Padre Igino ed i tour del coraggio nel cimitero (di F. Dumano)

Foto: copyright archivio Piero Albery

I tour di notte nel cimitero: erano un rito di iniziazione, una sfida di coraggio. Spesso arrivava padre Igino ad interrompere quelle scorribande. Delle quali in pochi parlano...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero, di un’epoca che sembra proprio archiviata. Dove la leggenda si confonde proprio tanto. Padre Igino era un frate cappuccino o forse no, un prete: viveva di certo nel convento al cimitero. La nonna faceva  la cuoca al convento e il nonno spesso passava per un bicchiere dopo le battute di caccia. Piero, l’autore dell’infinito archivio fotografico Albery che alimenta questa rubrica,  in quel convento era di casa.

Ai miei tempi andare di notte al cimitero era una prova di coraggio, un rito maschile (non ricordo di aver mai sentito di una ragazza ammessa al rito). Gettonate erano le tombe di peccatori o peccatrici, di streghe. La leggenda vuole che ad Arpino si organizzassero dei tour e si pagasse il biglietto, era un rito di iniziazione.

Non so quanto di vero di questo ci sia, ma di certo la mattina dopo ci si faceva grandi nel raccontare le notti al cimitero. Notti che spesso venivano interrotte dal nostro padre Igino. Di lui si narra che amasse la buona tavola. Insegnava Religione alla scuola media del  Convitto.

In quegli anni il convento aveva una prestigiosa biblioteca con testi preziosi, per questo motivo numerosi studiosi facevano tappa. Biblioteca che, ricordi in bianco e nero, nessuno oggi sa indicare dove sia stata trasferita: chissà, bisognerebbe organizzare un tour sepolcrale con medium per scoprire dove sia finita…

Nel mio immaginario di bimba lui era il custode della vita dopo la morte: lo guardavo con ansia  come se avesse la chiave dei miei  interrogativi. Chissà che tra i lettori qualcuno non faccia outing e racconti la realtà sui tour sepolcrali. Magari rivelando l’elenco delle tombe da visitare, quelle dei peccatori e delle peccatrici. Una cappella gentilizia sempre aperta al piano secondo era piena di leggende.

Situato nella periferia nord est, una ripida scalinata del cimitero accompagna il visitatore nei vari terrazzamenti: pensa di notte quella scalinata… con i suoi cipressi secolari… Chissà che racconti gotici hanno scritto in quelle serate…