Pd e FI, i leader sconfitti restano e diventano “allenatori” (di L. D’Arpino)

Chi si aspettava il cambiamento è servito: i leader trombati restano dove sono stati per anni. E continueranno a dare le carte. Almeno, così dicono loro

Luciano D’Arpino

per Il Messaggero

ed Frosinone

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«Sulla mia mancata elezione non si poteva e non potevo fare nulla. Il crollo del Pd è stato troppo forte, le liste erano bloccate e la mia posizione, purtroppo, non è stata decisa dal voto degli elettori. Con questo crollo, sia nei collegi plurinominali alla Camera di Lazio 2 che in quelli al Senato, sono stati eletti solo i capilista». Lunedì sera aveva preferito tacere ma ieri il leader del Pd ciociaro Francesco De Angelis ha parlato per spiegare i motivi della sua sconfitta.

Cenni di autocritica? Nessuno.

In un territorio che, dopo decenni, ha cambiato pelle diventando grillino e leghista, il comandante del più grande partito del centrosinistra non ravvisa nessuna responsabilità sua, nè del gruppo dirigente che lo affianca da anni nella gestione politica della Ciociaria.

Ovviamente non si farà da parte e come ha già annunciato l’altro leader finito kappaò, Mario Abbruzzese di Forza Italia, diventerà l’allenatore della squadra del centrosinistra così come il deputato mancato di Cassino sarà il tecnico dell’altra grande formazione del centrodestra.

Anche perché, spiega ancora De Angelis, è merito suo l’elezione a consigliere regionale dei suoi pupilli Mauro Buschini e Sara Battisti:

«Ma il risultato alle regionali è stato straordinario – dice infatti – grazie anche ad una legge elettorale che ha lasciato decidere gli eletti ai cittadini». Una critica indiretta, ma forte al Rosatellum che porta il nome di un parlamentare del suo stesso Partito, fatta però dopo e non prima del voto.

Comunque De Angelis prosegue: «L’elezione di Mauro e Sara è per me un motivo di grande soddisfazione, dimostrazione della forza del nostro radicamento sul territorio. Un risultato che non era scontato e che è stato raggiunto grazie anche ad un grande lavoro di squadra. L’ “allenatore”, come piace definirmi, è contento per aver costruito un grandissimo gruppo e perché con la loro elezione vince anche un progetto per il futuro del Pd».

Insomma De Angelis non è riuscito a diventare parlamentare ma continuerà a dare le carte dalla panchina e promette: «Adesso, anche dopo questo voto su cui tutti dovremmo riflettere, andiamoavanti. Andiamo avanti insieme più forti e più uniti di sempre».

L’altro leader del Pd trombato invece, Francesco Scalia, ha preso una decisione diversa: non lascerà la politica, ma tornerà a fare il semplice militante del partito. Chi si aspettava il cambiamento dopo il terremoto è servito.

 

 

 

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