Nuova giunta, vecchie abitudini: per Ottaviani la maggioranza spaccata di sempre

A Silvio Berlusconi il sindaco Nicola Ottaviani è intenzionato a rispondere: «No grazie».

Specialmente dopo la giornata di ieri dedicata alla formazione della giunta, nella quale sono riemersi tutti i riti della Prima Repubblica, il manuale Cencelli, le furbate dei gruppi consiliari, incapaci di sintonizzarsi sulle stesse frequenze del primo cittadino.

Alla fine il sindaco ha deciso di amministrare lui la delega regina per qualunque Amministrazione, l’Urbanistica. Non si fida di nessun altro. Ha confermato il fedelissimo Riccardo Mastrangeli al Bilancio e alle Finanze perché c’è un Piano di rientro decennale da completare e anche in questo caso Ottaviani non si fida di nessun altro.

Poi è passato ai gruppi e qui sono arrivate le dolenti note. A Cuori Italiani ha chiesto una donna: Rossella Testa. Via libera da Carmine Tucci (il coordinatore politico), non dal consigliere comunale Carlo Gagliardi. Vuol dire che il gruppo non ha discusso al suo interno in tre settimane passate dalle elezioni. Alla Testa le deleghe al Centro Storico e all’Artigianato.

Alternativa Popolare ha indicato Pasquale Cirillo, primo dei non eletti: Patrimonio e Governance. Si è imposto Alfredo Pallone, dopo che il consigliere Francesco Trina aveva comunicato di non voler entrare in giunta ma affermando di voler indicare comunque lui l’assessore (Andrea Turriziani). Cirillo non ha un consigliere di riferimento.

Forza Italia ha indicato Cinzia Fabrizi (Rapporti con l’Unione Europea e Politiche Giovanili): i veti del gruppo su Alessandra Mandarelli, preferita dal sindaco, hanno avuto la meglio. Non mancheranno scossoni.

Antonio Scaccia, leader della Lista per Frosinone, è assessore al Commercio. Ma non ha voluto sentire neppure parlare della possibilità di indicare una donna.

Gli assessori della Lista Ottaviani sono Massimiliano Tagliaferri (Servizi Sociali e Ambiente) e Valentina Sementilli (Cultura e Sport): ma pure nella civica di riferimenti i problemi non sono mancati. Il consigliere Gianpiero Fabrizi, al quale il sindaco ha comunque dato la delega ai Grandi Eventi, non ha voluto neppure nascondere la delusione.

Nel Polo Civico poi la scelta dei due assessori (dopo tre settimane) è stata più difficoltosa di una riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu sul Medio Oriente. Fabio Tagliaferri sarà vicesindaco e si occuperà di Lavori Pubblici e manutenzioni. Maria Teresa Collalti alla Polizia locale, a meno che non accetti la prima degli eletti Debora Patrizi.

E’ nel Polo Civico che si è registrata la prima frattura. L’accordo pre elettorale prevedeva che il numero degli assessori sarebbe stato in proporzione ai consiglieri eletti: in questo caso, i 4 consiglieri mandati in aula davano diritto a 2 membri in giunta. I nomi? L’accordo interno prevedeva di sceglierli tra i più votati: i primi 6 per numero di preferenze dovevano accordarsi sul ruolo da svolgere in amministrazione, tra Aula e Giunta. Ma nell’elenco degli assessori non c’è Valeria Morgia. E nemmeno quello di Flora Ferrazzoli. «Il sindaco Ottaviani – racconta Valeria Morgia – mi ha detto che non risultavo gradita ad una parte della Lista. Nella lista mi dicono di stare buona perché tanto questo assessorato durerà sei o sette mesi. Per me invece da questo momento salta tutto l’accordo».

La lezione della prima consiliatura, che aveva costretto il sindaco alla rotazione ogni cinque mesi degli assessori con continui compromessi, non è bastata.

In consiglio comunale vedremo l’atteggiamento dei delusi.

Nicola Ottaviani ha avuto la conferma che se dovesse lasciare la carica di sindaco la sua maggioranza si trasformerebbe in un’Armata Brancaleone destinata a schiantarsi. Veti, invidie, ripicche, intese tenute insieme da una colla di quarta lega sono zavorre che restano sul campo.

Tre liste sono rimaste fuori: Frosinone Capoluogo, Fratelli d’Italia, Forza Frosinone. Ci saranno deleghe ai consiglieri, presidenze di Commissione e incarichi nello staff di Ottaviani. In attesa della staffetta con Alternativa Popolare e Cuori Italiani.

Nel frattempo Nicola Ottaviani sarà assediato dai singoli e dai gruppi della sua maggioranza. A meno che non decida davvero di lasciare tutto per altri lidi.

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