Pacchi sospetti a Zingaretti. “Non fermerete le riforme del Pd”

Plichi con sostanze organiche inviate alla sede del Pd ed a Repubblica. Destinatari il Segretario Zingaretti, il fondatore ed il sirettore del giornale. Unanime condanna dal mondo politico

Lo stesso sistema utilizzato per il quotidiano Repubblica. Ora nel mirino finisce anche il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Nella sede nazionale del Partito Democratico questa mattina è stato consegnato un plico indirizzato al Segretario, sul quale viene indicato come mittente un indirizzo della Germania. All’interno polveri sospette che sono state prelevate dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco. Si tratta del quinto episodio nelle ultime due settimane.

La redazione de La Repubblica

Altri plichi, destinati sempre al Segretario, sono stati intercettati nei giorni scorsi: al loro interno c’erano polveri e cristalli sospetti, provenienti dall’Italia e da diversi Paesi europei.

Una serie di plichi del tutto simili a quelli che nello stesso periodo ha ricevuto il quotidiano La Repubblica. In questo caso sono stati indirizzati al fondatore Eugenio Scalfari ed al direttore Carlo Verdelli. Al loro interno, messaggi di odio nei quali si farnetica di allarmi bomba. In più casi sono dovuti interveniregli artificieri della Polizia, carabinieri, specialisti del Nucleo biologico, chimico e radiologico dei Vigili del Fuoco. Nei plichi è stata rinvenuta una sostanza classificata come “sospetto materiale organico e granulare“.

Non pasaran

«Nessuna minaccia potrà mai intimorirci e farci fare passi indietro nelle nostra volontà di cambiare e rilanciare l’Italia» dichiara il Partito Democratico.

Solidarietà a Zingaretti è stata espressa dal Segretario regionale Bruno Astorre. Che su Facebook ha espresso “la vicinanza e la solidarietà per l’ennesimo tentativo di intimidazione nella certezza che l’azione politica e di riforme messa in atto dal Partito democratico non potrà arretrare di fronte a chi vuol creare un clima pesante”.

Nicola Zingaretti con Mauro Buschini

Dalla Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio il presiodente Mauro Buschini esprime “Ferma condanna per l’ennesimo tentativo di intimidazione, che non va sottovalutato. Chi immagina di fermare l’azione del Pd sarà deluso”.

Il caso è stato portato in Aula al Senato da Luigi Zanda. “Credo che dobbiamo aver presente che, in una condizione di debolezza come quella della democrazia italiana, il nostro tessuto sociale è molto fragile e di questa fragilità vedo i rischi ed i pericoli e vedo anche un disegno, perché sappiamo che sempre, ogni qualvolta nella storia recente l’eversione, il terrorismo, la violenza politica hanno cercato di attaccare delle comunità nazionali, lo hanno fatto soprattutto mirando a indebolire quelli che sono i baluardi di una democrazia moderna: i partiti politici e la libera stampa”.