Pd e Roma, tutte le strade portano alla Regione

Come è nata l’idea di chiedere a Giuseppe Conte di candidarsi per il seggio lasciato libero da Roberto Gualtieri. Sullo sfondo la partita del Quirinale. Ma se il leader dei Cinque Stelle dovesse declinare l’invito, allora potrebbe entrare in scena Enrico Gasbarra. Il filo rosso con la Regione.

Il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte potrebbe diventare il candidato della coalizione di centrosinistra per il collegio di Roma 1, lasciato libero dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e prima di lui dal commissario europeo Paolo Gentiloni. Una possibilità che si è palesata negli ultimi giorni, su input del Pd romano e con un confronto serrato tra il segretario Dem Enrico Letta, il potentissimo presidente del Lazio Nicola Zingaretti e il ministro Dario Franceschini. E naturalmente con il contributo dello stesso Gualtieri.

La motivazione tattica la illustra l’Huffington Post: “L’obiettivo è duplice. Il primo, esplicito: rinsaldare l’alleanza con M5S che il segretario Dem considera “strutturale e strategica” in vista delle elezioni politiche e “dare un segno concreto di collaborazione”. Il secondo, evidente: con i gruppi grillini in subbuglio e la complicata partita del Quirinale a un passo, avere un capo in stretto contatto con le truppe parlamentari diventa imprescindibile”. 

Renzi soffia sulle vele di Conte

Giuseppe Conte

Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti resta vago: “E’ un’opportunità da valutare, deciderà chi deve decidere”. In ogni caso la decisione di Conte arriverà in tempi brevi, perché le suppletive si terranno il 16 gennaio. Pochi giorni prima della prima seduta comune dei grandi elettori chiamati a scegliere il successore di Sergio Mattarella in uno scenario ancora più enigmatico del solito.

Sempre l’Huffington Post scrive: “Conte è dall’inizio uno dei due “jolly” a cui pensava Letta per quel collegio, insieme a Zingaretti che però deve terminare il mandato alla Pisana, soprattutto alla luce della quarta ondata di Covid e delle nuove regole”.

C’è un elemento che ha soffiato sulle vele di Giuseppe Conte: la linea decisa da Matteo Renzi per Italia Viva: con la stessa forza con cui disse che non voleva avere a che fare con i Cinque Stelle ora mette in chiaro che “Se nell’alleanza elettorale ci saranno Meloni o Conte, non ci saremo noi”. Viene letta come una chiara manovra di posizionamento al centro, con l’intento di aggregare quanto possibile in una federazione che abbia al suo interno anche Forza Italia.

Nei fatti è un’autoesclusione dal “campo largo”. Proprio questo ha dato una spinta in più a Giuseppe Conte: in assenza di Italia Viva diventa ancora più importante aggregare i pentastellati contiani. La strategia di Enrico Letta passa per un Pd consolidato, uno zoccolo duro di M5S aggregato intorno alla figura di Conte, una terza gamba composta da forze centriste.

La via di Gasbarra per la Regione

Enrico Gasbarra (Foto: Daniele Scudieri / Imagoeconomica)

Se invece Conte, alla fine, decidesse di declinare l’invito, il Pd avrebbe altre soluzioni:  la portavoce della Conferenza delle Donne Cecilia D’Elia o Anna Maria Furlan, ex leader della Cisl e osservatrice indipendente delle Agorà.

Ma c’è anche un’altra strada. Psssa per l’ex eurodeputato ed ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, che ha vanta un’amicizia ultradecennale con Letta. Il suo nome comincia a circolare con insistenza anche per il dopo Nicola Zingaretti alla Regione Lazio. Una delle ipotesi che è stata valutata in questi giorni prevede il passaggio in Parlamento per Gasbarra per aumentare ancora il suo profilo in chiave di candidatura alla Regione Lazio.

Alla quale però sta già lavorando il vice di Zingaretti, Daniele Leodori: scorrendo la sua agenda si nota che non c’è un appuntamento al quale sia mancato negli ultimi mesi in tutte le piazze del Lazio. Il suo non è il comportamento di un assessore uscente bensì quello di un potenziale candidato governatore entrante.

Il ruolo di Nicola

Nicola Zingaretti (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Ma quello che emerge in modo assolutamente chiaro è il ruolo predominante che Nicola Zingaretti continua a recitare nel Pd. Nel Lazio e in Italia.

Il governatore è stato il primo ad aprire realmente ad un accordo di governo con i Cinque Stelle e adesso potrebbe diventare determinante nella complessa partita del Quirinale. Resta dietro le quinte, ma in realtà è destinato a prendersi il palcoscenico.

Quando? Alle elezioni politiche.