Partiti senza… ritorno. E rebus a Cinque Stelle

I riflessi e le prospettive a livello locale dopo la tornata elettorale. I pentastellati devono decidere cosa fare sul fronte delle amministrative

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

A livello nazionale la scena è dominata dalle fibrillazioni che stanno attraversando il Movimento Cinque Stelle, con l’attacco frontale lanciato da Alessandro Di Battista ai vertici. Senza considerare le grandi manovre per una legge elettorale che si avvia lungo la strada del proporzionale. (Leggi qui Di Battista picchia duro, M5s verso la scissione?).

Intanto il segretario nazionale del Pd e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è in una posizione di vantaggio nel Governo. Niente rimpasto. Zingaretti punterà tutto sul piano programmatico e soprattutto economico. Vale a dire sui progetti relativi al Recovery fund e sulla possibilità di accedere al Mes.

Per quanto concerne il Lazio, a questo punto si va verso il completamento della legislatura, previsto nel 2023. Sul piano locale a questo punto tutti i Partiti dovranno fare i conti con lo scenario nazionale, anche in virtù del taglio di 345 parlamentari, che promette di essere una “mazzata” sul piano della rappresentanza delle province.

Vediamo la situazione nei vari partiti. Nel dettaglio.

Partito Democratico

FRANCESCO DE ANGELIS E ANTONIO POMPEO

La vittoria di Nicola Zingaretti alle Regionali rafforza ulteriormente la segreteria di Luca Fantini. E l’area Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Fantini si appresta a varare la segreteria politica, sulla base di un accordo unitario che ha portato alla sua investitura.

Le disfatte annunciate di Ceccano e Pontecorvo, però, dovranno necessariamente essere esaminate in sede di Direzione. Come chiede Base Riformista di Antonio Pompeo. Il fatto che il Pd non esprima consiglieri a Ceccano (roccaforte rossa per decenni) è significativo. Fra l’altro le spaccature hanno determinato anche la mancata presenza del simbolo sulle schede elettorali di Ceccano. (Leggi qui La lezione delle Comunali / Ceccano).

Un nodo che va sciolto, anche perché in passato analoghe situazioni si erano verificate pure a Frosinone, Sora, Cassino, Anagni. Tra Pensare Democratico di Francesco De Angelis e Base Riformista di Antonio Pompeo c’è molto più di un’incomunicabilità kafkiana sul versante delle amministrative.

Poi c’è l’altra questione aperta. Vale a dire il recupero del “gap” che esiste tra il voto dei Dem alle comunali e alle regionali e quello delle politiche. Una materia che ha molto a che vedere pure con il peso politico del territorio. La volta scorsa parlamentari uscenti come Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi vennero candidati fuori provincia. Mentre Francesco De Angelis dovette accontentarsi della terza posizione (non eleggibile) nel listino proporzionale. Bisognerà fare i conti con 345 seggi in meno.

Lega

Nicola Ottaviani e Pasquale Ciacciarelli

È il primo partito italiano secondo i sondaggi. In provincia di Frosinone il Carroccio fatica ad ottenere risultati importanti alle amministrative. In questo momento esprime 3 sindaci: Nicola Ottaviani (Frosinone), Riccardo Frattaroli (Settefrati) e Franco Moscone (Casalvieri). Ma nessuno di loro è stato eletto con la Lega, hanno tutti aderito successivamente.

In questa tornata il Carroccio ha ottenuto un discreto risultato a Ceccano, ma è chiaro che in prospettiva si avverte la necessità di un cambio di passo. Anche perché i prossimi appuntamenti riguarderanno Comuni come Alatri e Sora. E poi Frosinone.

In questo territorio alle politiche del 2018 la Lega ha eletto tre deputati: Claudio Durigon e Francesca Gerardi nel collegio proporzionale Frosinone-Latina e Francesco Zicchieri nel maggioritario, collegio Camera nord della provincia. Il senatore Gianfranco Rufa è stato eletto nel collegio di Viterbo.

Il taglio di 345 seggi comporterà un ridisegno dei collegi. Con ogni probabilità ne saranno individuati 63, gli stessi già contenuti nella parte proporzionale del Rosatellum. Il che vuol dire che le province di Frosinone e Latina saranno “condannate” a stare insieme. Quindi, spazi ridotti per tutti. Con contestuale riposizionamento di molti sulle Regionali. Dove per esempio dovrebbero concorrere Pasquale Ciacciarelli e Francesca Gerardi.

Bisognerà vedere quali spazi ci saranno, per esempio, per il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, uno che non ha la vocazione del gregario.

Fratelli d’Italia

Massimo Ruspandini

Le vittorie di Roberto Caligiore a Ceccano e di Piero Sementilli a Ripi hanno ulteriormente rafforzato la leadership del senatore Massimo Ruspandini. Il quale sta portando avanti la linea del radicamento sul territorio.

Ruspandini sta analizzando la situazione in prospettiva e punterà molto sulle future elezioni comunali. A Sora, Alatri, ma anche a Frosinone. Poi c’è il capitolo delle candidature alle Regionali, che rappresenterà uno snodo importante.

Ma in gioco c’è pure il primato all’interno del centrodestra provinciale, un traguardo che adesso Fratelli d’Italia vede alla portata. D’altronde quanto successo in provincia di Latina, ma per molti versi pure in Puglia, fa capire che la competizione tra Lega e Fratelli d’Italia è nei fatti. E la provincia di Frosinone non fa eccezione.

Forza Italia

Chiusaroli, Natalia, Piacentini, Patrizi

Adriano Piacentini, uno dei tre coordinatori provinciali, spiega: «Importantissima la conferma del sindaco Anselmo Rotondo a Pontecorvo. Mi piace sottolineare anche le vittorie di Ennio Marrocco a Cervaro e di Silvio Grazioli a Trevi nel Lazio. Non dobbiamo mai perdere di vista la coalizione di centrodestra e in quest’ottica il successo di Roberto Caligiore a Ceccano va salutato molto positivamente. Come centrodestra siamo maggioritari e dobbiamo tenerlo presente. In Forza Italia ottimo il gioco di squadra tra i tre coordinatori, il responsabile degli enti locali. E straordinario l’apporto dei militanti. Il gioco di squadra è fondamentale, da soli non si va da nessuna parte».

A questo punto però Forza Italia vorrà dire la sua anche sul territorio, a partire dalle comunali.

Movimento Cinque Stelle

Loreto Marcelli

È chiaro che il livello nazionale in questo momento è prevalente. Soprattutto per capire fin dove vuole spingersi Alessandro Di Battista.

Sul piano locale, il 4 marzo 2018 il Movimento ha eletto 3 parlamentari (Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri) e 1 consigliere regionale (Loreto Marcelli). Ma il tallone d’Achille resta quello delle comunali. Nessun sindaco nei 91 centri della Ciociaria e pochissimi consiglieri comunali.

Nessuna risposta vera alle richieste di alcuni esponenti su una maggiore presenza a livello territoriale. Nelle scorse settimane dal Movimento è uscito Marco Mastronardi, consigliere comunale di Frosinone. Nessuno ha provato neppure a trattenerlo. (Leggi qui Mastronardi passa al Misto: è il tramonto delle Stelle).

I Cinque Stelle hanno sempre puntato tutto sul voto di opinione, ma quella spinta si è esaurita. Il risultato del referendum è sicuramente importante e ascrivibile in larga parte all’azione del Movimento. Ma di certo non può bastare. C’è poi il tema dell’alleanza con il Partito Democratico. Un tema che ha una dimensione nazionale e regionale, oltre che provinciale e comunale.

Le regionali di domenica e lunedì scorso hanno dimostrato che i Dem possono fare a meno dei Cinque Stelle. Non viceversa. In Ciociaria non esistono contatti fra le due forze politiche. Si tratta di un argomento che dovrà essere affrontato.

Infine, il taglio dei seggi avrà effetti pure nel Movimento.

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