Non si può essere cristiani a metà nella Chiesa di Francesco

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Excommunicatus latae sententiae: fuori dalla Chiesa di Dio. Senza appello o tentennamenti, subito e in modo automatico. Non c’è spazio per l’ambiguità nella dottrina di Papa Francesco, nessun margine di trattativa né di compromesso con tutti quelli che si riconoscono nel rito del Bambino Gesù di Gallinaro.

Chi pensava che il mastino a difesa della dottrina cristiana fosse Joseph Aloisius Ratzinger non aveva fatto i conti con il pragmatismo gesuita di Jorge Mario Bergoglio.

La Comunicatio che sta per essere letta in tutte le chiese della diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo è un segnale fortissimo dato a tutti i fedeli e contro tutte le sette: «Non si può essere cristiani a metà: o si è con Gesù o si è contro di lui» aveva ammonito il Pontefice nello scorso mese di marzo.

La scomunica inflitta al popolo di Samuele Morcia contiene un messaggio ben evidente tra le righe: è la riaffermazione del Canone Petrino “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. L’obbedienza a Dio è assoluta e incondizionata: anche quando ci sembra sbagliato. Il patriarca Abramo non stette a fare domande quando gli venne detto che doveva sacrificare il suo unico figlio Isacco, perché solo Dio sa qual è il Suo disegno.

L’uomo che cerca di mettere in discussione la dottrina è un uomo in cerca della vera Fede. Ma l’uomo che crea una nuova fede è ben altro. E’ solo una copia sbiadita di quell’angelo che nel paradiso era il più intelligente, il più preparato, il più profondo conoscitore degli uomini e delle loro miserie: per questo non condivideva il disegno di Dio, non capiva perché continuasse ad amarli e sopportarli come faceva tutti i giorni. Decise che era necessario sostituire Dio che era troppo buono e troppo accondiscendente con gli uomini. E si ribellò, seguito da una moltitudine di angeli che erano d’accordo con il suo pensiero.

La bontà di Dio concedeva pure questo, la possibilità di ribellarsi a Lui.

Un istante prima di far partire la ribellione, un altro angelo, pose una domanda. Semplice, banale, disarmante: ‘Quis ut Deus?’ Chi è come Dio? domandò San Michele Arcangelo a Lucifero. E fu così che precipitò sulla terra, sulla quale ebbe il potere sugli uomini.

Non c’è spazio per compromessi nel cristianesimo di Bergoglio. Ma c’è spazio per la Misericordia: tutti gli scomunicati di Gallinaro, se vorranno, potranno rientrare: a condizione che si pentano. E’ per questo che la Superbia è peccato mortale. Soprattutto nella Chiesa di Francesco.

Laus Deo

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