Nuova Luce all’Annunziata di Cori: la cappella Sistina dei Lepini

Pochi la conoscono. Ma a Cori c'è una cappella che allo stesso modo della Sistina in Vaticano racconta ai mortali quello che sarà il giorno del Giudizio. E da questa sera sarà possibile vederla sotto una nuova luce

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Chi è buono? Chi è cattivo? Chi si salva, chi si salverà, chi no quando sarà tempo? A Cori c’è una cappella con la volta a botte che “da le risposte“. Qui, per secoli i cristiani di queste lande venivano a vedere con gran stupore come sarebbe stato il giorno finale, quello del Giudizio.

A Roma lo facevano nella Cappella Sistina e la “scrittura” era di Michelangelo. Ma non era, non è, da meno lo stupore che si prova a Cori in questo luogo dove tutto, dico tutto, è colorato è “scritto“, fitto fitto. Il Giudizio Universale, gli Apostoli e i conti con questa fede che quel giorno “giudicherà i vivi ed i morti“, ma mentre stupisce.

Lo stupore nella bellezza

Immagino i miei contadini senza terra venire qui. Entrare nell’ombra di una costruzione e trovarsi tutti i colori del mondo in un racconto. E’ questo stupore nella bellezza la vera prova che la Fede ha fondamento nella capacità di creare quello che sarà. Una Fede che rifà anche il cielo, lo popola di vita, di vite di anima.

Davanti al fedele l’angelo che annuncia a Maria la “richiesta” di un Dio che per fare uomo suo figlio ha bisogno di una madre, di una donna; poi la nascita umile tra bue e asino; e poi la venerazione dei potenti a lui che si è fatto onnipotente ma ha bisogno delle braccia della madre.

Uno stupore, come leggere mille libri insieme. Avviene in pochi luoghi: qui, alla Cappella Sistina, nella cappella degli Scrovegni a Padova. Solo che qui siamo in questa terra dove ogni cosa è quasi segreta, terra alla “vigilia” della fine del mondo, degli inferi della palude. Terra dove devi dipingere la salvezza perché il dolore lo hai davanti, dove anche l’aria era malata.

Nuove luci

Ora hanno cambiato le luci in questo posto, luci che fanno più bella la bellezza. Ma quando entrate ricordate che l’hanno dipinta per far grande la speranza nella misericordia di Dio, anche nell’ultimo giorno, dipinto nella controfacciata davanti alla “speranza” che nasce.

La Cappella fatta erigere nel 1411 dal potente cardinale spagnolo Pedro Fernandez De Frias, ci ricorda il catalogo de I Musei del Lazio. Faceva parte di un complesso agostiniano di origine medievale sorto nella prima del Duecento nei pressi del centro cittadino. 

La Cappella della SS. Annunziata a Cori è monumento nazionale. E da questa sera si riveste di una nuova luce, mostrando ancor meglio che in passato la sua bellezza e il suo splendore. Nuova luce studiata dagli uomini per esaltare ancora di più la luce di fede che emanano quei dipinti.

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