Ottaviani vorrebbe ma non può, Zingaretti mollato da Renzi: la roulette delle Regionali

La posizione è rimasta quella di inizio luglio e già è tanto.

 

I gruppi di centrodestra della Regione Lazio potrebbero organizzare le primarie per scegliere il candidato alle prossime elezioni regionali. Il modello di riferimento è quello della Liguria (dove ha trionfato Giovanni Toti), ma tutto dipenderà da cosa accadrà a settembre.

«Ci vuole un candidato in grado di emozionare il popolo del Lazio», ha detto il leader de La Destra, Francesco Storace. Mentre Giancarlo Righini si è augurato «che le primarie si facciano», sottolineando che Fratelli d’Italia è pronta a parteciparvi. Silenzio da parte di Forza Italia, invece.

Eppure, subito dopo le elezioni amministrative di giugno, non si parlava d’altro se non del “modello Frosinone” e della possibilità che Nicola Ottaviani fosse candidato alle primarie del centrodestra per sfidare Nicola Zingaretti.

Al punto che, narrano le leggende metropolitane (ma dove c’è fumo c’è sempre arrosto), Zingaretti abbia chiamato direttamente Ottaviani per conoscere le sue intenzioni.

 

Il sindaco di Frosinone, in realtà, vorrebbe. Ma siccome lo statuto del Lazio prevede l’ineleggibilità, Ottaviani dovrebbe fare come Antonello Iannarilli qualche anno fa: dimettersi da sindaco (Iannarilli lo fece da presidente della Provincia) e candidarsi.

Ma al Comune di Frosinone cosa succederebbe? Subentrerebbe il vicesindaco per pochi mesi e quindi elezioni anticipate a meno di un anno dal secondo mandato. Complicatissimo, anche per Nicola Ottaviani. Non impossibile però. Anche per Frosinone si dovrebbero celebrare le primarie per individuare il potenziale successore, ma al solo pensiero ad Ottaviani la febbre arriva a 41. Ve li immaginate in gara Fabio e Massimiliano Tagliaferri, Riccardo Mastrangeli, Carlo Gagliardi e tutti gli altri? Impossibile sperare nell’unità.

 

Nonostante tutto, però, Ottaviani continua a studiare la possibilità. Nel centrodestra, però, i segnali non sono arrivati. Silenzio “gelido” da parte di big di Forza Italia come Claudio Fazzone e Francesco Giro, mentre Antonio Tajani aspetta il da farsi.

Intanto crescono le quotazioni del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che piace alla destra e che ha incassato il pubblico elogio di Matteo Renzi. Secondo alcune malevole ricostruzioni l’ex rottamatore lo preferirebbe a Nicola Zingaretti. La realtà è che tra Renzi e Zingaretti la rottura è ormai totale. Più di qualcuno non esclude che il segretario nazionale del Pd, pur di non perdere l’alleanza con Alfano, possa lanciare il ministro della salute Beatrice Lorenzin come candidata alla presidenza della Regione. Ma circolano anche i nomi di David Sassoli ed Enrico Gasbarra.

 

Nicola Zingaretti lo sa bene ed è per questo che sta valutando l’idea delle elezioni anticipate, il 5 novembre, come la Sicilia. Significherebbe sciogliere il consiglio regionale entro il 5 settembre: una mossa che spiazzerebbe i Cinque Stelle (difficilmente Roberta Lombardi, essendo deputato, potrebbe candidarsi), il Pd di Matteo Renzi e anche Nicola Ottaviani, che a quel punto non avrebbe tempo per cercare una soluzione. A quel punto il centrodestra dovrebbe fare in fretta e Giorgia Meloni sarebbe al soluzione obbligata.

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