Non semplici pali, ma sostegni alla mobilità del futuro

Internet delle cose: le strade parleranno con le auto. Vigileranno, suggeriranno, miglioreranno. E le nuove aree di sosta saranno green, con sistemi ipertecnologici. Anas ha scelto come partner Siderpali di Anagni per realizzare il suo progetto

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Un miliardo di euro: è la cifra monstre che Anas, affidandosi ai giusti sostegni ciociari, investirà nel suo progetto Smart Road. Anche grazie ai finanziamenti 2014-2020 del Programma operativo nazionale (Pon) Infrastrutture e Reti e del Connecting Europe Facility: sia l’uno (attuato dall’ormai Ministero delle Mobilità Sostenibili) che l’altro sostenuti dall’Unione Europea per aumentare la connettività tra gli Stati membri. Un collegamento, però, che sia al passo e anticipi anche l’innovazione tecnologica.

Cosa farà l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade? Nella rete che gestisce – varie strade statali, autostrade e raccordi – creerà un sistema nervoso intelligente: fatto di Internet delle Cose (IoT – Internet of Things), Intelligenza Artificiale (AI – Artificial Intelligence), Megadati (Big Data) e sensoristica avanzata. Così avanzata che in futuro, quando gireranno le auto a guida autonoma – le Self-driving car che circolano senza intervento umano – sarà capace di interagire anche con loro.  

In attesa che il Piano strategico per la Banda Ultra Larga (Bul) faccia il suo sull’intero territorio nazionale, la piattaforma digitale di Anas comincerà a migliorare la sicurezza stradale e a rendere più efficienti i flussi di traffico. Come? Non “soltanto” con rilevazioni della circolazione e segnaletica informativa dinamica. Controllerà l’intera infrastruttura: gestendo gli eventi speciali, come gli incidenti e il transito di merci pericolose, e monitorando lo stato di ponti, viadotti e gallerie. Quelli che in Italia, com’è purtroppo noto, cedono all’improvviso e causano tragedie. Il compito sarà affidato a dispositivi ipertecnologici per la Smart Mobility.

Ci si appoggia su Anagni

(Foto via AG IchnusaPapers)

E i sostegni polifunzionali, riciclabili al cento per cento, sono stati commissionati alla Siderpali di Anagni: squillino le trombe e rullino i tamburi in provincia di Frosinone.

Cosa prevede anche il progetto Smart Road? Le Green Island: le isole dell’ecosostenibilità. Ovvero piazzole dotate di innovativi e stilosi arredi urbani disegnati dall’architetto dinamico Giancarlo Zema.

Hanno sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, tramite pannelli solari, e distributori di energia per i veicoli elettrici. Il tutto verrà fornito da LumineXence: brand del Mitas Group. Che è la stessa holding turca che quattro anni fa salvò la Siderpali: acquistando l’azienda siderurgica anagnina, ormai chiusa dall’allora casa madre Palitalia, al prezzo di 4.7 milioni di euro.

L’accordo tra Anas e Siderpali è triennale e vale 30 milioni di euro. Sono invece 250 quelli che la Società per Azioni, facente parte del gruppo societario di Ferrovie dello Stato, sta investendo nella prima fase del progetto Smart Road.

Le prime tratte interessate sono importanti assi strategici nazionali: oltre al Grande Raccordo Anulare di Roma (A90) e l’A91 per l’Aeroporto di Fiumicino, l’itinerario E45-E55 Orte-Mestre, la Strada Statale 51 di Alemagna (tra le province di Treviso e Bolzano), la Tangenziale di Catania, la A19 Palermo-Catania e la Salerno-Reggio Calabria (A2 – Autostrada del Mediterraneo). I pali verranno installati ogni trecento metri e “dialogheranno” tra loro e con i veicoli. Considerando l’autostrada più lunga della serie, la A2 (quasi 433 chilometri), soltanto lì ne verranno piazzati oltre 1.400. Lungo il Grande Raccordo Anulare (oltre 68 chilometri), più di 200.

Cento per cento ciociari

Una Green Island

Pali in arrivo dallo stabilimento anagnino Siderpali, che dal 2017 al 2021 è passato dal fallimento al pieno rilancio. Sottoscrivendo contratti anche con le maggiori multinazionali italiane. (Leggi qui Mamma li turchi: Ankara si compra la ex Siderpali).

Cento per cento ciociaro il personale e l’indotto della Siderpali: che oggi conta sul 70% dei dipendenti storici. Se continua così, la speranza è che si torni quantomeno alle ottanta-novanta risorse umane di un tempo. È quanto si augura, più di tutti, il General Manager dell’eccellenza siderurgica ciociara: il ceccanese Mario Pizzuti, ingegnere meccanico specializzato in sviluppo manageriale. Guida lo stabilimento di Via Osteria della Fontana: ormai sede secondaria del Mitas Group. È da oltre venti anni, salvo quelli bui, leader italiano nella produzione di qualsiasi tipologia di palo e torre mono-tubolare: con una capacità produttiva media annua di 15 mila tonnellate.

Non i soliti pali

Ora è tempo di pali per la Smart Road. Ma chiamarlo semplicemente palo è chiaramente riduttivo. Ingegner Pizzuti, perché Anas ha scelto voi? Qual è l’innovazione apportata? «È un sostegno differente rispetto ai soliti. È un palo anch’esso tecnologico, frutto di una ingegnerizzazione nuova. Ha una base di acciaio, ma in cima ha tutta una serie di altri materiali che sono compositi e policarbonati. Serve proprio a facilitare l’utilizzo delle tecnologie che Anas andrà a sviluppare negli anni».

«Bisogna considerare che un palo dura quarant’anni. Questa è una struttura che si presta a un utilizzo modulare nel tempo. A fronte delle massime espressioni delle tecnologie attuali, sia in termini di produzione che a livello di sviluppo dei materiali, il prodotto è un ottimo compromesso per cercare di soddisfare le richieste di Anas. Il committente sta apprezzando molto come sta andando avanti il progetto e speriamo di essere coprotagonisti delle Smart Road anche in futuro».     

Mentre il palo Smart Road è stato studiato, sviluppato e definito in accordo al progetto di Anas, quindi un prodotto nato da una sinergia tra le due parti, la Green Island sarà all’insegna della “interna” LumineXence. È qualcosa che proprio Siderpali ha proposto in fase di accordo per i sostegni polifunzionali.

Mario Pizzuti, General Manager di Siderpali

«Si è partiti dal fatto che Anas dovrà realizzare ogni trenta-quaranta chilometri dei punti per raccogliere e gestire i dati della Smart Road. In queste aree, però, non voleva meri centri di raccolta dati. Da qui la proposta dei nostri prodotti della linea LumineXence, che hanno enormemente gradito. Questo ci fa molto piacere perché è un’ulteriore estensione della collaborazione Siderpali-Anas».

«Aree come le Green Island si prestano molto bene a utilizzare buona parte dei prodotti del brand detenuto da Mitas. Dalle pensiline fotovoltaiche per il ricovero delle vetture a quelle più piccole, per i punti di ricarica. Fino ad arrivare ai pali per l’illuminazione, anch’essi fotovoltaici al pari dei “quadrifogli” utilizzati per ombreggiare le zone di camminamento e relax. Le Green Island non saranno tutte uguali. Avranno dimensioni e caratteristiche diverse, a seconda delle specifiche esigenze. Quella più pubblicizzata da Anas, per esempio, verrà realizzata prossimamente vicino a Cosenza ed è abbastanza grande».

Il valore del Made in Ciociaria

Siderpali rappresenta un marchio storico. Dopo le grane del passato, sono arrivati dalla Turchia con la classica valigetta. Dimostrando ancora una volta una serie di evidenze. La più importante: la qualità e la creatività sono elementi chiave per attrarre investitori importanti. Infatti Mitas Group ha continuato a puntare sul Made-in-Italy, o meglio sul Made-in-Ciociaria. A dimostrazione che chi arriva dall’estero investe sulla “nostra” qualità, la mette al primo posto. Il caso di Siderpali Anagni conferma che l’elemento più importante non è la quantità a basso costo che si può trovare in altre parti del mondo.

È stato necessario, però, dover ripartire da zero. «Vicissitudini di carattere finanziario, purtroppo, portarono un importante gruppo italiano come Palitalia a farci rimanere fermi per qualche anno. La capacità del nuovo gruppo, Mitas, è stata quella di puntare tutto su un management italiano che conoscesse il mercato e avesse a cuore il buon nome e la crescita di Siderpali».

«Il mercato, ovviamente, era devastato. I competitor avevano occupato tutte le caselle che noi avevamo lasciato. La crescita repentina che stiamo avendo è data dal fatto che non avevamo avuto problemi di carattere produttivo bensì finanziario. Non c’era, dunque, un problema legato alla bontà dei prodotti».

Oltre al prodotto funzionale e tradizionale, però, abbiamo puntato anche sull’innovazione. Ovvero su prodotti ad alto valore aggiunto, tecnologici, che fornissero qualcosa di diverso da quello richiesto dal mercato tradizionale. I pali per la Smart Road, LumineXence e altri progetti in cantiere rappresenta il plus verso il pieno sviluppo del marchio. Il tradizionale ci aiuta e siamo bravi a farlo, ma puntiamo molto sui prodotti innovativi. Ossia non solo funzionali, ma belli da vedere».

Pali ma belli e funzionali

Vista aerea della Siderpali (Foto via AG IchnusaPapers)

In effetti il livello estetico delle Green Island, nonché dei sostegni polifunzionali della Smart Road, è veramente elevato. Non mere piazzole e pali bensì arredi urbani di alto design. Non da ultimo, ovviamente, il fatto che siano totalmente riciclabili. Nello specifico di cosa parliamo?

«C’è tutto uno sviluppo legato non solo alla ricerca delle energie rinnovabili ma anche dei materiali. Puntiamo molto sul Green. Le parti relative ai corpi illuminanti, per esempio, sono in polietilene e particolari materiali plastici completamente riciciclabili».

«Non solo funzionalità ed estetica, ma anche attenzione all’ambiente. Sono ancora mercati un po’ di nicchia. Ma è normale che, se si deve sviluppare oggi un prodotto, lo si deve fare considerando al contempo finalità, bellezza e impatto ambientale del prodotto. E, sempre per cercare di mantenere un’alta qualità del prodotto e impattare minimamente, abbiamo creato un network di partner formato da piccoli o medi fornitori italiani. È un progetto che richiede un importante lavoro di scouting e partenariato. A noi piace lavorare così».

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