Oddio si rivota subito. I neo parlamentari dal sogno all’incubo

Salvini lancia la data dell’8 luglio. Se così fosse, tra un mese bisognerebbe presentare le liste con i candidati. Niente pensione per i nuovi eletti. E dubbio ricandidabilità per i 5 Stelle. Martina: «Sono irresponsabili». Chi potrebbe riprovarci e chi no.

Se davvero si voterà l’8 luglio, allora mancano già due mesi all’appuntamento con le urne. Il che significa che le liste e i candidati dovranno essere presentati l’8 giugno. Insomma, siamo già in campagna elettorale.

Ma intanto domani il Parlamento riapre. Come riapre? Sì, perché, dopo l’insediamento del 24 marzo e dopo poco meno di un mese di lavoro, ai neo deputati e senatori sono stati dati 15 giorni di vacanza. Infatti, tra Festa della Liberazione del 25 aprile e quella dei lavoratori del 1° maggio, il Parlamento è rimasto chiuso dal 18 aprile al 7 maggio (oggi).

Fra l’altro le Commissioni ordinarie di Camera e Senato non sono state ancora composte vista la mancanza di un accordo per una maggioranza parlamentare e per questo i lavori sono fermi fino a quando non verrà nominato un nuovo Governo.

 

Al lavoro per 13 ore (scarse)

Secondo quanto riportato dall’Ufficio informazioni parlamentari del Senato, dal 23 marzo al 18 aprile – giorno in cui il Parlamento ha “chiuso per ferie” – i nuovi senatori hanno lavorato per 12 ore e 56 minuti. Insomma, l’equivalente di una giornata e mezza di lavoro per un impiegato normale. Stesso discorso per i deputati, i quali sono stati a Montecitorio solamente per il tempo dello svolgimento di 7 sedute parlamentari.

Nel frattempo, come confermato da Il Fatto Quotidiano i senatori hanno ricevuto l’accredito del loro primo stipendio da parlamentari. Si parla di più di 13mila euro che comprendono i 5.767 euro di indennità, 3.500 euro di diaria, 2.090 euro di rimborso per le spese di mandato e 1.650 euro di rimborso forfettario delle spese di mandato. Importo simile per i deputati.

 

Così niente pensione

Va detto però che il 58% dei parlamentari è al primo mandato e dovranno restare in carica per almeno 4 anni e 6 mesi (oppure sperare di essere rieletti) per maturare il diritto alla pensione. Quello che una volta si chiamava vitalizio.

Al primo mandato sono quasi tutti i parlamentari della Ciociaria: i senatori Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) e Gianfranco Rufa (Lega), i deputati Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi (Lega), Enrica Segneri e Ilaria Fontana (Cinque Stelle). L’unico ad aver già espletato un mandato è Luca Frusone (Cinque Stelle).

Naturalmente si andrà alle urne con questa legge elettorale e quindi tutti gli eletti punteranno alla conferma della candidatura. Sarà scontato? Chissà.

Nel centrodestra, per esempio, Mario Abbruzzese (Forza Italia) potrebbe riprovarci. E se il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani dovesse scendere in campo con la Lega chi gli farà spazio?

I Cinque Stelle faranno valere la regola dei due mandati (Frusone sarebbe fuori) o faranno un’eccezione visto che la legislatura durerà 4 mesi e 4 giorni?

Nel Pd Francesco De Angelis stavolta non vorrà sentire ragioni: capolista nel listino blindato. Ma se il Pd puntasse su Nicola Zingaretti. Si voterebbe anche alla Regione Lazio. 

Cercasi tranquillanti per i neo eletti.

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