Sei piccoli indiani per il Pd… o per Renzi

Nessuna transumanza nel Pd dopo le prime adesioni al progetto di Renzi. Ma molti attendono gli eventi prima di decidere. Intanto però ad Anagni all'ultima riunione erano presenti appena in sei

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Quello che, dopo Teresa Neri, sembrava poter diventare un esodo in piena regola (leggi qui Anagni, via alla grande fuga dal Pd), si sta per ora trasformando in un surplace, un attendismo di carattere ciclistico, in cui tutti cercano di capire, prima di fare la loro mossa, quello che accadrà in tutto il resto del Partito. Che però, nel frattempo, rischia seriamente di evaporare. Visto che all’ultima riunione del Pd in città erano presenti in 6 (sei).

Teresa Neri

Qualche giorno fa ad Anagni Teresa Neri, primo segretario del Partito Democratico in città, aveva annunciato il proprio passaggio ad Italia Viva, la formazione battezzata da Matteo Renzi. Sembrava che si fosse rotto un argine, e che la parte più moderata del Partito Democratico cittadino, a partire dai fratelli Tagliaboschi, dovesse passare in fretta armi e bagagli nella nuova compagine tirata su dal leader fiorentino. Invece, dopo qualche giorno, nulla si è più mosso; e sembra che così sarà ancora per un po’ di tempo.

Chi capisce qualcosa delle dinamiche del Partito Democratico della città dei papi dice che questo deriva dal fatto che, sostanzialmente, si aspetta di sapere, prima di fare le proprie mosse, dove andrà a finire il nuovo Partito di Matteo Renzi. Se dovesse acquisire anche in provincia di Frosinone uno spazio importante, allora si assisterebbe ad una transumanza ufficiale. Altrimenti, nessuno dei piddini della città vorrebbe imbarcarsi in un’avventura della quale ancora non si conoscono costi e ricavati.

Un atteggiamento quantomeno strumentale, che certo non fa bene al Partito. E che rischia ancora di rendere più labile la sua consistenza in città. Per avere un dato oggettivo al riguardo, basta pensare a quello che è accaduto qualche giorno fa, nel corso dell’ultimo direttivo. Un direttivo non tanto importante per quello che si è detto, quanto per i presenti alla riunione. Erano infatti sei gli esponenti riuniti a parlare. Sì avete capito bene, sei. Molti meno anche dei 31 iscritti che, qualche mese fa, avevano rappresentato, durante il tesseramento per il congresso regionale, il punto più significativo del declino del Partito in città, dopo la sconfitta elettorale delle comunali del 2018.

Egidio Proietti

Le sei persone presenti l’altra sera fanno capire invece che il Partito sta, se possibile, scendendo ancora più in basso. E che Egidio Proietti, neosegretario che tutti hanno visto qualche giorno fa al consiglio comunale quando si è parlato di bilancio consolidato, dovrebbe cominciare a darsi davvero da fare, prima di vedersi il Partito evaporare sotto gli occhi.