«Mo’ te do’ nà capata»: Palozzi affronta il presidente M5S che vuole fermarlo

Caos nell'Aula del Consiglio regionale del Lazio. Adriano Palozzi (Forza Italia) si presenta in aula dopo gli arresti domiciliari. Ma il nuovo atto che lo legittima a rientrare non è stato notificato. Scontro con Porrello (M5S): «Mo' te do' nà capata si nun te levi»

Uno dal fisico possente, massiccio, l’espressione arcigna resa ancora più dura dai mesi trascorsi agli arresti domiciliari. Ingiustamente, come ha stabilito nelle ore scorse la suprema Corte di Cassazione. L’altro invece è minuto, dalla corporatura esile ed i modi garbati: Devid Porrello (M5S), presidente di turno dell’Aula nel Consiglio Regionale del Lazio, prova a sbarrare il passo al suo aitante collega di Forza Italia Adriano Palozzi. La risposta è sintetica quanto efficace: «Mo’ te do’ nà capata si nun te levi».

L’atto non è arrivato

Adriano Palozzi era stato messo agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine sul nuovo stadio della Roma. In attesa che la sua posizione si chiarisse, la Regione lo aveva sospeso e sostituito con la prima dei non eletti nella lista di Forza Italia: Roberta Angelilli. (leggi qui Regione, Palozzi sospeso: al suo posto entra Angelilli. E Cangemi vice presidente)

Poi gli arresti erano stati revocati. E allora Palozzi – privato nel frattempo anche della vice presidenza del Consiglio Regionale – si era presentato in Regione per riprendere il suo posto.

Così, salutata e ringraziata per la sua supplenza il consigliere Angelilli, un attimo prima che Palozzi rientrasse era scoppiata una grana: il Tribunale di Roma aveva comunicato alla Regione la temporanea interdizione dai pubblici uffici per Palozzi. (leggi qui Rompicapo Palozzi: fine della sospensione ma non può rientrare in Regione)

Oggi il consigliere di Forza Italia si è ripresentato in Aula. Con un nuovo provvedimento del Tribunale di Roma nel quale era stata cancellata la parte relativa all’interdizione dai pubblici uffici perché non applicabile ad una carica elettiva.

Ma appena Palozzi si è manifestato davanti al tavolo sul quale dove c’è il foglio delle presenze da firmare, il presidente di turno, Devid Porrello gli ha fatto presente che non poteva riprendere il suo posto. Perché? Il Consiglio Regionale non aveva ricevuto alcun provvedimento del Tribunale di Roma.

Te dò nà capata

Devid Porrello chiede al consigliere Palozzi di mostrargli il nuovo atto del giudice per le indagini preliminari.

È la goccia che fa tracimare la pazienza del Consigliere: «Io a te nun te debbo fa vède gnente» riferiscono alcuni; altri negano in modo categorico che la frase sia stata questa ma che riassuma in modo adeguato la sostanza dei fatti.

Sta di fatto che Palozzi rende partecipe il presidente Porrello della propria bramosia di ritornare ad esercitare il mandato assegnatogli dai cittadini, sollecitandolo a lasciarlo rientrare ad assolvere il proprio mandato popolare, con la frase «Mò te dò na capata si nun te levi».

Non ha voluto esibire alcun documento sostenendo di non essere tenuto a farlo. Lo scambio di battute tra i due è sempre più vivace. Al punto che Palozzi ringhia al presidente «Mò te rompo il culo…». (Versione pentastellata non convalidata dall’interessato). Porrello, nel dubbio, decide di sospendere la seduta rinviando la ripresa dei lavori alle 15.30 per la discussione del bilancio.

La cassazione

La VI Sezione Penale della Suprema Corte lo scorso 12 dicembre aveva cassato l’ordinanza relativa agli arresti domiciliari di Palozzi. Aveva ritenuto non sussistente il reato di corruzione. «Prendo atto con amarezza – aveva commentato Palozzi – considerato che sono stato ingiustamente ristretto per sei mesi agli arresti domiciliari per una ipotesi di reato che oggi scopro essere insussistente dal massimo consesso giurisdizionale italiano».

Per tutto il pomeriggio il Consiglio regionale è stato in contatto con la Prefettura di Roma per capire che fine avesse fatto l’ordinanza da notificare alla Regione. Anche perché, senza quel documento Palozzi non può entrare. E senza di lui i lavori non possono partire perché non può essere escluso a causa di un ritardo.

M5S: “Becera violenza verbale”

Il Movimento 5 Stelle non ci sta e dice che «Adriano Palozzi sta tenendo in ostaggio un intero Consiglio regionale impedendo la prosecuzione della discussione della Legge di Bilancio e forzando il Consiglio a riammetterlo con una procedura illegittima».

Il Movimento denuncia lo «sfoggio della più becera violenza verbale” con la quale Palozzi ha accusato «tutto il M5S di essere ‘giustizialista‘ ».

Fiat Lux

Alle 16:20 il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Daniele Leodori annuncia che è in arrivo la staffetta dalla Prefettura di Roma con la disposizione del Tribunale di Roma che, rimuovendo l’interdizione dai pubblici uffici, di fatto consente al consigliere Palozzi di tornare a sedere di sul suo scranno nell’Aula della Pisana».

Fiat Lux.