelle ore successive messaggi di solidarietà e di più o meno velate aperture da parte del capogruppo consiliare Pd Maria Paola D’Orazio (che in più occasioni, per “senso di responsabilità” ha fatto da stampella al sindaco) e da parte del capogruppo di Insieme Si Può Augusto Vinciguerra, anche lui tesserato Pd.

Il tutto però non per un gioco di potere o per condividere l’amministrazione: solo per consentire alla città di avere un governo nel pieno dei poteri con cui affrontare l’emergenza Covid.

Una Direzione contraria

Augusto Vinciguerra

L’ipotesi approda in Direzione. Il dibattito approda ad un punto preciso: viene definito che quella in atto in quei giorni è una lotta interna alle destre che governano con De Donatis. E che non è compito del Pd togliere le castagne dal fuoco alle destre.

Tutti compatti su quell’indicazione. Ma Roberto De Donatis non demorde. Mentre si accingeva ad incontrare due dei tre consiglieri ribelli che gli avevano fatto mancare la maggioranza (Mosticone e De Gasperis) per tentare di ricucire lo strappo, si scopre che il sindaco telefonava a Pantano e gli chiedeva un ripensamento. Ricevendo l’ennesimo no.

Nella conferenza stampa in cui ha annunciato il ritiro delle dimissioni De Donatis sostiene di non aver mai chiesto il soccorso delle opposizioni. Non gli crede Mosticone: una delle accuse mosse è proprio questa, avere cercato il sostegno del Pd invece di chiarire con la sua maggioranza naturale.