Niente polemiche, siamo il nuovo Pd: Zingaretti disinnesca la guerra di cifre

Nicola Zingaretti disinnesca sul nascere la guerra di cifre per il risultato della prima fase del Congresso. Ha vinto. Buschini: 2 punti non fanno la differenza. Ora la sfida dei gazebo.

La dichiarazione parte dai computer dello staff di Nicola Zingaretti pochi istanti dopo le ore 16. Il capo ha deciso la strategia: niente guerra sui numeri, nessuna polemica sui risultati del voto nei Circoli Pd in Italia.

La dichiarazione ufficiale non lascia spazio a dubbi. «Basta polemiche e divisioni sui dati. Aspettiamo quelli ufficiali che sono sicuro saranno forniti nella massima trasparenza il prima possibile. Sono molto contento del risultato ottenuta sulla mia proposta politica, ben oltre ogni piu’ ottimistica aspettativa, e soprattutto dal sostegno e dalla mobilitazione registrati in tutte le regioni d’Italia. Ha ragione Martina: comunque la partita e’ aperta. Per cambiare completamente questo partito il 3 marzo tutti a votare alle primarie»

L’intervento del Capogruppo

Un’ora prima di quella dichiarazione, nel pieno di una riunione era piombato Mauro Buschini, capogruppo del Pd in Regione Lazio. È il mediatore dei tanti accordi intessuti da Zingaretti in Regione durante questo secondi mandato. Lui è quello che ha trasformato l’anatro zoppa in una maggioranza, inventandosi il ‘patto d’aula’.

Esordisce dicendo «Ragazzi scusate: ma 49% oppure 47% non fa nessuna differenza, secondo tutte le previsioni dovevamo stare sotto a Martina e invece abbiamo almeno dieci punti di vantaggio. Niente polemiche, ventre a terra e avanti a preparare le primarie».

C’è maretta per il balletto di cifre sulla vittoria di Nicola Zingaretti alle Convenzioni: la votazione riservata ai tesserati Ps per scegliere i tre candidati da mandare alle Primarie di marzo nelle quali eleggere il nuovo Segretario Nazionale Pd.

Qualcuno parla di ‘guerra di cifre’. «Ma quale guerra – interrompe subito il capogruppo – qui non c’è nessuna guerra, abbiamo vinto le Convenzioni stravolgendo ogni previsione, avanti cosi e niente risse».

Il balletto di cifre

Il fatto è che ad ore si attende la proclamazione ufficiale dei risultati. Finora sono circolate solo cifre ufficiose. E sono molto diverse quelle che circolano nel fronte del governatore del Lazio e quelle diffuse da ambienti dell’ex ministro dell’Agricoltura.

Queste ultime sostengono che Nicola Zingaretti è al 47,2%, Maurizio Martina al 36,5%, Roberto Giachetti al 12,8%. Il dato politico che ne ricavano? Le cifre che circolano invece nella squadra del Governatore danno Zingaretti al 49,1%, Martina al 35,1%. Gli ambienti di Martina analizzano: «Il governatore del Lazio resta dunque al di sotto della maggioranza, mentre gli altri due candidati, insieme, sono vicini al 50% dei voti».

Perché viene data tutta questa importanza alla soglia del 50%? Perché alle Primarie se uno dei tre candidati supera quella soglia è automaticamente Segretario. Se nessuno supera il quorum si passa all’Assemblea Nazionale: lì sono possibili alleanze. E lì l’accordo tra Martina e Giachetti – secondo il calcolo fatto dagli ambienti dell’ex ministro – consentirebbe di conquistare il Partito.

I voti contestati

Ci sono diversi risultati contestati. Sui quali ora la Commissione per il Congresso sta facendo chiarezza. Le anomalie arrivano soprattutto da Campania e Sicilia, le due regioni nelle quali Martina rivendica la vittoria.

Per quanto riguarda la Campania (dove è stato fondamentale il risultato di Salerno, feudo del Governatore della Campania Vincenzo De Luca) il fronte di Zingaretti reclama i risultati di 36 circoli. Ieri sera la Commissione Regionale per il Congresso in Campania ha inviato a Roma un dato incompleto senza i verbali di 36 circoli, circa un terzo dei 126 totali.

In Sicilia Martina dichiara un vantaggio di 3 punti su Zingaretti (48% a 45%). ma tutto dipende da come verrà interpretato il voto contestato di alcuni circoli. Su tutti c’è il caso di Trapani dove Zingaretti ha ottenuto l’84,5% ma il presidente della commissione provinciale trapanese (renziano) ha annullato il voto per alcune irregolarità formali.

E poi c’è Palermo. Qui il presidente della commissione provinciale, vicino al renziano Davide Faraone, ha annullato il voto di una serie di circoli perchè non sarebbe stato consegnato l’incasso delle tessere, circoli in cui l’area Zingaretti sarebbe maggioranza.

Impuntarsi o proseguire

Nelle file di Zingaretti c’è chi vuole impugnare. «Il punto è questo, o ci impuntiamo e stravinciamo. Oppure lasciamo perdere, vinciamo comunque con 11 punti di scarto e oggi pomeriggio avremo i dati definitivi…».

La dottrina Buschini è «Abbiamo ribaltato i pronostici, siamo primi comunque, una guerra su 2 punti percentuali non cambierebbe nulla, non porterebbe nulla a noi e nemmeno a Martina. Soprattutto farebbe male al Partito Democratico. Dicevano che avremmo perso e invece abbiamo ribaltato tutti i pronostici. Non superiamo il 50%? Meglio: un motivo in più per portare più gente ai gazebo a marzo».

C’è chi teme per la composizione dell’Assemblea Nazionale e che quei due punti possano fare la differenza. Buschini spiega che il problema non si pone. Perché il voto delle Convenzioni non influisce nella geografia della nuova Assemblea.

L’Assemblea non c’entra

Spiega, «Tanto per fare un esempio, oggi a Frosinone si riunisce la Convenzione Provinciale, composta dalla somma di tutti i delegati che i Circoli hanno nominato. La Convenzione Provinciale prende atto del voto provinciale (abbiamo fatto 12 – 0 per Zingaretti, 91%, record nazionale) e invia i risultati al nazionale ed a questo punto si scioglie: il compito dei dodici si è esaurito. La Convenzione Nazionale prende atto del voto nazionale degli iscritti, convoca le primarie e si scioglie. I 3 ammessi alle Primarie presentano le loro candidature e le liste che le accompagnano: saranno le primarie ad eleggere anche i membri dell’Assemblea Nazionale, in proprozione ai voti presi dal candidato segretario».

Quindi, due punti in più o in meno, a questo punto, non fanno la differenza. Se gli daranno ascolto, nel pomeriggio verrà presa una poszione ufficiale in questa direzione.