La città ben governata (di P. Alviti)

L'anima è come la città ben governata. Possiamo decidere di vivere nella confusione. Oppure nell'ordine indicato dalla Parola. Dove sta il demonio, quello che ci ruba la coscienza. E dove la via di salvezza

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Dio regna nell’anima dei santi ed essi obbediscono alle leggi spirituali di Dio che in essi abita. Così l’anima del santo diventa proprio come una città ben governata.

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Una città ben governata: quanto ne avremmo bisogno! Attorno a noi vediamo crollare ponti di autostrade, Venezia e Matera allagate, corruzione dilagante in ogni angolo della nostra esistenza. E poi paura, scoraggiamento, mancanza di fiducia nel futuro, vita senza speranza, anzi la speranza che da virtù diventa male, illusione.

Sentiamo crescere un malessere diffuso, una sorta di eclissi della coscienza che spinge ciascuno a ritirarsi in spazi sempre più piccoli, con l’illusorio desiderio di poterli difendere meglio, dalle tante invasioni che ci minacciano.

Tutto ci spaventa: gli immigrati e i profughi, l’Europa, internet, addirittura la piccola Greta. Pensiamo che il riscaldamento globale sia uina menzogna, nonostante quello che constatiamo tutti i giorni. Dappertutto vediamo complotti, cospirazioni, crediamo ad ogni notizia diffusa da seminatori di zizzania che devono inventare nemici da combattere piuttosto che alleanze per migliorare il mondo in cui viviamo.

Tutto ci deriva, purtroppo, dal malgoverno, dall’esempio catastrofico che ci viene dall’alto e che elimina, d’emblée, quel prezioso lavoro che tanti altri invece fanno, impegnando le loro esistenze nel servizio della cosa pubblica. I tanti che profondono impegno generoso e competenze vengono sbugiardati da chi invece mostra di aver voluto essere lì soltanto per sete di potere.

Eh sì, infatti: questo è il vero demonio, quello che ci ruba la coscienza. Ce la fa collassare, la ottunde, abituandola a sopportare tutto. A vendere la propria onestà, a non servire la verità, i deboli, gli oppressi. A non difendere la giustizia, anzi a maltrattarla, a mettere i propri interessi prima di quelli del bene comune.

È la nostra anima che corrompe la società, non il contrario. È la nostra sete smodata di potere, di ricchezza, la nostra superbia, il nostro desiderio di possedere, di basare la nostra sicurezza sul denaro e sulla “roba”. Se invece obbedissimo alla legge spirituale della nostra coscienza, quella che ci dice chiaramente, sempre cosa sia bene e cosa sia male, allora la nostra anima diventerebbe una città ben governata e pervaderebbe di sé tutta la realtà circostante che finalmente recupererebbe speranza, disponibilità, solidarietà…

È nostra la scelta

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