Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Il requiem per il superbonus. Eppure i segnali erano stati mandati. Come il giorno in cui al sottosegretario venuto a Cassino...
Non si possono fare le cose in modo cialtronesco. Prendendo un’idea buona e mettendoci talmente tanti vincoli da renderla inapplicabile. Oppure, rendendola applicabile solo da chi riesce a capirci qualcosa in mezzo a quella selva di commi, sottocommi, paragrafi e rimandi vari.
Anche perché, quando uno riesce a districarsi in mezzo a questa selva, è capace pure di trovare un cavillo, un’eccezione, un’interpretazione dubbia che gli vada a favore. E se tutto si regge sulle interpretazioni, non puoi negarglielo.
Oggi Mario Draghi ha intonato a Strasburgo il de profundis per il superbonus 110% per la ristrutturazione edilizia. I prezzi necessari per le ristrutturazioni sono più che triplicati: e c’è chi ha abusato di quella misura. Troppi: “una truffa mai vista” ha detto nei mesi scorsi il ministro delle Finanze.
Fa rabbia, non tanto per chi ora resterà fuori da quella misura.
Ma perché proprio chi doveva applicare quella norma – i costruttori – avevano detto fin dall’inizio che così non poteva funzionare. Perché se dai solo un anno di tempo per fare i lavori, tutti corrono ad aprire i cantieri, a chiedere il cemento, i ponteggi: in un attimo i prezzi sono esplosi perché non ce n’era per tutti.
Superbonus, a brutto muso
Più il resto. Detto a brutto muso dal presidente dei costruttori edili della provincia di Frosinone Angelo Massaro al sottosegretario del M5S venuto a tenere un seminario sul Superbonus all’Università di Cassino. Massaro gli spiegò cose elementari, se viste da un ponteggio: ci dai più tempo per fare i lavori, i cantieri si diluiscono ed i prezzi non schizzano in alto. Il ministro Diede rassicurazioni. (Leggi qui: Superbonus, tutti i dubbi di Massaro).
E’ finita con Draghi che dice con chiarezza a Strasburgo Noi non siamo d’accordo.
Bastava ascoltare. Chissà perché non abbiamo voluto farlo.