In volo dall’Oriente il Papa svela i suoi dubbi su Di Ruzza: “Dovevano vigilare”

Durante il volo di rientro dal viaggio pastorale in Oriente Papa Francesco parla dell'inchiesta sui fondi usati per comprare un palazzo a Londra. E rivela di avere firmato lui le perquisizioni. Per impedire a chiunque di bloccarle. I dubbi su Di Ruzza. ma soprattutto sul suo superiore

Il colpo di grazia arriva durante il volo che riporta Papa Francesco dall’Estremo Oriente. È da lì che il Romano Pontefice avanza pubblicamente i suoi sospetti su Tommaso Di Ruzza, oculatissimo direttore dell’Anticorruzione in Vaticano, sospeso dal servizio con il sospetto di non avere vigilato sulle operazioni immobiliari compiute a Londra con i soldi dell’Obolo di San Pietro.

Papa Francesco incontra i giornalisti in aereo

Nel corso del viaggio, Francesco incontra i giornalisti e risponde alle loro domande. Non si sottrae. Rivela che è stato lui in persona a sollecitare l’indagine appena il Revisore dei Conti gli ha chiesto un incontro e gli ha avanzato le sue perplessità. “È venuto da me. Ha detto “Qui c’è una cosa brutta, qui c’è qualcosa che non funziona”. Gli ho risposto: “Lei è sicuro?”… “Sì, cosa debbo fare?”… “C’è la giustizia vaticana, vada e faccia la denuncia al Promotore di Giustizia“. È soddisfatto il Papa: i dubbi questa volta sono stati sollevati dall’interno, non sono arrivati come veleni dall’esterno. Significa che le riforme sulla gestione finanziaria avviate dal predecessore Benedetto XVI stanno funzionando. “Sono contento: è la dimostrazione che abbiamo le risorse per chiarire le cose brutte che succedono dentro, come in questo caso”.

Niente sconti. Il caso del palazzo comprato in zona centrale a Londra dal finanziere Raffaele Mincione per conto della Segreteria di Stato rischia di mettere in discussione la fiducia dei fedeli sul modo in cui vengono usate le loro donazioni. È con quei soldi che è stata finanziata l’operazione. Sulla quale avrebbe dovuto vigilare Aif, l’Authority Anticorruzione Finanziaria diretta da Tommaso Di Ruzza, devotissimo banchiere di Aquino, genero dell’ex banchiere centrale Antonio Fazio di Alvito.

Su di lui, sul suo lavoro, in particolare su quello del suo superiore gerarchico, il presidente Rene’ Bruelhart avvocato svizzero con un curriculum di primissimo livello, messo alla porta senza troppi giri di parole dal Papa, Francesco non ha nascosto la sua posizione.

Tommaso Di Ruzza © Imagoeconomica, Paola Onofri

Il direttore dell’Aif – ha detto Papa Bergoglio riferendosi a Tommaso Di Ruzzaè sospeso perché c’erano dei sospetti di non buona amministrazione“. Ma è sulla posizione tenuta dall’avvocato svizzero Bruelhart che si sfiora l’irritazione. “Il presidente dell’Aif ha forzato la mano (letteralmente, il Papa ha usato l’espressione “ha fatto forza” NdA) per riprendere la documentazione sequestrata. Davanti a questo io ho fatto una consultazione con un magistrato italiano di livello. Davanti ad un’accusa di corruzione la giustizia è sovrana in un Paese, nessuno può immischiarsi”.

Il Pontefice ha rivelato di essere stato lui in persona a firmare le autorizzazioni ad effettuare le perquisizioni negli uffici dell’Aif ed in quelli della Segreteria di Stato. Mai nessun magistrato aveva osato violare quei locali, nessuno aveva mai firmato un atto del genere. Francesco ha voluto mettere la sua firma affinché fosse chiaro che nessuno doveva mettersi in mezzo, chiunque avesse tentato di ostacolare la giustizia si sarebbe messo contro il Papa.

Tra i giornalisti al seguito qualcuno chiede se Tommaso Di Ruzza e gli altri quattro alti funzionari sospesi siano corrotti, il Papa risponde che “la presunzione di innocenza è una garanzia per tutti, un diritto umano“. Però… “c’è corruzione e si vede. Con le indagini si vedrà se sono colpevoli o no“.

E poi l’affondo finale. L’atto d’accusa “È stato l’Aif a non controllare, sembra, i delitti degli altri. Il suo dovere era controllare. Io spero che si provi che non è così“. Un sospetto gravissimo su Tommaso Di Ruzza e soprattutto sul suo ex superiore ReneBrulhart. Ce l’ha in particolare con lui. Il suo contratto era in scadenza. Il Papa rivela di averlo chiamato “e lui non se n’è accorto che lo stavo chiamando, mi ha detto. E ho annunciato che il 19 lasciava. Ho trovato già il successore, un magistrato di altissimo livello giuridico, economico, nazionale e internazionale e al mio rientro prenderà in carico l’Aif

Rene’ Brulhart e Tommaso Di Ruzza Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

Ciò che al papa non è andato giù è che ReneBrulhart abbia tentato di mettersi al di sopra dello Stato Vaticano. Francesco lo dice con naturalezza: “Sarebbe stato un controsenso se l’Autorità di controllo fosse sovrana sopra lo Stato“.

Su Tommaso Di Ruzza il Pontefice ha dubbi, nel caso di Brulhart ha invece ha una convinzione diversa e più precisa. Sta attento a non mettere insieme le due posizioni. “Il direttore è sospeso, magari fosse innocente. Io vorrei perché è una cosa bella se una persona è innocente e non colpevole. Ma è stato fatto un po’ di rumore con questo gruppo che non voleva che gli toccassero le carte”.