Ora Natalia ha davvero cambiato idea sul Biodigestore

Cosa c'è, come si legge, quali conseguenze innescherà la decisione dell'Ufficio Tecnico di dire no al progetto per il biodigestiore ad Anagni. E perché il sindaco è passato in maniera così netta dal Si al No

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

A livello concreto bisognerà aspettare la Regione. Ma quali sono, a livello politico cittadino, gli effetti della decisione dell’Ufficio Tecnico comunale di dare parere negativo all’impianto di biodigestione che dovrebbe essere realizzato nel comune di Anagni? Impianto che da mesi sta alimentando il dibattito politico cittadino? Provocando anche il rischio di defenestrare per incompatibilità due Consiglieri comunali, Fernando Fioramonti e Valeriano Tasca, rei di aver firmato un ricorso al Tar contro la struttura? Parecchi, in effetti. (Leggi qui Via all’iter di decadenza per chi ha firmato contro il Comune).

Effetti non collaterali

Il Consiglio comunale di Anagni

A partire proprio dal destino dei due consiglieri di opposizione. La decisione del Comune potrebbe infatti cambiare radicalmente la prospettiva d’insieme. Perché? Come noto, la posizione di incompatibilità di Tasca e Fioramonti, nasceva dal fatto che i due avevano firmato un ricorso che andava contro l’ente (il Comune) dei quali i due erano rappresentanti consiliari. La nuova posizione espressa ufficialmente  dell’ente comune potrebbe di fatto sanare la posizione di incompatibilità dei due rappresentanti dell’opposizione. Cosa che renderebbe quindi datato e sorpassato il dibattito sulla decadenza che ha alimentato la scena politica locale negli ultimi giorni. E soprattutto nell’ultimo consiglio comunale.

Il parere rilasciato dall’Ufficio Tecnico avrebbe poi anche l’effetto di silenziare le polemiche sorte parallelamente in maggioranza ed in minoranza. Nella coalizione Natalia infatti, la decisione (almeno all’inizio) di avallare la realizzazione della struttura aveva provocato parecchie perplessità. Anche se sono stati sempre decisamente in pochi a dire la loro in modo chiaro, diversi consiglieri di maggioranza hanno sempre espresso in privato i loro dubbi sulla struttura. Per tutti valga l’esempio di Pierino Naretti, di Forza Italia. Che da subito si è invece chiaramente dissociato dal progetto, arrivando a dichiarare (unico nel consiglio della settimana scorsa) la propria contrarietà all’ipotesi di defenestrare Fioramonti e Tasca. (Leggi qui Una riunione e una votazione: ecco la strategia che nessuno ha visto).

Una votazione successiva avrebbe potuto evidenziare ancora di più quelle contraddizioni e quei contrasti. La decisione dell’Ufficio Tecnico, in questo senso, potrebbe cambiare le carte. Contribuendo non poco a silenziare ogni polemica.

Benefici nella minoranza

L’opposizione di Anagni

Anche in minoranza però. Perché tra le conseguenze della vicenda c’era stata la spaccatura tra i due consiglieri che avevano mantenuto la firma e gli altri tre (Alessandro Cardinali, Nello Di Giulio e Sandra Tagliaboschi) che invece avevano fatto un passo indietro. Vicenda che poteva avere (e potrebbe ancora, in effetti) conseguenze sul delicato lavorio di realizzazione di una coalizione larga di centro sinistra in vista delle prossime comunali.

In questo senso, la decisione dell’Ufficio Tecnico, se dovesse impedire l’uscita di Fioramonti e Tasca dal consiglio, potrebbe rappresentare un elemento di distensione. Indispensabile per garantire una reale alternanza a Natalia, già in rampa di lancio (variazioni di bilancio, progetti, rotatoria ex Winchester, etc.) per le comunali del 2023.

Il cambio di rotta fatto da Natalia

Resta da capire perché ci sia stato un così deciso cambio di rotta da parte del sindaco Daniele Natalia. Che all’inizio era tra i più convinti sostenitori del progetto sul biodigestore. E ora invece ha orientato le vele della sua amministrazione sul più concreto dei No.

Daniele Natalia

Una spiegazione si trova nella riunione convocata dall’associazione Medici di famiglia per l’Ambiente ed alla quale il sindaco ha partecipato. Trovandosi di fronte ad una surreale proposta alternativa di realizzare un altro biodigestore, avanzata proprio da chi fino a quel momento aveva detto no al progetto. In quell’occasione aveva detto cose precise. “Sono stato oggetto di una vera e propria strumentalizzazione politica. Non è che se l’impianto grande causa quattro morti e quello piccolo solo uno, io scelgo il secondo perché  provoca meno danni – ha detto Natalia-; se provoca morti non si fa e basta. Ma se non provoca morti voglio un confronto serio ed un dibattito pubblico approfondito”. (Leggi qui Colpo di scena: il biodigestore lo propongono quelli che dicevano no).

Quel dibattito invece non c’è stato. Da nessun fronte. Tutto è rimasto lettera morta. Nonostante già dal mese di ottobre il sindaco avesse mandato segnali precisi. Dicendo ai promotori del progetto che era indispensabile una spiegazione chiara alla popolazione. Nulla si è mosso. (Leggi qui Biodigestore, i silenzi di Saf e A2A. E Natalia dice No).

E quando Daniele Natalia ha avuto l’impressione d’essere stato lasciato con il cerino in mano ha fatto l’unica cosa rimasta: soffiarci sopra e spegnerlo.