Palombo: «La crisi, le trattative, la candidatura, ora vi racconto tutta la verità»

Foto: © Michele Di Lonardo

Rompe il silenzio l'ex coordinatore della Lega Carmelo Palombo. Per raccontare la sua verità. «Zicchieri mi ordinò di far cadere l'amministrazione di centrodestra a Cassino»

Se n’è andato in punta di piedi. Lasciando una lettera in cui spiegava il motivo. Poi il silenzio. Assoluto. Non una dichiarazione, non una frase. Anche quando sarebbe stato il momento migliore per togliersi qualche soddisfazione. Ora torna a parlare Carmelo Palombo, coordinatore provinciale della Lega dimessosi nel pieno della trattativa per individuare il candidato sindaco di Cassino del Centrodestra. Lo fa per raccontare la sua verità. E per dire che sono solo una montagna di balle tutte le cose raccontate dal coordinatore regionale Francesco Zicchieri nel corso della tumultuosa Direzione di lunedì scorso. (leggi qui «Qui comando io»: ed i leghisti si ribellano a Zicchieri).

Nel corso di quella riunione è stato detto che fu lui a decidere di far cadere l’amministrazione comunale di Cassino. E che fu lui a portare in un vicolo cieco le trattative per individuare il candidato sindaco.

Una montagna di balle: ho le prove

«Ho fatto silenzio durante l’intera campagna elettorale per non danneggiare l’immagine della Lega, ma oggi a risultati acquisiti non è possibile  assistere silenti ad una narrazione  frutto di fantasia e non veritiera» scrive Carmelo Palombo.

Fa autocritica. Ammette le sue responsabilità e le sue colpe. «Iniziamo con l’assumerci le nostre responsabilità. La prima e più pesante è quella di aver seguito un ordine forte e chiaro venuto dal commissario regionale della Lega Francesco Zicchieri.  E’ stato lui a dare l’ordine di abbattere l’amministrazione comunale di centrodestra di Cassino».

Non è stata una decisione presa in fretta. Faceva parte di un piano. Lo si deduce da un altro ordine perentorio ricevuto dall’allora Coordinatore. «È stato sempre Francesco Zicchieri a chiedermi di mantenere lontano dal direttivo cittadino chi non riteneva giusto far cadere quell’amministrazione definendoli uomini di Mario Abbruzzese. E questa è la prima verità già più volte ribadita, pronta a sostenerla in ogni luogo con prove inappuntabili».

Noi volevamo il contrario

Il vice capogruppo della Lega a Montecitorio non è stato l’unico a dire al timoniere in quale direzione doveva portare la nave.

«Le erano interferenze sia di Francesco Zicchieri che dell’onorevole Francesca Gerardi: hanno solo generato una confusione incredibile culminata con l’abbraccio mortale a Mario Abbruzzese».

Carmelo Palombo giura che la rotta voluta dal Direttivo di Cassino era un’altra. La rotta impostata da Zicchieri e Gerardi «Era esattamente il contrario della linea sulla quale stavamo lavorando a Cassino nel rispetto dell’autonomia territoriale infranta sia da Zicchieri che da Gerardi: candidato della Lega con una lista della Lega e con due liste civiche. Avremmo vinto o perso ma non ci saremmo fatti trascinare verso il baratro con un ballottaggio che ha mortificato  e umiliato il partito della Lega con alleanze anche con chi nel PD rappresentava l’ala più di sinistra! Una vera vergogna!»

Non ha dubbi il coordinatore dimissionario. È socio che quella linea sarebbe stata premiata dagli elettori. Fosse stato per lui, non avrebbe mai promosso l’ammucchiata con gli uomini, gli assessori e i massimi esponenti dell’amministrazione che la Lega aveva mandato a casa appena da due mesi.

I numeri della catastrofe

«Gli elettori hanno punito sonoramente quell’ammucchiata. Che l’onorevole Francesca Gerardi voglia far sapere a Salvini di un risultato eclatante conseguito a Cassino grazie al suo straordinario intervento non può far altro che suscitare un sentimento di commiserazione tanta è la fantasia e la demagogia».

I numeri sono implacabili. Nello stesso giorno, gli elettori di Cassino hanno votato sia per le Europee che per le Comunali: alle Europee la Lega ha preso il 34% e alle Comunali ha raccolto il 23% in meno.

Nel 2016, alle elezioni Comunali di Cassino la lista Noi con Salvini si allineò sulla stessa percentuale nazionale.

Carmelo Palombo è convinto che «se l’onorevole Matteo Salvini non è venuto a Cassino, è perché sapeva perfettamente che avrebbe messo la faccia in una competizione perdente. Sarebbe venuto con entusiasmo se avessimo candidato un nostro rappresentante e fossimo andati da soli».

Nei giorni più intensi della Campagna elettorale si è parlato più volte di una tappa del vice premier. «Quante bugie sono state raccontate sulla promessa presenza di Salvini a Cassino in campagna elettorale, verrà il 13, poi il 15, poi verrà al ballottaggio, quante bugie, dicevano ho parlato con Salvini, ho concordato con Salvini,  Salvini è d’accordo……la solita storia cara a quei politicanti che oltre al millantato credito non sanno dire nient’altro».

La colpa è del metodo

Nella Direzione di lunedì scorso, l’ex presidente della Provincia Giuseppe Patrizi ha sfidato Francesco Zicchieri ad invitare Carmelo Palombo nella riunione successiva ed a sostenere con lui un confronto. «Noi abbiamo la coscienza a posto, a differenza di Zicchieri e Gerardi, che evitano accuratamente il confronto nella certezza di venire sbugiardati».

Il problema, per Palombo è nel metodo. «Non serve il confronto per aggiungere pessime figure, è bastato leggere il resoconto della direzione provinciale di lunedì scorso del partito per rendersi conto che ormai tutti hanno capito che se in provincia la Lega non vince la responsabilità è dei metodi utilizzati dalla dirigenza regionale».

Eppure in queste ore è circolato un documento che conferma la fiducia al gruppo dirigente. Con strane assenze, inspiegabili dimenticanze. (leggi qui La lettera scarlatta della Lega: mancano tante firme sull’atto di fiducia. Ma gli assenti ne sapevano niente). «C’è stato bisogno di un documento, generico,  preparato in fretta e furia e fatto firmare solo dal alcuni simpatizzanti e dirigenti di Partito e da qualcuno che in cerca di poltrone prova ad accreditarsi nella organizzazione, per  confermare la leadership nella guida del Partito».

Rimango nella Lega

Così come aveva detto al momento delle dimissioni, anche adesso Carmelo Palombo dice di non voler lasciare la Lega. «Sono e rimango nella Lega a disposizione del segretario Salvini e non temo le epurazioni annunciate dall’onorevole Francesco Zicchieri o dall’onorevole Francesca Gerardi, leggo e seguo lo statuto del Partito e, soprattutto, ho un lavoro e non campo di politica a differenza di altri. Pertanto sono io a sottolineare che “la Lega  si serve, non ci si serve” come  ho dimostrato con i fatti e le rinunce dal 2016 ad oggi».

Non finisce qui. Nei prossimi giorni Carmelo Palombo ha intenzione di convocare una conferenza stampa. E di tirare fuori le prove.

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