E Ottaviani regala una radeca a Grillo: «Sai dove metterla»

Nel giorno dello spettacolo al Nestor, il sindaco di Frosinone risponde a Beppe Grillo per le offese fatte alla città negli anni scorsi in un video nel quale ci associava alla Mongolia. E gli offre una radeca: «Sa dove mettersela»

Niente domande. Niente foto. Solito schema. Per evitare di dover dare risposte su questioni imbarazzanti, aumentare il livello di attenzione. Beppe Grillo ieri sera ha portato a Frosinone lo standard della strategia di comunicazione con il quale è diventato un fenomeno anche nel baraccone della politica nazionale.

Nessuna dichiarazione, nessuna intervista. Il servizio d’ordine ha allontanato tutti i giornalisti, vietato anche solo scattare fotografie o girare filmati. Beppe Grillo è arrivato a Frosinone con ore di anticipo, si è chiuso nel cinema teatro Nestor circondato da decine di pattuglie delle forze dell’ordine. Che invece di evitare furti e rapine o bloccare lo spaccio di droga hanno dovuto circoscrivere tutta l’area con l’aiuto di un blindato arrivato da Roma insieme ad un reparto della Celere in tenuta antisommossa.

 

All’interno del teatro, il tutto esaurito. Nel pubblico non c’era il sindaco Nicola Ottaviani. Un modo per manifestare il suo dissenso nei confronti di un politico che qualche anno fa derise Frosinone e la sua provincia. Paragonandoli alla Mongolia e dicendo che qui c’era molto da fare: la raccolta differenziata dei rifiuti, i pannelli solari… Qualcuno poi gli spiegò che da queste parti erano già arrivate sia la corrente elettrica che l’acqua corrente in casa.

 

Quel video, con un Grillo dalle scucchie rossicce, è poi stato fatto sparire. Ma la frittata ormai era fatta. Al punto che il Corriere della Sera ne diede atto con risalto (leggi qui il Corriere della Sera con i fatti).

 

Nicola Ottaviani allora ha voluto cogliere l’occasione della visita di Beppe Grillo per rispondergli. Usando la sua stessa tecnica. Nessun faccia a faccia in teatro. Anche lui ha deciso di non farsi vedere e non farsi sentire. E senza ricorrere a schieramenti di polizia con i blindati, si è fatto cinque minuti di spettacolo. Girati con due video.

 

Nel primo, il sindaco di Frosinone ripropone il video con le uscite poco felici fatte alcuni anni fa da Grillo a proposito di Frosinone.

Poi la risposta, con il secondo video: 2 minuti e 18 secondi.

 

Il sindaco appare nel suo studio, sorridente. «Anche noi, siamo cortesi come Grillo. E lo vogliamo ringraziare per questa dedica che a suo tempo ha rivolto alla città di Frosinone. Ammetterà che è stata una dedica un po’ particolare: fatta tra un bicchiere ed un altro, soprattutto tra donnine che ridevano sguaiatamente quando ci si riferiva a Frosinone; parlando di Mongolia e di tutto quello che eventualmente poteva distorcere l’immagine della nostra città».

L’immagine a questo punto si sposta su un libro. È il volume: “Notizie storiche sulla città di Frosinone” scritto dallo storiografo Francesco Stroppa e edito recentemente dal locale Museo Archeologico.

«Se Grillo volesse rivedere quella che è la sua critica e quello che è il suo modo di dipingere questa città – attacca il sindaco – saremmo pronti a donargli questo volume.  Per realizzarlo, Francesco Stroppa da Vercelli ha trascorso del tempo da noi, mettendo insieme, nel testo, 2500 anni di storia di questo territorio, esaltandone le origini e la nobiltà».

 

Poi l’immagine si  sposta su una foglia d’agave, la mitica Radeca che caratterizza Frosinone e la sua storia, diventandone un po’ l’emblema della goliardia. Quella pianta dalla simbologia fallica è il sigillo sulla beffa al generale francese Championnet, a fine Settecento, quando gli venne fatto credere che Frosinone si fosse sollevata contro le tasse come un anno prima ed invece le sue truppe arrivate di corsa a cavallo da Anagni, trovarono la città che festeggiava il carnevale sventolando le foglie di radeca.

«Se Beppe Grillo non dovesse rivedere il suo giudizio su Frosinone – dice il sindaco Nicola Ottaviani nel video – allora il nostro dono non sarebbe questo libro ma un altro tipo di nobiltà. Gli doneremmo un’agave. Anche agave deriva dal greco, agavòs: significa ‘dono nobile’. Ma non vogliamo metterlo in difficoltà parlando di etimologia grega perché sappiamo che i suoi non sono studi classici. Gli possiamo donare l’agave perché per noi la radeca rappresenta il nostro territorio. E donandogliela, potremmo ringraziare Grillo, convinti che saprebbe farne buon uso, soprattutto ricordandosi del suo vecchio e mitico Vaffa… Siamo certi che saprebbe dove andarsi a collocare a dimora questa radeca che proprio per questo gli doneremmo con piacere».

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