Non servono miracoli, bastano i comportamenti

Come possiamo fare cose straordinarie pure noi? Non ce ne accorgiamo ma c'è molto di straordinario anche in ciò che ci sembra ordinario

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

… chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste.

Gv 14,12

È facile scrollare le spalle quando ascoltiamo questo versetto dell’evangelista Giovanni. Anche i credenti in Cristo, coloro che recitano convinti il simbolo della fede, quello che chiamiamo con la sua prima parola Credo, facilmente dicono che probabilmente si tratta di un modo di dire di Gesù, di un invito a credere, a perfezionare la propria fede…

Com’è possibile fare le opere di Gesù, risuscitare i morti, guarire i malati, cacciare i demoni, moltiplicare i pani? Nessuno di noi può… o no?

Quali sono le opere

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Proviamo a capire quali sono le opere di Gesù. Innanzitutto Egli vuol bene alle persone, segue la volontà del Padre, non si comporta da violento. Non imbroglia, parla  con tutti, non si fa condizionare dai pregiudizi, va a cercare quelli che non sarebbero mai andati a parlare con lui. Non si lascia scoraggiare dai rifiuti, dagli abbandoni, dall’indifferenza, non condanna, esorta a fare il bene. Accorre per aiutare, non si lascia spaventare dalle minacce, non cerca l’amicizia dei potenti, non viene a patti con chi mente. Perdona. Ricostruisce rapporti, guarda in faccia le persone, cerca di capirle, le ama, soltanto poi parla, dicendo la verità…

Troppo spesso i miracoli di Gesù ci fanno sottovalutare i suoi comportamenti quotidiani che invece sono alla portata di tutti noi. Gesù cammina, parla, discute, si affianca alle persone, risponde alle domande, racconta storie, rispetta le norme della sua religione. Più volte gli evangelisti ci spiegano il senso dei suoi miracoli: affinché voi crediate… È una specie di ritornello che accompagna i miracoli, che diventano così una sorta di rafforzativo di quello che Gesù dice.

Chi crede in me

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Penso che ciascuno di noi possa chiedersi se siamo in grado di comportarci come lui. Dovremmo, in altre parole, fare un piccolo esercizio: nel momento in cui ci troviamo in procinto di prendere qualche decisione importante. Proviamo a chiederci cosa farebbe Gesù al posto nostro. Ed ecco che possiamo essere in grado di compiere le sue opere, seguire il suo esempio.

È il significato dell’altra espressione di Gesù: seguimi. La rivolge a tanti, a tutti potremmo dire: alcuni lo seguono, altri no, alcuni per un tratto, altri più a lungo, alcuni lo abbandonano, altri, le donne in verità, rimangono vicino a lui anche nei momenti più duri. Alcuni lo dimenticano subito, non lo riconoscono quando lo incontrano, lo scambiano per un altro…

Probabilmente perché siamo noi a costruirci un Gesù a nostra immagine, molto più semplice da seguire: non ci crea problemi, l’abbiamo creato noi. Siamo dunque chiamati a scegliere: fare le opere di Gesù, quello vero, quello che conosciamo grazie alla tradizione dei 4 vangeli, oppure quello creato da romanzieri, santoni, guaritrici, veggenti e chi più ne ha più ne metta.

È il valore della Parola di cui abbiamo bisogno.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti). 

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)