Padoan a Fiuggi: «Siamo fuori dal tunnel. Giù le tasse per non rialzarle»

L’annuncio della fine del tunnel, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan lo fa dal palcoscenico di Fiuggi. «Mi dispiace, ma sono fortemente ottimista». Lo dice intervenendo alla seconda giornata della festa Left Wing in corso nella città delle terme.

«Sono ottimista – ha detto il ministro commentando i dati sulla crescita italiana – sia perché vedo una economia italiana più forte ma anche perché la vedo meno fragile dal punto di vista del debito». Un debito, ha ricordato il ministro, che «fino ad ora è stato gestito in modo molto efficace, ma se si cresce di più sarà meno invadente». Insomma, non solo tagli e salassi. Ma Crescita per lasciarsi alle spalle in modo definitivo gli anni bui.

Ma non bisogna pensare che siano finiti per sempre. Perché, ha spiegato Padoan «siccome una crisi mondiale può sempre accadere dobbiamo rendere la nostra economia non solo più forte ma anche meno fragile per via del suo debito».

Molte cose le abbiamo già superate. «Stiamo lasciandoci alle spalle cose preoccupanti, come la fragilità del sistema bancario e l’inerzia degli investimenti. Siamo usciti dal tunnel e stiamo percorrendo una strada… stavo per dire un sentiero stretto, ma vedo il sentiero allargarsi».

L’ottimismo di Padoan è tale che il ministro dell’Economia si spinge a dire che «non è irrealistico immaginare negli anni prossimi un salto di qualità dell’economia. Gli anni prossimi saranno migliori».

Poi Padoan analizza le stime riviste al rialzo da Bankitalia: «Questi numeri sono positivi, importanti, però vorrei fare un’annotazione qualitativa: sono numeri che sono il frutto di un’accelerazione degli investimenti e quando ci sono investimenti, si aumenta la domanda e si aumenta quello che gli economisti chiamano la crescita potenziale».

Ma per il ministro è importante «continuare sulla strada delle riforme, sulle tasse abbassate in modo sostenibile, ovvero sul fatto che una volta che si abbassano non si rialzano più». La platea va in brodo di giuggiole quando Padoan pronuncia l’espressione ‘tasse abbassate’, sfiora il delirio quando aggiunge ‘non si rialzano più’.

Ma quanto abbassarle? «Lo spazio fiscale non è estremamente ampio e di conseguenza bisogna usare al meglio le poche risorse che si hanno».

Finita ‘estate è in arrivo una Manovra. C’è chi profetizza lacrime e sangue. Padoan, parlando della manovra, definisce un obiettivo “assolutamente prioritario” l’utilizzo delle «risorse a disposizione per accrescere l’incentivo alle imprese per assumere i giovani».

Il nodo è sempre lo stesso, dai tempi dell’Ulivo e di Romano Prodi. E’ il ‘cuneo fiscale’ cioè la differenza tra quanto un lavoratore costa al suo datore di lavoro tra stipendio tasse e contributi, rispetto a quanto prede poi di netto in busta quello stesso lavoratore.

Ma il ministro smitizza il cuneo. Infatti «Il cuneo fiscale è un termine che in sé non vuol dire nulla. Si tratta di capire quale sia il meccanismo tecnico sulla base del quale, per un dato ammontare di risorse pubbliche, ci sia il massimo possibile di giovani assunti», spiega il titolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze. E sottolinea la necessità «di indirizzare le risorse verso obiettivi chiari: c’è la dimensione sociale, le persone più deboli vanno sostenute».

C’è poi il tema dell’Europa. In molti la vedono come una matrigna in mano alla Germania. Invece la Ue oggi ha una grande opportunità secondo Padoan:  «Il problema da porre è come si fa a recuperare la convinzione fra tutti che l’Ue è parte della soluzione e recuperare la fiducia comune. Oggi, paradossalmente, l’Ue ha una nuova grande opportunità, quella di dimostrare nei fatti che le soluzioni europee sono migliori per tutti rispetto a quelle nazionalistiche ma è un tema che deve essere sollevato a livello politico, nel senso di proporre un progetto basato sulla democrazia, sul consenso».

Il ministro a Fiuggi vede un futuro migliore per il Paese. «Io penso che l’Italia nel 2018 sarà un Paese più solido, con più fiducia e più occupazione, mi auguro anche giovanile, rispetto a cinque anni fa. È nei numeri, spero sia anche nella percezione dei cittadini».

A Fiuggi si respira aria di elezioni. Quelle Comunali. ma anche le Politiche non sono molto distanti. «Le elezioni? Io sono un tecnico, non un politico» conclude il ministro.

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