Ora è crisi di nervi. Leone si dimette. D’Alessandro: «Avevo detto di non farlo»

Più che crisi politica quella in atto a Cassino è crisi psichiatrica. I dissidenti fanno dichiarazioni opposte: "Siamo in opposizione". "No siamo in maggioranza ma critici". Leone si dimette senza l'autorizzazione del sindaco. "La politica non può giocare sul bilancio"

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Non è più una crisi politica: quella in corso all’interno di Forza Italia a Cassino è una crisi psichiatrica. Nella quale i diretti interessati hanno perso l’orizzonte.

Piccola premessa per chi avesse perso le puntate precedenti: da alcune settimane il gruppo consiliare di Forza Italia si è spaccato in due. Leali al sindaco sono il presidente della Commissione Bilancio Gianrico Langiano, la presidente della commissione Servizi Sociali Francesca Calvani, la delegata alle politiche ambientali ed ex assessore Dana Tauwinkelova; contro il modo di governare utilizzato dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro sono schierati il presidente d’Aula Dino Secondino, la capogruppo e consigliere provinciale Rossella Chiusaroli,  il presidente della commissione Affari Istituzionali Gianluca Tartaglia.

Si sono spaccati perché il sindaco ha dato a Franco Evangelista la ricchissima delega a Lavori Pubblici e Manutenzione. Alla quale miravano i dissidenti. Che con questa operazione si trovano in mano solo deleghe politiche e non amministrative.

Crisi psichiatrica

La crisi è ad un punto psichiatrico. Nei giorni scorsi i dissidenti hanno detto di essere stati messi all’opposizione dal sindaco. Colpa della sua chiusura totale al dialogo. (leggi qui Trattative fallite, a tutta velocità verso gli scogli)

La frase sul comunicato è:

«Siamo costretti a constatare, non senza dispiacere, il perdurare di un inspiegabile atteggiamento politico del Sindaco che, di fatto ed in assenza dell’azzeramento richiesto, ci estromette dalla sua maggioranza».

Oggi una parte dei dissidenti dice di essere all’opposizione ed una parte di essere in maggioranza.

Leggere per credere. Su Il Messaggero, Domenico Tortolano ascolta il presidente del Consiglio Comunale Dino Secondino. Che gli dice:

«Non siamo all’opposizione, siamo in maggioranza in posizione critica verso il sindaco. Io credo ancora nel progetto politico iniziale perché sono stato tra i promotori. E’ in corso un dibattito interno anche se il sindaco continua a respingere i nostri appelli. Chiediamo condivisione e partecipazione all’attività amministrativa che non c’è».

Su Ciociaria Oggi, Katia Valente ascolta l’altra dissidente Rossella Chiusaroli. Che le dice:

Mi accusano di aver messo in campo un semplice bluff? Io non sto bluffando, resto ferma sulla mia posizione. Il sindaco ci ha messi all’opposizione. Noi siamo all’opposizione. Il sindaco in questo momento non ha una maggioranza.

Il crollo di Leone

Non basta. Il sindaco Carlo Maria D’Alessandro ha lanciato un appello all’unità. Al quale questa mattina ha risposto l’assessore Benedetto Leone: dimettendosi. Senza nemmeno averne informato prima il sindaco.

Lo ha fatto nel corso della Conferenza Stampa, nella quale ha tracciato il bilancio dell’attività svolta nei Servizi Sociali ed ha annunciato le dimissioni.

Sono consapevole che queste creeranno uno scossone forte e determinante in questo delicato momento per il nostro Comune.

Io ho terminato qui il mio lavoro di Assessore, e consegno ai consiglieri il lavoro fatto. Adesso Cassino ha bisogno più che mai di loro. Ha bisogno che questo bilancio venga approvato. Ha bisogno che questo documento contabile che indica la strada da percorrere, venga approvato con senso di responsabilità da parte di tutti in Consiglio Comunale.

A sfrondare il bellissimo discorso e portarlo alla sostanza è ancora una volta il giornalista bimillenario di Cassino: Domenico Tortolano, corrispondente di lungo corso per Il Messaggero.

Gli tira fuori un appunto di luglio 2018. Risale a quando l’assessore al Bilancio Ulderico Schimperna rassegnò le dimissioni. Nella pergamena srotolata da Tortolano c’è scritto: “Luglio, Schimperna avverte la maggioranza e sollecita a tagliare adesso perché a gennaio arriveranno i commissari e faranno di peggio, dice che bisogna incidere la carne e fare scelte dolorose sui Servizi Sociali. Leone si oppone in maniera violenta. Schimperna se ne va e tra poco si dimette“.

Il decano dei corrispondenti domanda a bruciapelo all’assessore Leone: «Aveva ragione Schimperna?». Risposta: «Si, Schimperna aveva ragione».

Cosa intende? Leone mette in chiaro. «Ulderico Schimperna all’epoca ha ragionato da preparatissimo tecnico quale egli è. La politica invece ragiona in modo diverso: cerca soluzioni alternative a quelle tecniche – ragionieristiche. E noi siamo riusciti a trovare le soluzioni. Ora per attuare queste soluzioni è necessario che si approvi il Bilancio. Se le mie dimissioni possono essere utili per favorire l’approvazione del Bilancio io mi dimetto».

In pratica: non ci sono i soldi per fare tutto. O si approva il Bilancio e passano le soluzioni individuate da Leone o arriva il commissario e fa i tagli.

La collera del sindaco

Il sindaco lo ha saputo da Alessioporcu.it mentre rientrava dalla cerimonia in cui ha scoperto le ‘pietre d’inciampo‘ destinate a ricordare le due famiglie cassinati deportate perché ebree.

«Mi state prendendo per il cu**?»

No sindaco, Leone ha appena annunciato le dimissioni: non era il momento adatto? «Era il momento degli imbecilli».

Perché sindaco: «Perché questo è il momento nel quale tutti devono restare compatti, assumersi le responsabilità conseguenti alla scelta che abbiamo fatto».

L’assessore dice che l’aveva avvisata e che intende dare una scossa. «Ed io gli avevo detto di non farlo. Gli ho detto che ero contrario alle dimissioni. Perché ora il segnale verrà interpretato come un abbandono della nave. La scossa negativa è superiore a quella positiva che cercava di determinare. Qui ora l’unica scossa si può dare rimanendo con i nervi saldi».

Sullo sfondo ci sono i tagli al Bilancio dei Servizi Sociali: Leone non potrà fare tutto quello che aveva promesso. «Abbiamo dovuto fare tutti delle scelte. Dolorose, sofferte. Ai Servizi Sociali abbiamo lasciato tutto ciò che qualifica un’amministrazione: abbiamo tagliato da altre parti per lasciare lì le risorse».

Rivendica il merito degli immobili sequestrati alla malavita ed ottenuti dal Comune. «Abbiamo iniziato le volture, tra poco ci trasferiamo alcuni uffici comunali, risparmiando circa 120mila euro di affitti. Questo è tenere i nervi saldi».

E se fosse un bluff?

Sindaco, ma non è che è tutto un bluff? Che l’avete fatto per proporre l’assessorato di Leone ai tre dissidenti e dargli un incarico amministrativo, così salvate la faccia tutti quanti? «Io non ho proprio nessuna voglia di bluffare. Nelle prossime ore decido cosa fare».

Rossella Chiusaroli, informata delle dimissioni, non commenta. Ma ad un’amica invia un messaggio: “Ora farà come quelle della Iannone le congela”.

Non non è un gioco al bluff. È diventato un gioco al massacro.