Pd, esplode il caso Enzo De Amicis…”ha fatto votare Coletta”

Nulla di nuovo nel Pd di Latina. Come se Elly Schlein non 'abitasse' al Nazareno. Dopo la faida interna dei giorni scorsi ora circola uno screenshot: un messaggio attribuito a De Amicis che avrebbe chiesto di non votare la candidata Pd alle Primarie. vero o falso che sia è indice di un clima. Nel quale non è chiaro che l'avversario sta sul campo, non nello spogliatoio

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Il racconto di Caino e Abele insegna che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento. Lo testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie: molti uomini e donne muoiono infatti per mano di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono.
Papa Francesco

Certo non era questo il momento di una guerra civile, ma il Pd di Latina non è uso al senso delle cose. Preferisce pensarsi il tutto non accettando il poco che sarebbe abbastanza.

Dopo una settimana di indagini, di depistaggi, di azioni ardite di intelligence, di atti di scomunica di scomuniche in atti… ecco le prove. Gira tra le genti del Pd la prova che Enzo De Amicis, escluso dalle Primarie in cui il Partito ha candidato Daniela Fiore, abbia indicato il voto per il rivale schierato dai civici di Lbc: Damiano Coletta. Che poi ha anche vinto ed ora è il candidato sindaco unitario di Pd – Lbc contro la destra.

Insomma, se davvero le cose stessero come dicono quelli che sventolano la prova, saremmo in presenza di un ben noto caso di fuoco amico, dispetto crudele: voi non mi scegliete ed io voto contro quella che avete indicato al posto mio. Dopo di me il nulla. Come l’Italia con la Francia nel 1940: una pugnalata alla schiena.

il Partito in rivolta

Leonardo Maiocchi

Il Partito è in rivolta: gli altri non vogliono più De Amicis in lista per le Comunali del 14-15 maggio come lui non vorrebbe il Segretario cittadino Leonardo Maiocchi alla guida del Partito. Perché? Con una segreteria diversa è certo che la scelta del candidato da schierare alle Primarie sarebbe stata un’altra. E poi il timore che lo stesso approccio visto alle Primarie andrà a condizionare la lista Pd per le Comunali. Insomma si gioca ad escludere.

La situazione è sul punto di esplodere. Riassumiamo le ultime quarantott’ore. L’altro giorno un documento ha messo sotto accusa il Segretario per l’esito delle Primarie, vinte dal bi sindaco Damiano Coletta. Ed ha chiesto la riunione del Direttivo per valutare cosa farne di lui. Nel Pd regionale non c’è più uno come Bruno Astorre che in mezzo a queste guerre ci sguazzava come quelli del Sant’Egidio in Mozambico. Allora s’è messo in mezzo il presidente regionale Augusto Gregori: che a tutti ha ricordato un’evidenza “l’avversario è quello che sta fuori dal centrosinistra, non quelli che stanno dentro”. Nel linguaggio della politica significa una sola cosa: ritirate i ferri, il momento delle faide non è questo.

Il documento per le dimissioni di Leonardo Majocchi viene ritirato dai firmatari De Amicis, Cangelo, Malandruccolo, Viola, Visari, Pompili, Lecce, Cepollaro e Ghisio, a poche ore dal direttivo convocato per discuterlo. Sono gli stessi che si erano stretti intorno a Enzo De Amicis ed alla sua richiesta di essere candidato alle Primarie.

Fondamentale per il ritiro del documento è stata la mediazione del Segretario provinciale Omar Sarubbo: gli fa scrivere un nuovo documento che supera il primo, ne prende atto, lo comunica al Segretario del circolo di Latina Majocchi. Il Direttivo così deve discutere solo di elezioni e non di processi interni, per il venir meno dei motivi del contendere. Ma i firmatari non si presentano comunque. Maiocchi incassa un documento di fiducia approvato all’unanimità… dei presenti.

La pistola fumante

De Amicis ed il post che gli viene attribuito

A stretto giro, nella mattinata di sabato è arrivato il colpo sulla linea di galleggiamento del dottor De Amicis. È uno screenshot: un messaggio girato su WhatsApp. Potrebbe essere falso, costruito in meno di cinque minuti con un banalissimo trucchetto. Oppure potrebbe essere vero.

Cosa dice quel messaggio, perché è compromettente? Sarebbe il messaggio inviato da De Amicis ad alcuni elettori delle Primarie chiedendogli di votare per Damiano Coletta (l’ex sindaco di Lbc) e non per Daniela Fiore (candidata ufficiale Pd).

Nel pomeriggio succede di tutto. Ad un certo punto si diffonde la voce che Omar Sarubbo sarebbe andato a dimettersi da Segretario Provinciale. Smentisce lui stesso: “Non ho spento il telefono perché sono andato a dimettermi. Stavo a guardà la Roma. Sono un Segretario serio”.

E De Amicis, conferma o smentisce? Ad Andrea Apruzzese dice  «ho dichiarato pubblicamente che avrei fatto campagna per Daniela Fiore, sono andato alla presentazione, ho cercato di motivare amici che fino all’ultimo avevano creduto potessi essere io il candidato, e dare una motivazione in più. Tutto quello che potevo fare l’ho fatto, ho dato una mano in quelle condizioni. Poi, non è che io possa muovere le masse, il divario è stato ben ampio per essere condizionato da me o da altri». 

L’avversario esterno

Damiano Coletta

In ogni caso una bella bomba per Damiano Coletta che dopo aver vinto le primarie (comunque sia) vorrebbe giocare nel campo avversario. Ma qui ci si strapazza negli spogliatoi. Siamo a portare al massimo il concetto di “Partito a vocazione maggioritaria” che, non avendo mai avuto la maggioranza, però si è ritenuto l’alfa e l’omega della politica. 

Che fare? Certo è che a sinistra le cose sono della serie “complichiamo ciò che è semplice” con pezzi dei più puri degli uomini ex Lbc diventare del Pd versione Schlein. Come avvenuto con Valeria Campagna, votatissima in Aula e poi catapultata dentro agli organismi dirigenti Pd da una Elly Schlein che in una notte ha terremotato il suo Partito e cannibalizzato ciò che gli stava intorno

Ora in tanti gridano “cacciamo De Amicis” che aveva gridato “cacciamo Leonardo Majocchi“, e prima “meglio Coletta di Fiore”. Un poco come la storiella che raccontiamo nel mio paese del processo fatto ad una talpa rea di rovinare l’orto. Alla fine della procedura, sentite le dotte disquisizioni delle difese e delle accusse la condanna fu esemplare: “abbelamola” (seppelliamola viva).

Così vanno le cose in questo piano dove nulla è normale e ciascuno ha il suo particulare.

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