Osteria Di Biasio, la presidente ci mette la faccia: “Scuse pubbliche”

A sette giorni dal Consiglio Comunale con insulti, zuffe e termini da osteria, nessuno dei protagonisti si è scusato. Il rammarico della Presidente d'Aula Barbara Di Rollo: "Mi pento di non avere sospeso subito quella inutile gazzarra. Scuse pubbliche nella prossima seduta”

Alberto Simone

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Una settimana. E nessuna presa di posizione. Tanto è trascorso dal Consiglio comunale che ha divertito, imbarazzato, scoraggiato, esaltato, fatto impallidire. Dipende dall’angolo dal quale si osserva la seduta. Un po’ come accade nelle zuffe in osteria: l’oste che vende il vino è contento, il cliente che urla e tiene banco si sente protagonista, il frequentatore affezionato si fa quattro risate, l’ospite delicato si sente fuori posto.

È quanto accaduto per la seduta della scorsa settimana. Dileggio della lingua italiana, uso spregiudicato del dialetto, insulti, parolacce. Fino a quando non si è passati all’accenno di scontro fisico. (Leggi qui: Osteria Di Biasio: Consiglio Comunale tra ‘vaffa*’ e ‘stu cafone’).

La sensibilità della presidente

Una delle fasi del Consiglio

Da allora, nessuno ha avvertito l’esigenza di chiedere scusa. Il che lascia intendere che potrebbe capitare nuovamente. Assicura che non sarà così la presidente del Consiglio Comunale Barbara Di Rollo. Spetta a lei dirigere i lavori per far rispettare le regole. È l’unica a metterci la faccia. Ripercorre le tappe dell’accaduto e spiega: “Ho un grande rammarico. Avrei dovuto sospendere quella seduta per impedire quello spettacolo indegno. Ho visto e rivisto quei video: scene imbarazzanti non degne di un questa città”.

Quelle scene non si ripeteranno. Non in aula Di Biasio. La presidente del Consiglio avverte infatti maggioranza e opposizione: “Sono sconcertata dal fatto che nessuno abbia chiesto scusa per il comportamento avuto in Aula. Allora lo faccio io. Mi scuso con la città a nome di tutta l’assise che mi onoro di presiedere. Ai consiglieri di maggioranza e opposizione dico però che sceneggiate del genere nella massima assise civica non saranno più tollerate e che la prossima volta non esiterò a sospendere la seduta”.

La proposta coraggiosa

Questione di decoro. E di esempio. “Bisogna riportare il decoro e la buona educazione all’interno del Consiglio comunale. Chi è intenzionato a fare risse e ad usare il turpiloquio non è degno neanche di andare al bar o all’osteria perché neanche lì sono tollerabili certi atteggiamenti, figurarsi in Consiglio comunale”.

Quindi ecco che il presidente del Consiglio comunale lancia una proposta: “Chiediamo tutti scusa alla città. Facciamolo nel primo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, affinché resti agli atti. Con una promessa solenne: che quello spettacolo indegno non si ripeterà mai più”. 

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