Pd in crisi epilettica: dimissioni, anzi ritiro, anzi no. Astorre: Primarie e basta giochi

Foto: copyright Imagoeconomica - Paola Onofri

Dimissioni date, ritirate, riconfermate. Nel Pd di Cassino non è solo Petrarcone ad essere colto dal morbo delle decisioni a corrente alternata. Pure Fardelli lo segue. Ora si va alle Primarie. Con tanti dubbi. ma anche alcuni punti ti fermi.

Il signor Simon Graham, prima di assistere alla battaglia finale della rivolta di Satsuma e raccoglierne gli appunti per il suo giornale inglese, si assicurò di avere al proprio fianco una fiasca di sakè ed alcuni sigari Toscani. Non gli sarebbero stati sufficienti per narrare le vicende politiche cassinati delle ultime ventiquattr’ore , benché dalle sue corrispondenze sia stata ricavata una pellicola che, centocinquant’anni più tardi, ottenne 4 nomination al premio Oscar.

Tsunami Zingaretti

Quello che nessuno aveva calcolato. È che in in territorio a metà tra il codice di Raffaele Cutolo e lo Statuto della Democrazia Cristiana (cit. † Mauro Benedetti, indimenticato direttore di Ciociaria Oggi) potesse arrivare un signore chiamato Nicola Zingaretti. Capace con una sola mossa di mandare all’aria in una sera mezzo secolo di incrostazioni politiche. Attraverso un signore che si chiama Bruno Astorre e fa il segretario regionale del Partito Democratico, più un giovane signore chiamato Mauro Buschini che fa parte della Direzione Nazionale Pd per meriti acquisiti sul campo come capogruppo in Regione Lazio.

Non c’è altro modo per raccontare la storia della battaglia con cui diventare candidato sindaco di Cassino vestendo la divisa di un centrosinistra rimasto senza dignità dopo la sconfitta di tre anni fa, nella battaglia in cui i due signori della guerra si divisero e per questo vinse le elezioni il loro comune avversario di centrodestra guidato da uno degli ultimi warlords del territorio chiamato Mario Abbruzzese.

Ci eravamo lasciati più o meno ventiquattrore fa. Con tre candidati sindaco e due strade per selezionarli. Marino Fardelli indicato come soluzione istituzionale in quanto segretario cittadino; Enzo Salera e Peppino Petrarcone come candidati alle Primarie con cui individuare, in assenza di convergenza sulla soluzione istituzionale, il candidato sindaco. (Leggi qui Fardelli la fa sotto il naso di tutti: è lui il candidato del Pd)

Balle. Balle spaziali. Degne di un Partito Democratico che l’ultimo congresso ha definitivamente archiviato. E che ancora tardano a far scorrere i titoli di coda nei cinema di periferia come quello di Cassino.

Cronache di mercoledì 27 marzo

Non era vero niente. O quasi. Una parte dei protagonisti della riunione del Pd tenuta a Cassino martedì 26 marzo 2019 ha preso in giro gli elettori. Decidete voi chi.

Marino Fardelli, segretario cittadino del Pd, si dimette intorno alle ore 22 del martedì, ritira le proprie dimissioni l’indomani mattina dopo avere bevuto il caffè intorno alle 8, e ritrita il proprio ritiro verso le ore 12 ma dimentica di dirlo a tutti. Il professor Nando Ferrauti, insigne direttore del dipartimento psichiatrico della Asl di Frosinone, doverosamente prende nota.

Accade che Marino quasi sindaco Fardelli, si sia messo il pigiama martedì notte dopo avere cenato da Pizza & Babà insieme a Salvatore panzerfaust Fontana, incendiario esponente del Pd capace di incenerire politicamente dovunque passi. E spesso tenuto in conto proprio per questo.

Era convinto di essere riuscito ad arrivare alla agognata candidatura dopo avere mandato a sbattere tutti i candidati che nel frattempo si erano presentati. (leggi qui Fardelli la fa sotto il naso di tutti: è lui il candidato del Pd). Dall’inossidabile Peppino unto dal Signore Petrarcone (leggi qui  Pd, Petrarcone rinuncia. Fardelli: “Potrei candidarmi”) alla futuribile Sarah non mi rassegno Grieco (leggi qui Sarah si candida a sindaco: Fontana e Dragonetti con lei. Fardelli resta con il cerino). Passando per l’ex assessore alle Finanze Enzo se proprio mi tocca Salera. Al termine di un gioco al massacro nel quale non ne stava rimanendo in piedi nemmeno uno (leggi qui Il centrosinistra si suicida. Il centrodestra pensa a D’Amico)

La legge di Astorre

Bruno Astorre, signore delle Preferenze a Roma e dintorni, capace di metterla nel sacco a Matteo X2 (Orfini e Renzi) allo scorso congresso Regionale, non è arrivato per caso dove sta.

Già nella riunione di martedì sera, con il suo pragmatismo finto bucolico, ha incenerito nell’ordine Sarah Grieco (si ma tu con chi stai?), Salvatore panzerfaust Fontana (Se non hai nulla di nuovo da dire basta quello che ha già detto D’Ambrosio) e Peppino Petrarcone (Va bene Peppino, questa ce la potevi anche dire domani, dopo che eri tornato a casa ed avevi parlato con la famiglia) .

Mercoledì mattina Bruno Astorre gira la clessidra ed attende le ventiquattrore assegnate a Mauro Buschini per risolvere la questione. Tocca a lui fare chiarezza e dire se il candidato sindaco di Cassino è il segretario (soluzione Istituzionale) o si deve andare alle Primarie (e lì scannatevi, così imparate a mettervi d’accordo prima). Con una sola convinzione: lo ha nominato in quanto componente della Direzione Nazionale. Significa: “Se fai un passo falso glielo vai a dire tu a Zingaretti“.

Mauro Buschini in questi casi è più rigoroso di un cassiere della Zurich Bank di Berna. Convoca Peppino Petrarcone e si fa declinare cosa accidenti ha deciso di fare; risposta: se Fardelli è candidato lo appoggio, se ci sono le primarie ci penso una attimo. Convoca il leader della seconda componente, Francesco Mosillo: che non va all’appuntamento (per recenti vicissitudini personali con la componete di cui Buschini è socio insieme a Francesco De Angelis) ma si fa rappresentare da Barbara Di Rollo che quando vuole sa anche articolare una tesi politica, peccato non lo faccia più spesso. Con Salvatore panzerfaust Fontana non c’è bisogno di convocazione: ha avuto l’occasione di cenare nel suo locale la sera precedente,

Bruno Astorre, che non è di primo pelo, ha capito tutto già martedì sera: qualcuno ha giuocato in proprio. Se Mauro Buschini vuole assumersene la responsabilità politica, faccia. E Buschini che non è propriamente allievo di un educandato svizzero, fiuta l’aria e capisce a sua volta che non tutti i report arrivati a lui e Francesco De Angelis erano genuini al 100%.

Quindi? Succede che al termine delle consultazioni fatte dall’esponente nazionale, un nuovo post di Fardelli avverta urbi et orbi che il segretario ha ritirato il ritiro delle sue dimissioni. Insomma, non è disponibile a fare il candidato unitario e andassero a vedersela con le Primarie. (Nando Ferrauti, dalla Neurodeliri di Frosinone, ordina all’infermiera di stirare un paio di di camicioni di forza e tenersi pronta; Mauro Buschini getta nel cestino gli appunti dai quali risulta che non c’è convergenza su Fardelli).

Fine del gioco delle tre carte

Fine della pagliacciate anche a Cassino. Mauro Buschini telegrafa ai Castelli Romani nel quartier generale di Bruno Astorre che a Cassino si deve andare alle Primarie. Il Pd ha deciso: saranno i cittadini di Cassino a scegliersi il candidato.

Enzo Salera, già fedelissimo assessore alle Finanze di Peppino Petrarcone, designato suo malgrado a succedergli, ringrazia Dio, gli astri e la buona sorte: alle 3 della notte si era svegliato ed aveva pregato che se proprio toccava a lui, almeno di avere una chiara legittimazione popolare.

Luigi Maccaro, stimatissimo direttore di Exodus, invoca la benedizione del fondatore don Antonio Mazzi e prega che se proprio deve sacrificarsi per Cassino sia il popolo a dargli un segnale.

Salvatore panzerfaust Fontana, incendiario esponente della corrente minoritaria del Pd cassinate, preparare le taniche e le 300 firme necessarie per la candidatura: se nessuno viene a chiedergli di fermarsi lui un avatar da candidare lo ha dietro l’angolo.

Marino Fardelli smadonna sommessamente e studia cosa deve fare. Senza pensare che per lui Bruno Astorre ha in serbo una clausola: dimissionario o no deve candidarsi e sostenere il vincitore delle primarie. Altrimenti il Pd di oggi è uguale a quello che Zingaretti ha detto di lasciarci alle spalle.

Sarah Grieco decide se contarsi o andare in agenzia e prenotare il biglietto per le Maldive.

Francesco Mosillo, leader reietto della seconda componente Dem a Cassino, già in pectore di Buschini e De Angelis, in silenzio, in qualunque pertugio si sia rifugiato da alcuni mesi a questa parte, seppellendo pure il cellulare, per 5 minuti si gode la soddisfazione nel vedere che le cose siano andate come lui aveva previsto un mese fa.

Tra due sabato si presentano le firme e la domenica successiva si vota. Chi vince è candidato sindaco. Senza scherzi: Zingaretti non si gioca la faccia su Cassino.