Caro Mario, caro Carlo: la via di Ottaviani per l’unità

Come si legge l'incontro tra Nicola Ottaviani e Carlo Maria D'Alessandro. Il no alla logica della contrapposizione contro Mario Abbruzzese. Il rimprovero ad entrambi. Che stanno facendo un piacere al centrosinistra di Enzo Salera

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Nemmeno i benedettini sù a Montecassino, nemmeno l’Onu nel deserto africano: Nicola Ottaviani ha accettato in queste ore una sfida a ridosso dell’impossibile. È quella di rincollare i cocci del centrodestra finito in frantumi a Cassino. Resi refrattari a qualunque mastice perché la rottura non è stata politica: sono subentrati i rancori personali. Uomini e idee sono divisi su due fronti: in sintesi sono divisi tra chi sta con Mario Abbruzzese e chi odia Mario Abbruzzese. (Leggi qui Centrodestra, la divisione è servita: a tavola e qui l’analisi: Dopo la cena, la digestione: chi vince e chi perde nel centrodestra diviso).

L’incontro di Ceprano

Carlo Maria D’Alessandro Nicola Ottaviani

Va letto così l’incontro riservato avvenuto l’altro giorno a Ceprano tra l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro (anti Abbruzzese) ed il sindaco Nicola Ottaviani nella sua veste di Coordinatore provinciale della Lega. (Leggi qui Ottaviani – D’Alessandro, il vertice che confina Mario).

Un incontro chiesto da Carlo Maria D’Alessandro per capire la reale consistenza dello scenario politico. Dal momento che alle riunioni convocate dal suo movimento Liberi e Forti partecipano i consiglieri leghisti e di tutto il resto del centrodestra; ma i dirigenti del Partito vanno a tavola con Mario Abbruzzese.

Legittimo a questo punto voler capire con chi sta davvero la Lega. Perché D’Alessandro ha una missione ben precisa in mente: compattare tutto il centrodestra e marciare compatto contro l’amministrazione comunale di centrosinistra guidata da Enzo Salera. Assediandola politicamente, asfissiandola con la costante attività di controllo e contrapposizione che deve fare una minoranza. E che oggi è ridotta ad uno sterile cabaret.

L’illogica del noi per Ottaviani

Ottaviani, D’Alessandro e Abbruzzese quando stavano in Forza Italia

Se a Cassino avevano messo in conto di trovare in Nicola Ottaviani un alleato nella crociata contro Mario Abbruzzese hanno dovuto rimettere mano al conto.

Nicola Ottaviani non lo dirà mai: è il primo a godere intimamente nel vedere l’ex avversario interno relegato da potentissimo presidente del Consiglio Regionale del Lazio a consigliere comunale di minoranza nella sua Cassino. Un godimento aumentato dalla sua posizione nel Carroccio mentre Abbruzzese sta nella scialuppa di Cambiamo.

Ma Nicola Ottaviani tutto è fuorché sciocco. Viene dalla scuola politica della Democrazia Cristiana. Nella quale, da ragazzino costrinse Claudio Vitalone di ritorno da un incontro con Gorbaciov a precipitarsi a Frosinone per parlare con i Giovani Dc.

A Ceprano, Nicola Ottaviani ha mandato un messaggio preciso a Carlo Maria D’Alessandro, a Mario Abbruzzese, a tutti i tifosi ed i pasdaran di entrambi i fronti. Il messaggio è “La logica del o noi o loro non esiste”.

La logica del noi o loro

Nicola Ottaviani © Giornalisti Indipendenti

In pratica ha detto ad entrambi i fronti che continuando su questa strada, non metteranno mai in difficoltà né l’amministrazione di Enzo Salera né la sua rielezione una volta arrivato a fine mandato.

A dare forza al suo ragionamento sono i numeri: il centrodestra diviso non eleggerà mai un sindaco a Cassino se di fronte ha un centrosinistra unito. Si vince solo stando tutti insieme e drenando anche un po’ di voti al fronte avversario. Per conferme, scartabellare i numeri delle sue due elezioni a sindaco di Frosinone.

In questo senso, la logica del muro contro muro, la logica dei due fronti con Mario e Mario Free, la logica del o noi o loro, per Nicola Ottaviani non porterà da nessuna parte utile.

Il messaggio di Ottaviani

Cosa ha detto Nicola Ottaviani a Ceprano. Chi sa leggere tra le righe della politica e durante quell’incontro ha preso appunti, assicura che abbia detto concetti precisi.

Il primo: “Il centrodestra e, in particolare, la Lega hanno altro a cui pensare, per ricostruire i territori ed il Paese, dopo i disastri della sinistra, che non ridursi a “confinare” politici ed amministratori di riferimento della stessa area politica». Il concetto è chiaro, l’assedio a Mario è dannoso per il centrodestra perché lo indebolisce, piaccia o no.

Carlo Maria D’Alessandro e Mario Abbruzzese

Secondo: “Capisco il che clima a Cassino risenta ancora di esperienze e comportamenti improvvidi, prima e dopo la campagna elettorale, ma non ci sarà più spazio per il futuro per chi viola le regole della democrazia e dei numeri o, peggio ancora, per i chiacchiericci di basso profilo”. Chiaro anche il secondo punto: buttare giù l’amministrazione comunale di Carlo Maria D’Alessandro con un golpe interno è stata una corbelleria. Della quale anche la Lega ha le sue colpe. Ma ora sono cambiati gli uomini e le linee.

Il terzo punto, quello fondamentale.La logica della scelta tra “loro o noi”, come avveniva in passato, non è più convincente, oltre a stridere pesantemente con la qualità e la quantità del consenso, dei programmi e delle idee. Usciamo dalle opzioni al ribasso, che hanno una dimensione breve e di piccolo cabotaggio”.

In pratica: toglietevi dalla testa di avere la Lega che stia pro o contro Mario ma trovategli un ruolo che lo coinvolga e costruite un nuovo quadro di unità.

A buon intenditore…