Pd, chi si rivede. Tutti pazzi per Zingaretti

Al Sunny Palace tanti amministratori che, insieme, non si ritrovavano da anni. Per ascoltare il nuovo segretario del partito. Ma per Francesco De Angelis la campagna elettorale non è finita: lui non era sul palco, ma insieme ai militanti.

Tutti insieme non si vedevano da almeno setto-otto anni. La vittoria di Nicola Zingaretti alle Primarie Pd ha avuto l’effetto di rimettere nella stessa stanza sindaci ed amministratori del Pd: tutti presenti al Sunny Palace ad ascoltare il segretario nazionale. È la prima tappa politica dopo l’elezione: scelta non a caso, la provincia di Frosinone è il territorio che gli ha portato oltre il 90% di consensi, più di ogni altro in Italia.

L’effetto Zingaretti va oltre le urne. Si rivedono i sindaci e gli ex, iscritti e di area: non è un dettaglio di poco conto. Perché al Sunny non è venuto il Governatore Zingaretti ma il Segretario Zingaretti.

Non viene a ricevere il bagno di folla. Viene ad annunciare. Traccia la linea del Pd che sta per arrivare: Nicola Zingaretti in 3 minuti dice cosa dovrà dire il Pd in Europa, cosa dovrà fare nel Paese, cosa dovrà realizzare nel Lazio e nelle altre regioni, come dovrà essere l’organizzazione nelle province e nei paesi.

La folla della festa

Ci sono Giuseppe Golini Petrarcone e Giuseppe Morini, il primo ex sindaco di Cassino pronto a riprendersi la fascia, il secondo sindaco di Alatri ma non più legato da un asse di ferro con il potentissimo capogruppo regionale Mauro Buschini. Vincenzo e Massimiliano Quadrini da Isola Liri in prima fila, loro che sono sempre i “signori dei voti” ogni volta che si va ad una qualunque elezione.

Ma c’erano pure il primo cittadino di Ceprano Marco Galli e poi tantissimi dirigenti: Maria Paola D’Orazio, Aldo Antonetti, Stefania Martini, Angelo Pizzutelli, Fabio Di Fabio. Impossibile non notare gli ex parlamentari Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi. C’era naturalmente il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Così come Sara Battisti, consigliere regionale. Si è rivista Daniela Bianchi.

Ma c’erano anche tanti esponenti che non si vedevano da anni ad una manifestazione del Pd: l’ex sindaco di Frosinone Domenico Marzi per esempio.

Il senatore Bruno Astorre, segretario regionale, e il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori discreti e attenti in pole position.

Buschini frontman, De Angelis alle cerimonie

Il capogruppo regionale del Pd Mauro Buschini ha dimostrato ancora una volta di essere il frontman di Nicola Zingaretti. Lui lo ha accolto per primo, lui lo ha presentato sul palco, lui è stato al suo fianco sotto i riflettori: ormai Buschini fa parte della cerchia dei fedelissimi del segretario nazionale e presidente della Regione Lazio. Verso di lui e Daniele Leodori si gira il Governatore – Segretario quando dice «Per fare bene il Segretario ho bisogno che venga governata bene la Regione ma di questo non mi preoccupo perché so che è in buone mani»

C’era naturalmente Francesco De Angelis, quasi mimetizzato però nel mare Democrat di ieri. Look casual e presenza in mezzo alla gente: De Angelis ha parlato con i militanti, con tutti quelli che domenica scorsa hanno votato e fatto votare ai gazebo. Il risultato della Ciociaria a favore di Zingaretti (90,62%) parla da solo. Di quel risultato Francesco De Angelis è stato uno dei principali artefici. Ma per lui evidentemente la campagna elettorale non è finita. E’ ancora in trincea, con i militanti. La leadership politica gli deriva da questo.

Lampi di Nicola

Zingaretti lo sa. E sa che ora sta ai sindaci ed agli amministratori ‘moltiplicare’ quel risultato, dare sostanza alle aspettative dei cittadini. «Il Pd rimane la forza politica più radicata sul territorio e quella più democratica in Italia, perché dà la parola alla gente. All’improvviso si è ricostituita la sintonia perduta. Intendiamoci: questo Governo è ancora forte, ma ci sono segnali di inversione di tendenza. Lampi di ribellione. Hanno vinto le elezioni, ma non ce la fanno a governare. Dopo il 4 marzo 2018 avevamo paura di essere tagliati fuori dal nuovo bipolarismo: da una parte il centrodestra a trazione Lega, dall’altra i Cinque Stelle. Poi sono arrivati il congresso e le elezioni in Abruzzo e Sardegna. Lì il centrosinistra ha stabilito un nuovo bipolarismo. Ora serve una stagione unitaria, basta con la logica del “ieri”. Dicevo dei segnali di un’inversione di tendenza. Mai in otto mesi un Governo aveva fatto segnare tanti segni negativi».

Ripercorre i numeri indicati l’altro giorno durante la visita allo stabilimento Saxa Gres di Anagni: l’economia arretra, la produzione industriale ha avuto tre mesi di stagnazione ed pra è in calo. (leggi qui Mi chiamo Nicola e riporto il Pd nelle fabbriche e leggi anche qui L’industria meccanica si ferma: meno ordini da Italia ed estero).

Quei numeri per ora sono indicatori economici. Nicola Zingaretti avverte «Tra poco diventeranno anche persone, con i loro nomi e le loro famiglie. Sono i nomi di quei cittadini che verranno chiamati a reggere il peso della crisi. Perché la crisi, purtroppo, sta per entrare nelle case delle famiglie italiane. E il Governo tornerà a mettere lemani nelle tasche degli italiani. Serve un nuovo Partito Democratico perché in quel momento dovremofarci trovare pronti. Perché la Destra azionerà le solite sirene, usando le armi della distrazione di massa e della ricerca continua del nemico e del capro espiatorio. E ho paura che stavolta il capro espiatorio sarà rappresentato anche dalle istituzioni della Repubblica italiana».

La forza su cui costruire il Pd di domani sono proprio quei sindaci. Perché saranno loro a dover attuare sui territori gli esempi ed i principi che stanno per essere dettati. Per questo avverte «Noi dovremo essere capaci di dire con tutta la nostra forza che se le cose non vanno la responsabilità è la loro, perché non sono capaci di governare».

Poi è il momento della festa. Perché l’elezione del governatore è stata per molti un successo. Ora che tutti sono pazzi per Nicola.