Paese che vai, ordinanza anti smog che trovi

Le Domeniche Ecologiche? Non sono obbligatorie. Ma a Frosinone le apprezzano. A Ceccano le contestano. I numeri dicono che non sono tanto le auto ad inquinare ma le caldaie. Però i Comuni ciociari non chiedono i fondi per i bonus termici ai cittadini. Solo 13 lo hanno avuto in due anni.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Ormai lo sanno pure i sassi: le Domeniche Ecologiche servono a ben poco contro le polveri sottili. Anzi, dati alla mano, peggiorano pure la situazione. Bisogna prendersela soprattutto con i vecchi riscaldamenti e gli allevamenti intensivi: insieme producono il 53% dell’inquinamento. Le auto e le moto il 9%. Sempre meno dell’industria: 11%. Eppure a Frosinone e Ceccano, le ciociare più attanagliate dallo smog, si continuano a organizzare le Eco-giornate. Anche se non sono più obbligatorie. (Leggi qui Covid-19, i killer dell’aria: l’emergenza ha permesso di individuare chi inquina).

Non c’è più l’obbligo: sono inutili

Nel 2020, infatti, il Piano regionale di risanamento della qualità dell’aria è stato aggiornato. Proprio perché ormai l’hanno capito pure alla Pisana.

Tra gli ulteriori provvedimenti riservati alla Valle del Sacco «i Comuni, nel periodo che va da novembre a marzo – recita il Piano della Regione Lazio – possono vietare nella giornata della domenica la circolazione dei mezzi ad uso privato dalle ore 8.00 alle 18.00 in alcune zone del centro urbano».

Il blocco del traffico a Frosinone

Possono: mica sono obbligati. Non si fa più fede il Piano 2010, che diceva di fissare per forza almeno quattro blocchi totali del traffico. Proprio perché ormai il primo obiettivo, nel Lazio come in Italia, è incentivare la conversione a metano degli impianti di riscaldamento alimentati con combustibili non gassosi. E dovrebbe essere anche quello di mettere fine agli allevamenti intensivi. Ovviamente non “solo” per l’eccesso di liquami, che sprigionano ammoniaca concorrendo alla formazione della materia particolata. Ma anche per la crudeltà verso gli animali e la pessima qualità dei prodotti.    

In quanto alle Domeniche Green, nel Capoluogo si è deciso di farne persino cinque: le prossime ci saranno il 21 e il 28 marzo. Dopo quella del 7, con buona pace dei 37 trasgressori multati, il sindaco Nicola Ottaviani ha detto che «sicuramente non sono sufficienti a risolvere il problema delle concentrazioni dello smog nelle città italiane ove non insistono le correnti marine o i venti collinari e montuosi, in grado di permettere un ricambio più efficace dell’aria. Ma rappresentano una misura di attenuazione, almeno parziale, dei livelli inquinanti». 

I numeri con la testa dura

I numeri continuano a dire altro. La stazione di rilevamento dello smog a Frosinone Scalo, quella vicina alla Stazione e gestita dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), ha registrato sforamenti del limite di Pm10 anche nelle prime due Domeniche Green: nell’ordine, invece di 50 microgrammi per metro cubo, 73 il 21 febbraio e 54 il 28 febbraio. La terza, con i suoi 28 ug/m3, non fa testo: dal primo marzo gli spostamenti a livello provinciale sono limitati dalla zona arancione anti Covid. Perlomeno in tanti si sono risparmiati di fare il giro più largo in auto, scaricando più gas nell’aria, per raggiungere la destinazione desiderata. 

Il sistema di rilevazione Ancler

Grazie alla rete di rilevamento Ancler, frutto della sinergia tra l’associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente e il provider Evlogica, è possibile sapere com’è andata attorno alla Zona a Traffico Limitato (Ztl) di Frosinone. Anche il 21 e il 28 febbraio soliti e allarmanti sforamenti registrati da tante altre centraline: Corso Lazio, viale America Latina, via Fonte Corina (Casilina Sud), Villa Comunale e Madonna della Neve (Casilina Nord), Cavoni e via Casale Ricci (zona aeroporto).

Per Ottaviani, però, le Domeniche Ecologiche sono anche pedagogiche: «Hanno lo scopo – ha dichiarato il primo cittadino della Lega – di tenere alta l’attenzione e la riflessione generale sui comportamenti dei cittadini rispetto all’ambiente, poiché soltanto attraverso una effettiva cultura della pedonalizzazione o della mobilità alternativa è possibile procedere, nel medio e lungo periodo, al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di ottimizzazione della qualità dell’aria». 

Paese vicino, parere diverso

A Ceccano la pensano in tutt’altro modo. Il sindaco Roberto Caligiore e l’assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco lo dicono e lo ribadiscono all’unisono sin dall’emanazione dei provvedimenti anti-Pm10: «Siamo qui ancora una volta a firmare un’ordinanza che ci viene imposta dalla Regione e che ha dimostrato, ad ora, tutta la sua inefficacia relativamente al contenimento delle polveri sottili». Chiaro il solito attacco politico dei Fratelli d’Italia alla Regione Lazio guidata dal Partito Democratico. Ma la Regione, di fatto, non sta costringendo nessuno a organizzare le Domeniche Ecologiche.

La centralina Arpa di Ceccano

Da distinguere rispetto alle Targhe Alterne, che almeno dimezzano il traffico più inquinante in città per due giorni a settimana. «Oggi – ha tuonato Caligiore – questo tipo di provvedimenti per combattere l’inquinamento da PM10 appare ancora più assurdo alla luce del fatto che siamo in piena emergenza pandemica, con una drastica riduzione del movimento veicolare anche a livello intercomunale. Le misure da prendere devono essere di natura più strutturale, basate sul lungo periodo e fatte ascoltando anche i sindaci che amministrano la Valle del Sacco».

«La causa maggiore è da attribuire soprattutto a caldaie vecchie, camini, stufe a pellet – ha aggiunto, poi, l’assessore Del Brocco. – Il tutto amplificato da un posizionamento illogico della centralina di rilevamento dell’ARPA. È questo il primo vero ostacolo. Si trova infatti in una posizione non consona, anche per i parametri Ispra».

I dati falsati

Ecco, appunto. Su questo, in entrambi i casi, ha pienamente ragione. Anche sul fatto che la stazione Arpa di via per Frosinone, anche quella vicina alla Stazione FS, dovrebbe essere ma non è posizionata ad almeno 15 metri dall’incrocio. «Quel dato sarà sempre falsato», ha lamentato il delegato. Resta il fatto che la mal’aria a Ceccano è un dato di fatto. Anche se la centralina è controversa, è quella che fa testo a livello regionale e nazionale. E nella prima delle quattro Domeniche Ecologiche cittadine (28 febbraio), come le altre inizialmente contemporanee a quelle di Frosinone, il risultato è stato scontato: non al massimo 50 bensì 77 microgrammi di Pm10 per metro quadro

Il senatore Massimo Ruspandini e l’assessore Riccardo Del Brocco

Nelle scorse ore, però, il colpo di scena: l’Eco-giornata del 28 è stata anticipata a oggi. Così l’ultima sarà quella del 21, fino a quando durerà (per ora) la zona rossa in Ciociaria. «Quando chiedevamo buonsenso, ci riferiamo a provvedimenti come questo – ha sbottato Del Brocco -. Peccato che chi sta più in alto di noi, alla Regione, viva uno scollamento totale dalla realtà e non abbia mai preso in considerazione l’idea di una deroga, visto il Covid. E allora proviamo a fare da soli». Sempre che le Domeniche Ecologiche non sono obbligatorie: così, giusto per ricordarlo. Non che l’opposizione consiliare, d’altronde, abbia controllato e lo abbia fatto presente: ormai da giorni è più che mai inconsistente ed è totalmente sparita dai radar. 

«Vogliamo che sia chiaro il nostro intento di limitare al massimo i disagi per la cittadinanza. Così come per le attività, per tutti quelli che già soffrono le restrizioni dovute allo status di zona Rossa – ha motivato l’assessore all’Ambiente -. Le politiche in materia di efficientamento e qualità dell’aria sono ben altro. È in quella direzione che ci aspettiamo risposte serie e concrete da Regione e Governo».

I fondi ci sono, nessuno li chiede

In precedenza, in ogni caso, ha chiesto al senatore di casa Massimo Ruspandini di portare avanti «un’azione che incentivi l’uso del metano per i riscaldamenti domestici o magari il fotovoltaico». Non serve scomodarlo: a livello nazionale sono stati lanciati Superbonus 110%, Ecobonus 65% e 50%, Bonus Casa 50% e Conto Termico 2.0. E la Regione Lazio ha già concesso per due anni fino a 10 mila euro per sostituire le vecchie caldaie e installare gli elettrofiltri.

Foto: Can Stock Photo / Gajdamak

Quanti laziali hanno risposto all’avviso pubblico tra il 2017 e il 2018? Trentanove. Quanti hanno centrato il contributo? Tredici: anche di Cassino, Castro dei Volsci, Pastena e Villa Latina. Gli altri ventisei hanno sbagliato a presentare o non hanno perfezionato la domanda di finanziamento. Allora sarebbe proprio il caso che le Amministrazioni Comunali informassero e aiutassero i cittadini rispetto a tali opportunità.

Tutto il resto, a parte le polveri sottili, se lo porta via il vento.