Non sono i soldi a fare la felicità

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Se pensate che i soldi siano tutto...

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Meglio una cosa ben pagata o meglio una cosa che ci piace fare? È l’interrogativo con il quale si sono confrontati in tanti, posti di fronte alla possibilità di fare un lavoro remunerato in modo decoroso oppure rinunciare per fare qualcosa meno solido ma che fosse più nelle nostre corde.

Non c’è una risposta valida per tutti. E non c’è una risposta giusta o sbagliata. È una scelta. E in quanto tale impone di rinunciare a qualcosa per averne altre alle quali teniamo di più.

Così, ci sono quelli che pur di avere il posto fisso hanno deciso di mettere da parte i loro sogni di sempre. E ci sta. Lo hanno fatto pensando che fosse più importante di tutto garantire una solidità a se stessi ed alla famiglia.

Allo stesso tempo, tanti altri hanno detto no al posto fisso, sentendosi soffocare alla sola idea di dover fare sempre le stesse cose in attesa che arrivi il giorno della pensione per poter tornare a sognare. Chi ha detto no ha preferito sognare da subito perché questo li fa sentire bene e pur di sentirsi così sono pronti ad affrontare le mille difficoltà che questo comporta.

Scelte diverse, perché siamo diversi, veniamo da storie diverse, vediamo il mondo diverso. E vogliamo andare in parti diverse.

È per questo che Valentina Cintoi a 47 anni ha deciso di lasciare il suo lavoro da top manager che l’aveva già portata a lavorare in America, Israele, Norvegia, Inghilterra: con soddisfazione ricorda ‘Nella mia vita ho fatto 18 traslochi’. (leggi qui)

A 47 anni ha detto basta. Ha rinunciato al suo stipendio da top manager per un posto precario a 1600 euro: nella vita voleva fare l’insegnante, la faceva stare bene. Ed ha deciso di mollare tutto per i suoi sogni.

Perché, dopotutto non sono i soldi a fare la felicità.

Senza Ricevuta di Ritorno.