Comune, a Frosinone gli assessori finiscono sotto esame (di C. Trento)

Il sindaco Nicola Ottaviani chiede i piani esecutivi di gestione ai responsabili dei vari settori. Coinvolti anche i dirigenti. Riccardo Mastrangeli ha illustrato la novità in giunta, i tempi saranno rapidissimi

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

L’acronimo Peg sta per Piano esecutivo di gestione: è uno strumento tecnico di programmazione e di autorizzazione alla spesa finalizzato a razionalizzare e ordinare l’attività degli enti locali. Il sindaco Nicola Ottaviani li ha chiesti, in tempi rapidi e con il crisma dell’imperativo categorico, a tutti gli assessori e ai dirigenti dei vari settori.

Il motivo è semplice: il conto consuntivo 2018 ha evidenziato un disavanzo di circa 9 milioni di euro. E l’assessore al bilancio Riccardo Mastrangeli, nella relazione, è stato chiaro. Sottolineando: «La giunta ha previsto un ripiano nel periodo rimanente del piano di riequilibrio (fino al 2022), agendo da una parte, come annunciato nel bilancio di previsione 2019-2021, attraverso una riduzione della spesa del personale quale aggregato della spesa corrente più significativo, e dall’altra parte attraverso sia una riduzione degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità nel periodo 2020-2021 essendosi ormai esauriti gli effetti del decreto fiscale, sia una ulteriore riduzione della spesa corrente».

Proprio Mastrangeli, nell’ultima riunione della giunta, ha spiegato la necessità del Piano esecutivo di gestione che tutti gli assessori e i dirigenti dovranno presentare. Però è evidente che l’input politico è del sindaco Ottaviani. Perché l’esecutivo si trova davanti gli ultimi tre anni del Piano di rientro dal deficit. Con un macigno ulteriore, registrato nel disavanzo del conto consuntivo: i 9 miliari di euro significano un recupero di 3 miliardi all’anno per i prossimi tre.

Il primo cittadino vuole risposte: amministrative e di programmazione. E le vuole dagli assessori e dai dirigenti, i quali sono al lavoro per definire priorità e tagli. Nella sostanza sono tutti sotto esame. Bisognerà sia prevedere gli obiettivi che dare risposte sui progetti in itinere, che non sono pochi. Nessun settore è escluso.

Ottaviani ha rappresentato al ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini la necessità di una ponderata e rapida riflessione «sullo stato di salute dei conti pubblici dei Comuni italiani, in modo particolare di quei circa 680 Comuni che, attualmente, sono sottoposti a procedure di ripianamento finanziario, come il Comune di Frosinone, o, addirittura, a vere e proprie procedure di dissesto».

Un discorso inquadrato nell’ambito del decreto Salva Roma. In consiglio comunale il primo cittadino ha detto: «Non possono esistere cittadini di serie A, come quelli della Capitale, e cittadini di serie B, come quelli di Alessandria, Napoli, Catania o anche Frosinone, dove per chiudere i bilanci, malgrado la cancellazione di tutte le spese superflue, oggi si è costretti a tirare la cinghia più del dovuto, sacrificando anche il concetto di Stato sociale». Poi Ottaviani ha ribadito «che il piano di risanamento varato nel 2013 ha salvato i conti del Comune».

Per questo non vuole né problemi né alibi per gli ultimi tre anni. Per questo ha chiesto il Piano esecutivo di gestione agli assessori.

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