Chi mangia la ciambella, chi grida “Viva San Rocco”. E chi attacca i migranti

Durissima omelia di don Donato Piacentini a Sora in occasione della processione in onore di San Rocco. Contro l'ipocrisia. Pensiamo ai migranti non a chi soffre vicino a casa. Poi lo scivolone e attacca i disperati della Open Arms. E il caso diventa nazionale

C’è chi fischia. E chi applaude. Don Donato Piacentini parroco a Sora, se ne preoccupa poco: dice quello che pensa. Il problema è che lo fa durante i festeggiamenti in onore di San Rocco. La piazza di Sora è piena, il giorno è quello di Ferragosto e l’Italia è con il coltello tra i denti: divisa tra i sostenitori di Matteo Salvini e quelli che vorrebbero affondare le zattere con i morti di fame in arrivo dalla Libia, contro quelli con le braccia aperte verso chi fugge da fame e torture.

Don Donato tuona: «Quali persecuzioni? – scandisce durante l’omelia in riferimento ai migranti di Open Arms Guardiamo alla nostra Patria, alle persone che hanno bisogno qui».

Alcuni hanno applaudito, altri hanno fischiato e se ne sono andati. Il video è finito in Rete: lo ha ripreso La Repubblica. (guarda qui).

Nel corso della processione, monsignor Piacentini ha parlato della necessità di ritrovare una cristianità più vicina: «che vive accanto ad ognuno di noi». In pratica: ha esortato i credenti a ritrovare la sofferenza in chi ci sta accanto: gli anziani rimasti soli, il vicino di casa malati, le persone che hanno bisogna di una parola di conforto. Ha ricordato che nessuno si fa carico di aiutarli, forse perché la quotidianità non finisce sotto i riflettori della tv.

«Dove sono gli uomini che se ne fanno carico? Voglio essere polemico: non sono sulle navi che si vanno a soccorrere, non sono le persone che hanno telefonini oppure catenine catene d’oro al collo… E dice che vengono dalle persecuzioni. Quale persecuzione? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, guardiamo la nostra Patria. Guardiamo le persone che ci sono accanto che hanno bisogno: e io quante ne conosco. Tante, tantissime, sono una marea di persone che si vergognano del loro stato di vita perché non si può vivere in certo modo con queste disuguaglianze.

Qualcuno ha applaudito, altri sono andarti via.