Il Pd imprigionato nella logica delle tessere

Il Partito Democratico continua a chiedersi: “perché abbiamo perso a Frosinone, Cassino e Sora?”. Continua a farlo nell’atteggiamento mentale, non nell’analisi (che non c’è e non c’è mai stata). Ad ottobre ci saranno 57 congressi di circolo, tra i quali quelli di Frosinone, Cassino e Sora. L’impostazione di metodo, di merito e di forma è la stessa di sempre: chi ha più tessere vince, a meno che non ci siano alleanze tali da sovvertire quello che resta un pronostico soltanto numerico. Perché di prospettiva politica non c’è nulla.

 

Perché il Pd non si “apre”, non celebra le primarie per scegliere i segretari dei circoli locali (complice una norma dello statuto assolutamente incomprensibile se poi a livello nazionale ci sono soltanto le primarie), non coinvolge liste e movimenti che non aspettano altro che dare un contributo.

 

Francesco Scalia, Francesco De Angelis, Nazzareno Pilozzi, Mauro Buschini e tutti gli altri leader non possono dire che in un Comune perde l’altro piuttosto che l’uno. Perché alla fine le sconfitte si sono sommate e hanno determinato un indebolimento per tutti.

 

Il segretario provinciale Simone Costanzo non può limitarsi a sottolineare le responsabilità dei circoli locali (che pure ci sono), ma dovrebbe assumere iniziative di “rottura” indicando linee diverse. Anche a costo di mettere a rischio il suo ruolo. Così non c’è alternativa.

 

A livello nazionale la situazione descritta dai sondaggi è molto chiara: il centrodestra unito è primo ma l’unità non è scontata. Il Movimento Cinque Stelle è avanti ma lontanissimo da quota 40%. Il Partito Democratico è “isolato”, quando invece soltanto un’alleanza di centrosinistra potrebbe rimetterlo in gioco.

I congressi di Frosinone, Cassino e Sora potrebbero rappresentare un’occasione unica se soltanto si avesse il coraggio di affrontare una discussione “vera” sui danni del correntismo esasperato. Arrivando ad un confronto magari duro ma vero, ponendo come condizione che gli sconfitti accettino e sostengano i vincitori.

Invece l’impressione è che conteranno soltanto le tessere. Se così sarà, alle politiche e alle regionali il Pd provinciale rischia di andare incontro ad una disfatta senza precedenti.

 

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