«Oggi, niente auguri per favore Grazie!» (di R. Cacciami)

La stilettata dell'affilatissima Rita Cacciami nel giorno tradizionalmente dedicato alle Donne. «Oggi, niente auguri per favore Grazie!» Ecco perché.

Rita Cacciami

In punta di stiletto. Il veleno è previsto nella ricetta.

Un 8 marzo speciale.

Dedicato a chi veste come più desidera. A chi mangia perché ha fame e non conta le calorie. A chi desidera guardarsi allo specchio e vedere una persona serena. Dentro e fuori. A chi si piace e si compiace del lavoro fatto su se stessa. E a chi urla e sbatte i pugni per rivendicare i propri diritti.

Sì, sarebbe bello avere una giornata così tutta per noi, solo per esprimere con una sonora risata la nostra grande voglia di vivere. E invece le cose spesso vanno diversamente. C’è poco da sorridere, in certe case. O in alcuni uffici. E anche al semaforo è frequente veder gesticolare le coppie che in quel piccolo abitacolo chissà quanto stanno urlando. O forse uno urla e l’altro subisce solo, chissà.

La frase emblematica di oggi l’ho rubata ad una ragazzina, che ha scritto a chiare lettere: “Vi prego, non mandatemi gli auguri voglio solo urlare al mondo Stop alla violenza”.

Se state pensando che sia una frase fatta, di quelle che molti spacciano ogni giorno sui social per scrivere qualcosa ad effetto, siete fuori strada. Lei, ancora alle soglie dell’adolescenza, sa già troppo e lo ha verificato sulla sua pelle.

E’ solo una ragazzina ma sa cosa significa “maschio, molestia, donna”. Non è lei la vittima predestinata. Ma è come se lo fosse. Perché da tempo sotto mira c’è la madre. Lei, che di anni ne ha pochi, fa di tutto per urlare al mondo ogni giorno che i suoi genitori e la sorella non si toccano. Che le donne in generale non si toccano. E quanto male fa dover denunciare, denunciare e ancora denunciare. Ripetendo le stesse cose, ossessivamente.

E poi ancora andando a raccontare i propri stati ansiosi al medico del pronto soccorso.

Eppure è necessario, perché il silenzio non risolve. Bisogna esporsi, mettersi a nudo, raccontarsi, vedere negli sguardi degli altri quel misto di compassione e incredulità. Per evitare che si arrivi al peggio. E allora sì che è troppo tardi.

Questo 8 marzo è dedicato a tutti quelli che sono tempestivi. Che non perdono tempo in chiacchiere e divieti di avvicinamento a mezzo chilometro.

I molesti, i folli, gli ottenebrati di gelosia e di rabbia vanno tenuti a larghissima distanza. E da lì resi innocui. Anche se muniti di gradi e stellette. Diplomi ed encomi.

 

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