Terremoto in Federlazio: Olivetti se ne va. I sospetti su Frosinone

Terremoto in Federlazio. Si dimette il presidente di Latina dopo la tempestosa Assemblea generale di ieri. Culminata con il licenziamento del direttore Motolese. L'aiuto negato da Casinelli. I sospetti di un gioco con cui favorire Frosinone nei futuri assetti per la Camera di Commercio

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Terremoto in Federlazio. Il presidente della federazione di Latina Giampaolo Olivetti si dimette e ritira dall’associazione degli imprenditori le sue due aziende. Ma non è l’unico. Altri esponenti del direttivo provinciale stanno decidendo se rimanere nella Federazione delle Piccole e Medie Imprese del Lazio. Su tutti, gli imprenditori Raffaele Loggia e Maurizio Martena. Manca l’ufficialità ma in queste ore hanno detto di voler andare via.

A scatenare il terremoto è stata l’assemblea generale riunita mercoledì a Roma. Culminata con il licenziamento del direttore provinciale di Latina Saverio Motolese. (leggi qui La guerra di Federlazio sull’asse Frosinone – Latina)

 

Lo sfregio a Latina

Giampaolo Olivetti e gli altri due dirigenti provinciali hanno deciso di prendere cappello per gli affronti subiti da Latina.

Il primo è stato in occasione degli apparentamenti. Sono le alleanze tra associazioni, con cui si decidono gli equilibri della futura Camera di Commercio unificata Frosinone – Latina. Una potenza economica che la collocherà all’ottavo posto in Italia.

Il giorno in cui gli imprenditori pontini dovevano firmare gli apparentamenti si sono visti arrivare da Roma il potentissimo direttore generale Luciano Mocci. Che ha firmato al posto loro.

«E noi?» ha domandato il presidente Olivetti.

La risposta di Mocci è stata, nella sostanza «Il presidente regionale Silvio Rossignoli ha voluto evitare che potessero esserci attriti tra l’associazione di Frosinone e quella di Latina. per questo ha conferito a me la delega».

In pratica, sono stati scavalcati tutti. Per proteggere lo schema di equilibri disegnato da Luciano Mocci su delega di Silvio Rossignoli. Uno schema che tiene conto dei rapporti su tutto lo scenario regionale e nazionale.

 

No al licenziamento

Un atteggiamento che non è stato apprezzato dagli imprenditori di Latina. Il direttore Saverio Motolese ha seguito la linea dei suoi associati. E continuato a tessere strategie e relazioni sulla base delle loro indicazioni.

A costo di entrare in rotta di collisione con Luciano Mocci. Che alla fine ne ha chiesto la testa. E ieri l’ha ottenuta.

Un licenziamento motivato con «…una serie di comportamenti che non sono in linea con la policy di Federlazio. Gli stessi hanno portato a contrasti interni. E soprattutto hanno determinato incomprensioni e fratture all’interno di Federlazio».

Tra le contestazioni c’è il mancato appoggio al progetto editoriale del presidente della sede di Frosinone Alessandro Casinelli che mirava ad espandere su Latina il quotidiano La Provincia di cui è proprietario della testata.

A Saverio Motolese è stato addebitato, tra le altre cose, di non avere offerto un adeguato supporto. E di non essersi messo a disposizione per aiutarlo ad implementare la crescita e l’espansione del giornale.

Gli imprenditori associati a Federlazio ed il Direttivo però hanno detto no a quel licenziamento. «Noi stiamo bene con il nostro direttore, quelle contestazioni sono pretesti».

 

Alessandro aiutaci

Secondo alcune autorevoli indiscrezioni che nessuno vuole confermare (ma che nessuno smentisce) il presidente Giampaolo Olivetti ha chiesto aiuto al suo collega di Frosinone Alessandro Casinelli.

«Alessandro – avrebbe detto in sostanza Olivetti – noi dobbiamo fare squadra: qui è in gioco l’autonomia delle province: rischiamo di diventare burattini nelle mani di Roma che decide tutto sulla nostra pelle. Così non si può andare avanti: siamo noi imrenditori a dover decidere le strategie ed i tecnici, che sono nostri dipendenti, a doverle attuare. Ma qui sta accadendo il contrario».

La risposta di Casinelli sarebbe stata un ragionamento sulla ‘ragion di Stato’. Nel quale avrebbe ricordato il licenziamento del direttore Roberto Corbo, mandato via dalla Federazione di Frosinone perché non allineato alle indicazioni che arrivavano da Roma.

A prescindere dalle parole usate, il messaggio è stato chiaro: nessun appoggio sarebbe arrivato da Casinelli. Che è in piena sintonia con Rossignoli e Mocci.

Giampaolo Olivetti ha tentato un’ultima disperata mediazione. Chiedendo che il licenziamento venisse sospeso. Perché lui e gli altri associati hanno piena fiducia in Motolese. E perché confidavano nel fatto di poter mediare tra il direttore di Latina ed il direttore generale.

Nulla da fare.

 

Il nodo è la Camera di Commercio

Una volta che si è arrivati al licenziamento, Giampaolo Olivetti ha preso carta e penna e si è dimesso. «Quanto è accaduto è inaccettabil. Non si possono prendere simili decisioni a livello regionale senza coinvolgere gli imprentori pontini. Motolese ha la nostra stima e il nostro appoggio. Mi viene da dire che Federlazio è cambiata, era una associazione che aggregava, ora disgrega».

Il nodo non sono le 29 contestazioni avanzate a Motolese.Ma gli equilibri ed i rapporti di forza della futura governance della Camera di Commercio Frosinone – Latina.

Luciano Mocci sta costruendo un sistema di governo che tenga conto degli equilibri già raggiunti nella Camera di Commercio di Roma. Dove Federlazio lo ha mandato a presidiare il fronte.

«Ho l’impressione che ci sia un disegno con il quale sfavorire Latina – dice Giampaolo Olivetti mentre i numeri degli iscritti dicono l’esatto contrario. E cioè sono a nostro favore. Mi sembra che si stia perseguendo una strategia che invece voglia favorire altri. ma a questo punto mi interessa poco».

Ora è un ex presidente.