Ciacciarelli: “La mia Lega moderata”

Il passaggio nella Lega. Cosa c'è dietro. Che fine fa il progetto Cambiamo. E perché Mario Abbruzzese non entra. La reazione fredda d'una parte della squadra.

Non è diventato sovranista: “è la Lega ad avere ampliato i suoi orizzonti”. Non è antieuropeista “ma tutti sono concordi nel dire che questa Europa debba essere riformata”. Pasquale Ciacciarelli ha completato la sua transizione: partito in estate da Forza Italia, dove era stato coordinatore provinciale e consigliere regionale; arrivato in Cambiamo di Giovanni Toti per sostenere il Carroccio; ora chiude il cerchio e spiega la sua metamorfosi leghista: “Ma è anche la Lega ad esserci trasformata”.

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A ridosso delle feste di Natale, senza fanfare, chiede l’adesione al gruppo regionale della Lega. Perché l’ha fatto in maniera così sommessa?

Perché era era nell’aria già da alcuni mesi.

In che senso?
Pasquale Ciacciarelli © IchnusaPapers

Da mesi avevamo avviato un dibattito interno con il quale capire se fosse possibile allargare gli orizzonti della Lega, individuando punti di convergenza tra il suo elettorato tradizionale e quello più moderato che viene rappresentato dalla mia area. Un confronto che abbiamo portato avanti in maniera approfondita con i leader nazionali come Claudio Durigon, con il coordinatore regionale Francesco Zicchieri, con la stessa onorevole Francesca Gerardi che è coordinatore provinciale della Lega e con il senatore Gianfranco Rufa. Questo ha portato il Partito di Salvini ad avere adesso una rappresentanza forte anche a livello regionale e sulla provincia di Frosinone…

Però va nella Lega pochi mesi dopo essere andato con Giovanni Toti: Cambiamo è stato un errore?

No, non è stato un errore. Cambiamo è stata una fase di transizione. L’orizzonte politico oggi cambia ad una velocità tale che noi stessi rischiamo di rimanerne superati. Lo ha scritto lei nei giorni scorsi, direttore. Cambiamo aveva uno scopo ed una funzione: dove traghettare verso la Lega chi all’interno di Forza Italia era scontento della mancanza di chiarezza e di democrazia interna. Dovevamo andare di lì a poco alle elezioni. Che alla fine non ci sono state. Cambiamo mantiene la sua mission ma ha allungato i suoi tempi. Il territorio nel frattempo ha bisogno di risposte che con un gruppo come quello della Lega in Regione sarà possibile portare”.

Non teme l’etichetta di incoerente?

Non rinnego assolutamente il mio passato in Forza Italia, che è la mia casa; una casa che purtroppo però è stato deciso dai vertici che dovesse chiudere, lo vediamo anche dai sondaggi. Con grande coerenza, alle ultime Europee abbiamo votato Antonio Tajani facendo arrivare in questa provincia addirittura settemila preferenze che sono state importantissime. Successivamente abbiamo condiviso il cambiamento che veniva sollecitato dall’interno dal coordinatore nazionale di Forza Italia che in quel momento era Giovanni Toti. Noi abbiamo seguito il coordinatore del Partito, coordinatore scelto da Silvio Berlusconi. E abbiamo iniziato un’azione in un movimento politico che – avevamo chiarito in quelle circostanze – doveva essere una costola della Lega.

C’è stato dentro fino a Natale: che fine farà Cambiamo?
Ciacciarelli con il gruppo uscito da Forza Italia Foto © Aif / Giorgio Di Cerbo

È un movimento che doveva dare, che dava e che sicuramente darà l’area moderata al contenitore della Lega. Salvini, ormai è diventato il partito leader del centrodestra, Io penso che il progetto si chiuderà secondo questi termini“.

Pasquale Ciacciarelli notoriamente non è un sovranista: è uno che fino a poche settimane fa aveva un dialogo fitto, intenso con Antonio Tajani che è ultra europeista. Come riesce a conciliarlo?

E’ chiaro che il messaggio che oggi sta portando avanti Matteo Salvini è cambiato rispetto a quello di qualche mese fa. È sotto gli occhi di tutti: anche sulle azioni importanti a livello europeo, ma anche sui temi che sono stati da sempre cavalli di battaglia di Salvini, c’è stata un’evoluzione”.

Di che tipo?

“È chiara la volontà di Salvini di voler allagare verso l’area più moderata. Lo dimostrano gli ingressi a livello regionale di Laura Cartaginese, Davide Bordoni, i fratelli De Lillo, di Simone Foglia e di tanti altri che militavano in Forza Italia. Oggi, come me, sono transitati nel Partito di Salvini. Hanno un senso proprio nella strutturazione sul territorio e nel voler dare un contenitore anche a tutto quel popolo di Forza Italia che purtroppo oggi non aveva più una casa”.

Non teme di fare la stessa fine di Nicola Ottaviani? Aveva lo stesso progetto di creare un’area moderata all’interno della Lega. ma gli è stato fatto capire con chiarezza che la Lega è una.

Io sono stato sempre abituato a rispettare bene la gerarchia. La linea politica, anche nella Lega, viene data da Matteo Salvini, quindi poi a caduta. È chiaro che nel Lazio viene data da Claudio Durigon, da Zicchieri. E da Gerardi sulla provincia di Frosinone. Noi come consiglieri regionali abbiamo un compito serio: quello di rappresentare i territori e i collegi in cui siamo stati eletti. Detto questo mi sembra restino ben pochi margini di dubio”.

Ciacciarelli con Riccardo Del Brocco, molto scettico al Caffè Moro
Non tutti hanno fatto i salti di gioia: l’altro giorno durante la riunione al Caffè Moro a Frosinone glielo hanno hanno detto con chiarezza. (leggi qui: Il Big Bang di Ciacciarelli al Caffè Moro: i dubbi dei generali).

Intanto io non rinnego mai la mia squadra, la mia famiglia politica che mi ha dato la possibilità di poter raggiungere questo grande obiettivo. Il bello di essere in un gruppo di persone è quando ci si confronta. A me non piacciono gli yesmen, le persone che dicono sempre di si, mi piace il confronto su ogni più piccola questione. Al Caffè Moro ho apprezzato più qualche riflessione contraria che i silenzi di qualcun altro. Ben vengano quindi queste riflessioni. Però una cosa è emersa anche da quel confronto, e devo dire che ne aveva scritto anche lei direttore, cioè il fatto che comunque tutti sono insieme per una grande azione di amicizia che si è costruita negli anni e che quindi faranno parte di questo grande progetto.”

Che fine fa Mario Abbruzzese?

Mario Abbruzzese è un mio carissimo amico. Abbiamo costruito insieme la nostra carriera politica, io ho contribuito anche a dargli una mano e lui ha contribuito a dare una mano a me. Lui in questo momento continua il suo percorso in Cambiamo, ma ha dichiarato più volte che sarà della partita nel sostenermi alle prossime elezioni Regionali… Io sono una persona molto coerente, non butto mai a mare nessuno, di solito questo in politica non paga“.

Ciacciarelli e Abbruzzese
Si pone un problema in Regione Lazio in questo momento, perché lei è Presidente di Commissione: la Lega ha rifiutato, due anni fa, di avere Presidenze di Commissione per non condividere nulla con Zingaretti. Lo sa che potrebbe essere messo di fronte ad una scelta…

Io però vorrei ricordare una cosa: che noi nel 2018, avendo un consigliere regionale in più, in Regione avevamo anche una maggioranza per poterci eleggere le Commissioni. Sono state elette grazie ai voti della minoranza. Per questo motivo io ho posto subito la questione…

Questa matematica però la dovremo rivedere un attimo: se fosse vero che avevate la maggioranza allora come mai Nicola Zingaretti sta ancora lì?

Perché poi sono stati molto bravi sul Patto d’Aula, creandosi una maggioranza con alcuni consiglieri fuoriusciti anche da Forza Italia“.

Neanche così quadrano i conti: voi avreste avuto la maggioranza solo se aveste fatto un patto con il Movimento Cinque Stelle…

Chiaramente, quella è la minoranza…

Siete stati al governo nazionale insieme per quasi un anno e mezzo, durante il quale in Regionale non siete riusciti a buttare giù Zingaretti…

Mai stati insieme. E devo dire che purtroppo oggi c’è una situazione molto complessa, perché c’è una grande divisione anche nei Cinquestelle regionali perciò cercare di creare un’intera area di opposizione sarà molto complesso. Però è un’azione che porteremo avanti e c’è una grande volontà. È chiaro che – lei mi insegna – una mozione di sfiducia si fa quando si è sicuri di avere i numeri. Perché altrimenti si crea lo stesso problema che c’è stato la volta precedente: non avendo i numeri non si è potuto portare a casa il risultato“.

Ma la Lega le chiederà di rimettere l’incarico come Presidente di Commissione?

Assolutamente no, non è proprio all’ordine del giorno questo punto“.

La Lega apre allora un canale di dialogo con Zingaretti?
Il coordinatore provinciale della Lega Francesca Gerardi con Pasquale Ciacciarelli

Quella commissione è ‘fatta’ praticamente di controllo. Controllo di ciò che avviene in Giunta, perché quando vengono deliberate le cose in Giunta poi passano in Commissione e quindi vengono controllate. Perciò noi saremo oggi ancora più attivi sull’azione di controllo e miglioramento delle delibere della Giunta e delle proposte di legge che vengono portate dalla maggioranza. Si tratta quindi di un’arma in più che abbiamo per poter mettere ancora più carne a cuocere sulla giunta Zingaretti“.

Questo matrimonio porta in dote anche alcune difficoltà: alle elezioni comunali, come ci mettiamo con il nodo Pontecorvo?

Pontecorvo è sotto i 15mila abitanti quindi la politica c’entra fino a un certo punto. Saranno perciò i vari attori del territorio a trovare una sintesi per poter vincere. Ricordo che ad esempio l’attuale amministrazione, anche quella attuale di Pontecorvo, ha anche il Pd al suo interno. Questo dimostra come il civismo in questi comuni sotto i 15mila abitanti la fa da padrone e i partiti politici non possono dare indicazioni“.

Rapporti con gli ex amici: Antonio Tajani?

Guardi, io con grande lealtà ripeto, ho condotto l’ultima campagna elettorale alle Europee senza risparmiarmi. Sono contento del risultato che è arrivato con tutte le percentuali di Forza Italia così basse e non rinnego i rapporti umani che sono sempre gli stessi e di grande stima. Tuttavia è chiaro che poi c’è la politica; ognuno fa le scelte che vuole“.

Claudio Fazzone?

E’ un po’che non lo sento, però devo dire che Claudio con me si è sempre comportato in maniera seria ed onesta, ci siamo detti sempre le cose in faccia, anche a muso duro, ma lui nei miei confronti è stato sempre corretto“.

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