Oste, mi fido di te! (Nunc est bibendum)

Non dite mai ad un oste "Fai tu, mi fido di te". All'osteria ¾ di San Donato Valcomino va in scena per caso una degustazione intrigante e da 'beva compulsiva'

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Per un giovane sommelier (giovane di attestato eh!) è importante bere, provare, assaggiare e infine analizzare ogni tipo di vino che ti si presenta davanti. La pratica insomma, quella che tanto piace al sottoscritto. Spesso faccio autoironia sulla questione”pratica” perché si è capito che bere mi piace.

Tuttavia credo che il percorso iniziato con le lezioni debba necessariamente essere seguito da una regolare pratica, come la palestra (che se la bilanciamo con l’attività a tavola male non fa, anzi!). Questo non vuol dire ubriacarsi (ci può stare ogni tanto… quando si esce a piedi mi raccomando!), vuol dire bere bene, provare diverse tipologie di vino, viaggiare da nord a sud della penisola, vuol dire bere vini Francesi, Australiani, Cileni, Californiani: ci sono migliaia di vitigni in ogni parte del mondo, è un peccato fossilizzarsi sempre sugli stessi.

Per “viaggiare” come si deve bisogna essere estremamente curiosi, aperti di mentalità e dedicare del tempo alla ricerca e alla lettura, essere umile, pronto sempre ad imparare qualcosa di nuovo e confrontarsi con persone che ne capiscono più di te. 

Marco e l’enoteca 3/4

L’esperienza dunque è importante e questa settimana andiamo a trovare una persona che di esperienza ne ha tanta: Marco Salvucci. Meglio noto tra i suoi conoscenti col nomignolo Tartufo, Marco possiede una piccola enoteca nel centro storico di San Donato val di Comino.

Già vale la pena incamminarsi ed arrivare in questo stupendo borgo in collina anche solo per una passeggiata: San Donato è una vera perla, praticamente l’inizio del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Abitazioni antiche, aria purissima e la bontà di tanti prodotti tipici del territorio.

Se passeggiando nel centro storico trovate l’insegna Enoteca 3/4 fermatevi perché è il posto giusto per voi. Una piccola sala incastonata nella roccia, pochi tavoli, un’atmosfera calda, intima…e poi c’è la termostufa a legna, cosa vuoi di più? Ah già, si…il vino!

” Fai tu! “

Tutte le volte che sono stato da Marco ho sempre provato diversi vini e, attenzione, non ho mai scelto io. Ho lasciato sempre che lui mi consigliasse, sono entrato e ho detto semplicemente: “Fai tu!“. E nella doppia veste di cliente ed esercente sappiate che non c’è nulla di più bello che sentirsi dire queste parole, sono sintomo di stima e fiducia.

Dunque Marco ha “fatto lui” e mi ha portato dal Nord a Sud Italia con quattro bottiglie molto interessanti e diverse tra loro. Abbiamo iniziato con una bollicina davvero particolare, Asolo Prosecco DOCG Colfondo della cantina Bele Casel: il nome è un chiarissimo gioco di parole per descrivere la caratteristica principale del vino, rifermentato in bottiglia senza alcuna filtrazione, si presenta giallo paglierino ma velato, quasi torbido. Al naso si presenta fruttato ed intenso, sentori di pera, agrumi, frutta secca  e crosta di pane, in bocca è fresco, piacevolmente sapido e con un leggerissimo retrogusto amarognolo.

Due calici in Romagna

Dal Veneto scendiamo in Emilia Romagna e ci gustiamo un bel Sangiovese di Romagna di Noelia Ricci: “Con uve Sangiovese coltivate sui pendii argillo-sabbiosi della valle del Rabbi, abbiamo prodotto questo vino veloce e pungente, dalla beva definita compulsiva, un omaggio alla classicità
 di questo territorio
“. Queste sono le parole con le quali la cantina stessa descrive questo vino sul proprio portale internet e devo ammettere che non potevano descriverlo con parole migliori, soprattutto per quanto riguarda la “beva compulsiva“, ne ho bevuto due calici come se niente fosse e se non avessimo proseguito il nostro “viaggio” avrei scolato la bottiglia!

Sangiovese in purezza, zona Predappio è si un vino di pronta beva ma possiede caratteristiche  gusto/olfattive di tutto rispetto; un vino dai piacevoli sentori floreali, fresco, asciutto e dal medio corpo, ideale per aperitivi e per un bel tagliere di salumi e formaggi che Marco ci porta per accompagnare il vino.

In Sicilia per il Micro Cosmo

Enoteca 3/4 è anche famosa per la qualità e la ricercatezza dei suoi prodotti tipici, formaggi locali come il Pecorino di Picinisco DOP o la Marzolina di Esperia, salsiccia aromatizzata al tartufo ed un prosciutto locale tagliato a mano che è una vera delizia! 

L’importanza dei buoni consigli l’apprezzi quando poi scopri un vitigno che non avevi mai sentito nominare: scendiamo infatti a Menfi in Sicilia per assaggiare Micro Cosmo di Marilena Barbera. Un vino ed un vitigno molto particolari, trattasi infatti di Perricone, uva storica siciliana importata dagli antichi greci addirittura nell’ottavo secolo A.C..

Fortemente danneggiato dalla fillossera il Perricone era finito nel dimenticatoio fino a pochi anni fa quando dei vignaioli virtuosi hanno cominciato a lavorarlo di nuovo, riscoprendone potenzialità e caratteristiche che rispecchiavano in pieno il territorio di provenienza. Un vino questo Micro Cosmo che mi ha sorpreso, molto caratteristico e complesso ma ruffiano e facilissimo da bere.

Rosso rubino non molto carico, al naso i sentori più marcati sono quelli speziati: paprika, zenzero, frutta secca, mandorle. In bocca è piacevolissimo, spicca una bella sapidità ed un tannino marcato. L’ho apprezzato bene proprio con il Pecorino di Picinisco, perchè non era troppo stagionato. L’ideale sarebbe provarlo con la cucina tipica Siciliana…ma purtroppo stasera il viaggio lo si fa seduti!

MIcro Cosmo intanto è già finito sulla mia agenda, conoscevo il Nero D’Avola “Lu Cori” di Marilena Barbera ma questo vino mi ha sorpreso davvero. Consiglio poi di andare a visitare il sito internet di questa cantina www.cantinebarbera.it, poche volte ho visitato un portale così ben fatto, con descrizioni accurate di vini, contesto storico/territoriale, abbinamenti e schede tecniche. Ottimo Lavoro!

Il Moscato di Di Majo Norante

Risaliamo la penisola per gustarci un bel Moscato del Molise DOC cantina Di Majo Norante. Ormai un’istituzione del vino nel Molise e non solo, Di Majo Norante è conosciuto per la Tintilia, l’Aglianico e la Falanghina. Ennesima sorpresa della serata dunque questo Moscato, un vino che mi ha stupito per l’equilibrio ed il gusto. Un passito giallo dorato, brillante, con forti sentori di miele e di arance, dolce si, ma non stucchevole, mantiene una bella freschezza e una buona persistenza; lo abbiamo accompagnato (e inzuppato!) con le ciambelline al vino bianco. 

L’ospitalità di Marco è quella dell’oste vecchia maniera, il vino non viene solo servito ma spiegato e bevuto insieme. Si parla, si degusta, ci si confronta…e si apre un’altra bottiglia. Fuori il freddo di una serata di Gennaio in montagna, dentro il calore della stufa e del vino. Per me queste sono le serate perfette…vi farò stancare con questa parola, lo so, ma per me resta un dovere morale: il vino è convivialità

Consiglio di bere questi vini con “Strange Weather” di Tom Waits in sottofondo… magari comodamente seduti da Enoteca 3/4!

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Recensione a cura di Marco Stanzione, sommelier di Officine Sannite