L’angoscia e la paura quando si perde la strada (di P. Alviti)

L'angoscia ci prende per il lavoro, la salute, il futuro... Spesso sottovalutiamo l'angoscia nei ragazzi. Anche Giuseppe e Maria la provano. Luca ci insegna...

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo

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L’angoscia è qualcosa cui difficilmente possiamo sfuggire: ci prende quando siamo preoccupati, quando sentiamo il mondo caderci addosso. Ci prende per il lavoro, per il nostro futuro, per la salute. A volte diventa addirittura una malattia, capace di travolgerci.

Spesso, soprattutto con i ragazzi, tendiamo a sottovalutare l’angoscia che li colpisce, magari pensando che le loro preoccupazioni siano eccessive, come se anche noi alla loro età non avessimo provato le stesse angosce per gli amori, il nostro corpo, i voti brutti a scuola… una vita piena d’angosce.

Anche Giuseppe e Maria provano angoscia: ce lo racconta il vangelo, quando si accorgono di aver perso Gesù. Ore terribili, passate a cercarlo dappertutto nella carovana: e poi la corsa affannosa verso Gerusalemme. Chissà quanti pensieri sono venuti in mente a quei due genitori in quell’affrettarsi preoccupato, con tutte le ipotesi che frullavano nella loro testa.

Gli avranno fatto del male, sarà caduto, non si sarà sentito bene: ma no, forse è stata soltanto una scappatella, ormai è grande. Ma che dici, grande!

Poi, finalmente, lo trovano: mai avrebbero pensato di vederlo lì, nel tempio, a tener testa ai dottori della legge, ormai grande, uomo fatto, secondo la tradizione ebraica. La madre lo rimprovera… e le tocca  la risposta di Gesù che tutti conosciamo.

Luca ci racconta questa storia, comune a tante famiglie, non tanto per narrarci un episodio della vita di Gesù quanto per insegnarci su cosa dobbiamo concentrare la nostra angoscia: è la scomparsa di Gesù, l’allontanamento da lui, il perderlo come punto di riferimento nella nostra esistenza che può sconvolgere davvero la vita e farci provare quell’angoscia che Dante descrive nel I Canto della Commedia, quello smarrire la diritta via, persa la quale siamo condannati al disorientamento della selva orrida, al vagare come ciechi. a non avere più punti di riferimento.

E allora, forza, di corsa a cercarlo, angosciati ma con la speranza di trovarlo… è lì ad aspettarci.

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