Paone, non buttare la pasta: il notaio rinvia l’atto di acquisto

Rinviato ad ottobre il rogito per l'acquisto dell'attività del Pastificio Paone, rilevato da un colosso argentino. Nel frattempo Corex, il big player che ha comprato le mura, conferma che a sua volta intende svolgere l'attività all'interno dello stabilimento. Triplicando la produzione

Saverio Forte per Alessioporcu.it

Lo spumante e i pasticcini erano già pronti. Ma per brindare bisogna attendere il 2 ottobre. Solo quel giorno sarà formalizzato di fronte al notaio il passaggio del pastificio Paone di Formia: dall’attuale proprietà, la “Domenico Paone fu Erasmo SpA”, al nuovo proprietario la “Domenico Paone SpA”.

L’appuntamento saltato

L’ingresso del pastificio Paone

In un noto studio della Capitale era attesa la rappresentante legale della società acquirente, la professoressa Monica Maria Ortolani. È la moglie (originaria di Cassino) dell’imprenditore italo-argentino Alejandro Octavio Quentin: il “re sudamericano del grano” che a giugno ha costituito la “Domenico Paone SpA” attraverso la quale un gruppo finanziario di Londra ha formalizzato la proposta di acquisto. L’offerta è stata l’unica depositata in Tribunale a Cassino, dove è aperta la procedura di concordato preventivo concessa nel 2015 per garantire l’attività allo storico marchio di Formia. (leggi qui Paone, la pasta non è scotta: passa ad un fondo inglese)

La signora Monica avrebbe dovuto versare il saldo – 3 milioni e 456 mila – dopo l’acconto di 284mila euro anticipati in sede di presentazione della proposta di acquisto.

Il rogito è slittato al 2 ottobre. Ufficialmente per ultimare i conteggi delle spettanze da riconoscere ai trenta lavoratori nel frattempo assorbiti dal nuovo gruppo societario. Ma la ragione sarebbe un’altra. L’assemblea dei soci dell’attuale proprietà, unitamente al presidente del collegio sindacale, ha chiesto al liquidatore giudiziale di non avere fretta: bisogna ultimare l’inventario.

L’inventario ed il prezzo

Cosa significa? Nel pastificio di Penitro ci sono mezzi che non erano stati computati nella perizia ordinata dal Tribunale di Cassino. Inoltre il magazzino è pieno di pasta. È quella con cui soddisfare le commesse nel frattempo formalizzate dall’attuale amministratore unico Fulvio Paone in ogni angolo del pianeta.

L’imprenditore Alejandro Octavio Quentin che ha acquistato il Pastificio Paone

Non è, questo, un aspetto secondario. La procedura di acquisto infatti prevede che l’importo finale da versare alla “Domenico Paone fu Erasmo SpA” dalla nuova società verrà definito sulla base di quei conteggi.

E qualcuno – secondo alcune indiscrezioni – è andato a rileggersi le  pagine 5 e 6 della Proceduta di Vendita del pastificio di Formia. È la parte in cui si prevede che in caso di contestazione circa l’inventario può essere richiesta al Giudice la nomina di un arbitro. Si tratta di un’ipotesi remota ma non trascurabile.

L’acquirente dovrà versare, almeno nei prossimi 24 mesi, un canone di locazione mensile di 15mila alla Corex spa di Battipaglia. È la società che si è aggiudicata l’acquisto dei capannoni per un importo di poco superiore ai due milioni di euro.

Un pastificio? No, due

Ma quali sono gli orientamenti della società salernitana? È tra i principali operatori nazionali per l’import-export dei più affermati marchi del “made in Italy” nel settore  alimentare.

Corex intende tenersi una parte del pastificio e lanciare dal suo interno un progetto industriale molto più ampio di quello attuale. A rivelarlo è l’avvocato Alessandro Citro, parlando a nome della società campana.

Rivela che la Corex SpA ha comprato l’immobile del Pastificio Paone «non per ragioni di carattere speculativo – per quanto legittime –  estranee all’oggetto sociale». Tradotto: non punta ad un’operazione immobiliare.

La vetrina della Corex

Cosa vuole fare allora? Intende «perseguire la vocazione commerciale ed industriale che la anima sin dalla sua costituzione». Vuole produrre, fare import export di alimentari, usando una parte del Pastificio e lasciando l’altra parte in affitto ai nuovi proprietari delle linee e del marchio.

L’invetimento sull’immobile del pastificio di Penitro è stato fatto con il proposito «mai celato, di destinarlo ad ospitare un progetto industriale, ben più ampio di quello attuale, ma che si ponesse comunque in  continuità con l’attività propria del Pastificio. Ovvero – in considerazione della recente aggiudicazione – sul solco della sua centenaria tradizione».

“In continuità con l’attività propria del pastificio” significa che anche Corex vuole fare la pasta dentro a quei capannoni.

Ampliare la produzione

L’avvocato Alessandro Citro conferma che «Il nuovo progetto industriale prevede un sostanziale ampliamento della capacità produttiva del pastificio, con impianti che diano la possibilità di triplicarne l’attuale capacita, ed un adeguamento alle attuali richieste di mercato in tema di quantità e tipologia di confezionamento, anche in considerazione delle proprie necessità commerciali».

Corex S.p.A. attualmente dichiara di esportare circa 500mila quintali di pasta ogni ann. Fra i propri clienti ha le maggiori insegne della distribuzione mondiale. I trend di produzione e fatturato la danno in crescita costante negli anni.

Uno stabilimento per due

Nel piano industriale sviluppato da Corex SpA il capannone è un elemento «strategico ed imprescindibile – spiega l’avvocato Alessandro Citro –  idoneo a ridare nuova vita al sito produttivo della società Paone».

La linea olio a amrchio Corex

Ma i piani della Corex sono congelati. Lo saranno almeno sino a fine ottobre. Infatti, il mese prossimo scadranno i termini entro i quali il Consorzio Industriale del Sud-Ponino dovrà decidere se impugnare o meno davanti al Consiglio di Stato una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale.

Cosa dice la sentenza e cosa perché riguarda Corex? Il Tar aveva accolto integralmente il ricorso promosso dal liquidatore giudiziale del pastificio Paone contro la delibera del CdA del Consorzio di sviluppo industriale. La numero 27 del 25 marzo scorso, con cui il Consorzio aveva avviato l’iter per prendersi i capannoni del nuovo pastificio alle stesse condizioni economiche (poco più di due milioni di euro) a cui se li era aggiudicati la “Corex SpA” di Battipaglia.

Una sorta di diritto di prelazione rivendicato dal Consorzio.

Lo ribadisce sempre l’avvocato Citro: «Siamo in attesa che si completi la procedura tesa all’acquisizione dell’azienda al fine di programmare, nel rispetto dei limiti che discendono dal piano concordatario, con il conduttore le iniziative preliminari e necessarie all’insediamento del nuovo ciclo produttivo». Cioè: appena divento proprietario a tutti gli effetti, mi metto a tavolino con chi sta in affitto dentro ai capannoni, per programmare l’insediamento della mia attività.

Industrialmente parlando, buon appetito.