I nostri enti sono malati di poltronismo: finora solo chiacchiere

«La malattia della politica ha contagiato anche alcuni enti intermedi in provincia di Frosinone. La malattia si chiama poltronismo». Silvio Ferraguti va dritto al punto: il responsabile regionale di Forza Italia delle attività produttive, già presidente di Federlazio e imprenditore, non si nasconde.

Alessioporcu.it – La malattia l’ha detta. A quali enti intermedi si riferisce?
Ce ne sono diversi, ma quelli, tra l’altro più significativi per lo sviluppo del territorio, sono “l’Asi e il Cosilam. Sì, mi riferisco a questi due Consorzi industriali. Cosa stanno facendo di concreto per il territorio e per le imprese? Nulla di nulla. A parte il fatto che sarei favorevole alla fusione (due non hanno senso in un territorio dove alcune aziende chiudono ed altre fuggono), faccio una semplice considerazione: in tutti questi anni quali sono le iniziative messe a punto da questi due Enti? Hanno provato a fare una verifica sulle effettive necessità e sullo stato urbanistico-produttivo delle aree? Un’operazione doverosa considerando le imprese che hanno chiuso e i cambi di destinazione d’uso che stanno snaturando la vocazione produttiva dell’intero territorio. Poi c’è un’altra cosa: i Consorzi industriali dovrebbero porre in essere azioni finalizzate a facilitare gli investimenti delle aziende, se non hanno idee basterebbe copiare le iniziative intraprese in altre aree industriali non molto distanti con le quali sono riusciti ad attrarre investimenti significativi. L’Asi e il Cosilam lo hanno fatto? No”, anzi tutt’altro.

Si parla di ripresa dell’occupazione in Italia: lei che la gira, da industriale e da politico, l’ha incontrata questa ripresa?
«Chi ne parla? Il presidente del consiglio Matteo Renzi e basta. Salvo poi essere smentito da tutti gli organismi “terzi” e dalle agenzie indipendenti. Il Jobs Act non ha creato nuovi posti di lavoro, è servito esclusivamente a convertirne molti. Questa è la realtà è inutile creare illusioni”, ci vuole un vero cambiamento di passo».

A proposito di lavoro: il 14 giugno 352 lavoratori della cosiddetta Vertenza Frusinate perderanno ogni tipo di sussidio. La Regione in queste ore ha proposto di affidargli i lavori socialmente utili
«Il 14 giugno cosa racconterà la politica alle madri e ai padri di famiglia che non avranno più la mobilità? Lo dico forte e chiaro: la classe dirigente la deve smettere di illudere queste persone. Parliamo di lavoratori che chiedono di lavorare, chiedono dignità, chiedono di portare il pane a casa. La Regione Lazio ha annunciato iniziative e tavoli che si sono rivelati fallimentari e sul reddito di cittadinanza ha fatto sapere che non ci sono i soldi. Perché non dirlo subito? Perché creare false speranze? Credo davvero che a giugno ci sarà una vera e propria emergenza sociale, sperando che si limiti solo a questa. La politica locale e regionale ha sottovalutato in maniera superficiale questo tipo di emergenza. Sono trascorsi mesi a rinviare continuamente».

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato una serie impressionante di finanziamenti per la provincia di Frosinone. Ed ha invitato gli industriali a fare la loro parte. Ed a fare di più
«La presidenza di Zingaretti si è distinta per l’effetto annuncio. E basta. Allo stesso modo gli assessori regionali, non perdono occasione per promettere tutto e il contrario di tutto. Ma, quando servono decisioni vere e concrete, dove stanno Zingaretti & C.? Non ci sono: i problemi della sanità sono irrisolti, l’emergenza della Vertenza Frosinone è drammatica, potrei andare avanti, ma rischierei di essere ripetitivo. Come dice De Niro nel film Gli Intoccabili, “solo chiacchiere e distintivo”. Nulla di più».

Nei giorni scorsi abbiamo rivelato che la Provincia di Frosinone non è in grado di smaltire nemmeno le pratiche urgenti inoltrate dalle imprese, che hanno bisogno delle autorizzazioni ambientali. Quanto rischia il nostro tessuto industriale?
«Si, si tratta di una situazione intollerabile. E’ la prova provata dei danni che la nullità di alcune scelte politiche provoca. L’ambiente va rispettato, su questo non c’è dubbio. Ma non penalizzando le aziende e soprattutto valutando con capacità talune iniziative che in altre nazioni vengono svolte all’interno delle grandi città, sfruttandone le risorse derivanti. E il punto è proprio questo: la burocrazia impera perché la politica non è all’altezza della situazione. Perché tanto tempo per il rilascio di un’autorizzazione ambientale? Forse per incapacità valutativa? Forse per carenza di personale? O forse per paura di assumere decisioni? Nessuna risposta che ho sentito mi convince. La verità è che la politica non sa decidere, si lava le mani, si nasconde. Il nostro territorio non potrà mai risorgere con questa classe dirigente, capace soltanto di fare chiacchiere. Si parla tanto ma non si agisce mai. Il punto è sempre e soltanto questo. I tempi dell’impresa non possono (e non vogliono) più aspettare quelli della politica. Poi non ci lamentiamo se le aziende che finora hanno resistito in questa provincia magari guardano altrove».

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright