E Francesco Mosillo rivela al Pd che è rimasto nudo

Il Pd non è pronto per le elezioni comunali a Cassino. E non ha alcuna intenzione evidente di prepararsi. L'altra sera Francesco Mosillo, come il bambino nella favola di Andersen, ha rivelato che "Il re è nudo"

Quello più lucido è stato Francesco Mosillo. L’ex candidato sindaco di Cassino, uno dei due sui quali il Pd si è spaccato nelle scorse elezioni, l’altra sera ha guardato i dirigenti politici del Partito. Ed ha detto: «Ma ancora stiamo perdendo tempo a parlare di Carlo Maria D’Alessandro? Vogliamo cominciare a parlare un po’ di noi? Ad esempio cosa vogliamo fare, come vogliamo arrivarci. E… chi vogliamo candidare».

Il re è nudo. L’imprenditore sanitario ha svolto il ruolo del bambino raccontato nella favola di Hans Cristian Andersen. Mentre tutti fingono di non vedere il problema, lui lo ha spiattellato di fronte ai vertici del suo Partito.

 

Ritirando le sue dimissioni da sindaco, Carlo Maria D’Alessandro ha tolto al Pd le castagne dal fuoco. Altrimenti il sangue sarebbe iniziato già a scorrere. Perché il Pd non è pronto per affrontare le elezioni comunali: non è unito, non è stato capace nemmeno di arrivare ad una sintesi tra le sue tre anime presenti in Aula, non ha un Coordinamento realmente unitario. Soprattutto non ha un candidato sindaco.

Ne ha almeno tre il che equivale ad averne nessuno. Perché tutti continuano a coltivare la loro legittima speranza, creando le basi per una nuova spaccatura: l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone vuole l’ennesima rivincita dimenticando che la sconfitta di due anni fa è anche la sua. Marino Fardelli sta lavorando da mesi per avanzare la sua candidatura e se non gliela daranno guiderà uno schieramento civico. Sarah Grieco chiede quantomeno la verifica delle primarie.

 

A riportare tutti con i piedi per terra e metterli di fronte alle loro divisioni è stato Francesco De Angelis. Il leader della corrente maggioritaria nel Pd ciociaro lo ha fatto candidando Barbara Di Rollo come capolista alle Primarie Pd del Lazio. Avanzando di fatto una quarta candidatura a sindaco di Cassino. E seminando il panico di una nuova spaccatura come quella di due anni fa. (leggi qui Lo scontro di retrovia sulla candidatura di Barbara).

Ma tutti, nel Pd di Cassino hanno fatto finta di niente: si sono limitati a rimettere le penne nei cassetti, chiudere le seggiole e ripiegare i gazebo: “Se vuole i voti per le primarie andasse a procurarseli da sola”.

La doccia fredda l’ha fatta, come al solito, quell’eretico uscito dal Pd che risponde al nome di Salvatore Fontana: componente uscente dell’Assemblea Nazionale in quota Emiliano. Con il consigliere comunale Alessandro D’Ambrosio ha detto “A questo condizioni non riconosciamo il Pd come interlocutore: o adotta una linea unitaria o noi non ci stiamo“. (leggi qui Il vaffa di Carlo Maria alla maggioranza, il vaffa di D’Ambrosio al Pd).

 

Nemmeno questa volta il Pd ha affrontato il problema. Ma ha continuato a parlare del sindaco in carica, delle dimissioni ritirate, della proposta avanzata al Pd da alcuni consiglieri della maggioranza di centrodestra: “Se deve mandarci a casa allora lo sfiduciamo noi, siete pronti a mettere anche la vostra firma?‘”

Non è un caso che ieri sera, durante la contro-conferenza stampa organizzata dal Pd per rispondere al sindaco, ci sia stata la visita di una delegazione di Fratelli d’Italia. Il clima è quello della coalizione civica contro Forza Italia. Con FdI che è quanto di più distante ci sia dal Pd.

 

È questo Pd il principale alleato di Carlo Maria D’Alessandro. Il sindaco ha capito che fino alle prossime elezioni provinciali nessuno lo farà cadere, in primis il centrosinistra cassinate: che altrimenti perderebbe la vice presidenza della Provincia di Frosinone, il controllo dell’agenzia di Formazione, una serie di Commissioni strategiche.

Lo ha capito anche Antonio Pompeo: non è un caso che il presidente abbia ipotizzato di spostare ad aprile le elezioni provinciali. (leggi qui Provinciali, Pompeo pensa di spostare tutto ad aprile)

In questo modo evita di gettare il Pd cassinate nel caos che inevitabilmente si scatenerà appena verrà scoperchiato il vaso.

Perché la realtà dei fatti è quella denunciata da Francesco Mosillo con la sua frase dell’altra sera: ancora si perde tempo a parlare di D’Alessandro e non di parla di chi dovrà essere schierato per sostituirlo.

Il Pd è nudo.