I paracadutati, la rivolta in FI, la rabbia del sindaco (di L. D’Arpino)

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Tre schiaffi in faccia a Forza Italia. Il modello Frosinone ignorato su scala nazionale per individuare i candidati, gli uomini imposti anche alle Regionali. E il leghista che ora tutti saranno chiamati a votare al posto di un personaggio locale.

Luciano D’Arpino

per Il Messaggero

ed Frosinone

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«Lanzichenecchi». «Paracadutati». Detto in altri termini: candidati piovuti dall’alto senza alcun legame con il territorio per le prossime elezioni politiche del 4 marzo. E’ accaduto anche a Frosinone dove gli esponenti di Forza Italia, però, sono scesi sul piede di guerra e minacciano vendetta. A meno di improbabili colpi di scena da Pontecorvo a Paliano, e anche nel sorano, più di mezza provincia non avrà neanche un candidato azzurro.

A fare da asso pigliatutto è stato invece il leader provinciale del partito, Mario Abbruzzese, che si candiderà in posizione eleggibile nel proporzionale e anche nel maggioritario nel collegio alla Camera di Cassino. Un collegio considerato di categoria A1: supersicuro per il centrodestra.

Come è dato per certo anche il collegio 1 di Frosinone dove invece sarà paracadutato un esterno, pare addirittura un leghista, per esigenze di coalizione.

Ed è questo che ha dato la stura alla rivolta. Ma non solo. «Dopo i nani e le ballerine ora vedremo sulla scena politica anche ex calciatori», sibila un big che, in attesa dell’ufficializzazione dei nomi, preferisce restare anonimo. Il riferimento è a Beppe Incocciati di Fiuggi, ex attaccante di Milan e Napoli, che dovrebbe essere in pista nel proporzionale, o al Senato o alla Camera, in posizione eleggibile. Una sorpresa in tutti i sensi, anche per gli esponenti di Forza Italia della Ciociaria.

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è inferocito, ma per ora non rilascia dichiarazioni ufficiali di rottura. Anche perché è stato convocato ieri sera a Roma dal Partito per cercare di calmarlo. Di sicuro Ottaviani ha avuto un duro confronto con Abbruzzese.

Quest’ultimo ha cercato di ammansirlo ribadendo che solo all’ultimo è saltato il piano per far assegnare il collegio a un esponente di Forza Italia frusinate. Ma le spiegazioni non sono bastate. Per quel seggio c’erano in ballo i nomi del presidente del Consiglio comunale Adriano Piacentini, mister preferenze, e dell’assessore alle Finanze Riccardo Mastrangeli. Anche loro masticano amaro.

In poco tempo, insomma, Forza Italia del capoluogo e il sindaco hanno ricevuto tre schiaffi dai vertici nazionali del loro partito. Il primo è stato quando il modello Frosinone, elogiato anche da Berlusconi a Fiuggi e finito alla ribalta nazionale, non è stato neanche preso in considerazione per la scelta del candidato a Governatore del Lazio. Le primarie, infatti, non sono state fatte e Ottaviani in quell’occasione si è lasciato scappare un secco: «Un rigurgito del passato!».

Il secondo è stato invece quando, sempre da Roma, è stato scelto di candidare alle Regionali l’ex assessore comunale di Frosinone Carlo Gagliardi che fa parte della quarta gamba del centrodestra che, in questo caso, ha chiesto ospitalità nelle liste di Forza Italia. Una candidatura che si va oggettivamente a contrapporre a quella di Alessandra Mandarelli scelta dagli esponenti azzurri del capoluogo. Sarebbe stata, insomma, un’altra guerra in famiglia. In questo caso, però, Ottaviani e i dirigenti locali hanno reagito subito facendo ritirare la candidatura della Mandarelli per evidenziare il disimpegno forzato dalla campagna elettorale. Anche perché nei corridoi del Comune già si dice: «Finora siamo andati avanti facendo cose egregie per la città, senza i fondi regionali e quelli del Governo, continueremo a farne a meno».

Il terzo schiaffo, infine, è stato quello sulle candidature alle Politiche che ha scatenato il putiferio. Gli elettori frusinati di Forza Italia, insomma, dovrebbero votare un leghista. E, in occasione della giornata della memoria che si è celebrata ieri mattina in Prefettura, il sindaco ha lanciato strali indiretti alla propaganda del partito di Salvini: «Oggi è anacronistico – ha scandito agli studenti presenti – parlare ancora di razza bianca. Significa insultare la storia». Ogni riferimento al candidato leghista a Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è stato puramente casuale.